Cristina Balbi in Consiglio Provinciale, Dalla Rosa: “accordo Rucco-Lega taglia fuori FI”

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Cristina Balbi
Cristina Balbi
A un centrosinistra compatto – scrivono in una nota i capigruppo* – che a Vicenza ha eletto Cristina Balbi in Consiglio Provinciale, seconda degli eletti per numero di voti ponderati, fa da contraltare l’accordo partitico Rucco-Lega che ha portato all’esclusione, ancora una volta, di Forza Italia. Alleato forse scomodo? Troppo autonomo o colpevole di essere Salvini-indipendente?
Sia quel che sia, certamente Rucco ha preferito la fedeltà del giovane De Marzo all’esperienza del consigliere Cattaneo: ha scelto un fedelissimo piuttosto che dare spazio ad un alleato di governo. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. L’alleanza Rucco-Lega non lascia agli altri che ruoli da comparse, come si è visto anche nelle recenti nomine alle controllate.
Infatti non solo Forza Italia è rimasta per l’ennesima volta al palo, ma anche i sindaci “civici” Orsi e Gonzo – il primo entrato solo per una manciata di voti ed il secondo nemmeno eletto – non sono stati di certo premiati nonostante il loro ruolo attivo nell’elezione di Rucco a Presidente della Provincia.
Per quanto ci riguarda esprimiamo soddisfazione: lunità del centrosinistra a Vicenza è un elemento importante anche per sviluppare nuove sfide, amministrative e politiche, nella dimensione provinciale; ambiente e scuola/formazione sono le nostre priorità.
Siamo certi che Cristina Balbi saprà interpretare al meglio le esigenze di una provincia in cui l’inquinamento è molto elevato, a cominciare da acqua e aria e in cui il patrimonio edilizio scolastico necessita ancora di grande attenzione.
Al Consigliere uscente Ennio Tosetto, a cui va la nostra gratitudine, va riconosciuto il merito di avere svolto un grande e impegnativo lavoro per tutto il sistema scolastico della provincia portando, tra l’altro, praticamente a compimento in una situazione difficilissima il secondo lotto della sede universitaria di Viale Margherita.
Rimane infine un auspicio: che la riforma delle province, lasciate a metà del guado, non sia un ritorno al passato, un altro poltronificio ma che guardi, per quanto ci riguarda, ai grandi mutamenti che l’economia, la società ed il territorio Veneto hanno subito: la riedizione delle vecchie province napoleoniche non risponderebbe a queste mutate esigenze.
*Dalla Rosa – Asproso – Colombara – Selmo – Tosetto