Criticità processo Veneto Banca: video risposta sottosegretario Sisto a on. Zanettin, che si dichiara soddisfatto ma ricorda i vecchi ritardi

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L’onorevole vicentino Pierantonio Zanettin (Forza Italia), dopo le “lagnanze” della procura di Treviso riguardo le carenze anche tecniche e informatiche di quel tribunale che avrebbero messo a rischio anche la conclusione in tempi ragionevoli del processo Veneto Banca (qui tutte le udienze),  in cui l’unico imputato è rimasto l’ex dg e ad Vincenzo Consoli, aveva presentato il 1° settembre scorso un’interrogazione al ministro alla Giustizia sulle “Iniziative di competenza per potenziare le piattaforme digitali utilizzate dai tribunali del Veneto, alla luce delle criticità riscontrate nell’ambito del procedimento penale relativo a Veneto Banca“.

Di seguito riportiamo il video  e il verbale integrale della risposta del sottosegretario di Stato per la Giustizia, Francesco Paolo Sisto, anche lui forzista, che dà per attuate le misure che mesi fa richiedeva il deputato vicentino, che si dichiara soddisfatto della situazione ora prospettata ma ricorda i ritardi con cui è stato attuato quanto era da tempo necessario.


 


PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all’ordine del giorno Zanettin n. 3-02466 (Vedi l’allegato A). Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Saluto l’onorevole Zanettin. Con l’atto di sindacato ispettivo innanzi indicato, l’interrogante, dopo aver premesso che “(…) la stampa locale sta dando ampio risalto alla notizia delle gravi difficoltà che sta registrando la procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso nel caricare nel server il fascicolo del processo penale per il crac della SpA Veneto Banca” e che “(…) da tempo sono state segnalate, anche nel corso di un’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, le difficoltà della procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso nel gestire il complesso e delicato procedimento penale, che rischia la prescrizione addirittura prima del rinvio a giudizio degli indagati”, domanda alla Ministra della Giustizia quali iniziative urgenti intenda porre in essere per potenziare i server utilizzati dai tribunali veneti e consentire così che questo importante procedimento penale possa proseguire regolarmente il suo corso.

Va detto immediatamente che le criticità sottolineate nell’atto di sindacato ispettivo in questione risultano ormai definitivamente risolte in seguito agli interventi eseguiti sull’infrastruttura Sistema informativo della cognizione penale SICP del distretto della Corte di Appello di Venezia, finalizzati a gestire le anomalie di timeout verificatesi durante l’operazione di stralcio, eseguita con riferimento alle posizioni di quattro indagati nell’ambito del procedimento penale contrassegnato dal n. 1662/2019 RGNR. Si tratta della nota vicenda dell’insolvenza della SpA Veneto Banca, relativa ai reati di associazione per delinquere e di truffa aggravata, con oltre 3.500 persone offese. Queste anomalie impedivano effettivamente la presentazione della richiesta di rinvio a giudizio al competente giudice dell’udienza preliminare per gli altri soggetti coinvolti nell’indagine. La problematica riconducibile all’errore “timeout 504” sono varie e coinvolgono le procedure più pesanti in termini di risorse computazionali richieste, come stampe, statistiche e stralci, e si manifestano in particolare nell’ambito di procedimenti penali che hanno un elevato numero di indagati, di qualificazioni giuridiche dei fatti o di persone offese.

Se le procedure richieste impegnano le risorse del sistema per periodi di tempo che superano la soglia dei timeout, impostati a vari livelli nell’infrastruttura SICP, vengono interrotte a tutela dell’efficienza generale del sistema, quindi vi è un sistema di autodifesa che, qualche volta, con eterogenesi dei fini, va oltre la sicurezza del sistema. Nel caso di specie, la procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso ha tentato, in data 1° luglio 2021, uno stralcio nell’ambito del corposo procedimento penale predetto, il n. 1662/2019, e ha ricevuto il messaggio di errore per timeout. L’ufficio inquirente allora ha aperto un ticket, il n. 3068253, per l’assistenza di primo livello. L’assistenza ha attivato il secondo livello che, come prima risposta, ha suggerito di eseguire le operazioni in momenti di basso utilizzo del sistema. Questa indicazione è stata data per tentare di dedicare tutte le risorse del sistema all’attività di stralcio, che si voleva eseguire nell’ambito del citato procedimento penale. Dopo ulteriori tentativi infruttuosi, nelle fasce orarie meno impegnative per il sistema, si è aperta nuovamente una segnalazione per l’assistenza di primo livello, che ha richiesto suggerimenti al secondo livello. La risposta ottenuta il 15 luglio 2021 dal secondo livello è stata quella di innalzare i livelli di timeout. I primi tentativi di modifica dell’infrastruttura SICP da parte dell’assistenza di primo livello si sono spesi con l’estensione dei periodi di timeout per i server JBoss. Questi tentativi non hanno avuto l’esito sperato e si è previsto, di concerto con i tecnici del CISIA di Bologna, sempre informati sulle operazioni in corso, un intervento più profondo sull’infrastruttura SICP. Sulla base dell’esperienza di altri data center, si è provveduto a rilasciare in produzione tre nuovi application server, in modo da dedicare i due già esistenti più uno nuovo alle attività utente e due nuovi unicamente alle trasmissioni e di ampliare il timeout dei load balancer, portandolo da 1 minuto a 10 minuti. Tali attività sono state predisposte nel corso del mese di agosto e sono state rilasciate in esercizio il 30 agosto 2021. Questo a riprova della presenza del Ministero, laddove si possano verificare – come è facile che si verifichino – delle situazioni di gap tecnico, a cui nel mese di agosto il Ministero ha posto rimedio. I test eseguiti in pre-esercizio, in un ambiente dedicato alle verifiche e non disponibile all’utente, hanno dato esito finalmente positivo. Il giorno 1 settembre, quindi due giorni dopo il 30 agosto, si è così proceduto a realizzare con successo sul sistema in esercizio l’operazione di stralcio richiesta dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso, nell’ambito del procedimento penale contrassegnato, come detto, dal n. 1662/2019, ciò che ha consentito la presentazione della richiesta di rinvio a giudizio al competente giudice all’udienza preliminare per gli altri soggetti coinvolti nell’indagine. Mi corre l’obbligo di segnalare all’interrogante come, su tutta questa tecnologia del processo, il Ministero ha operato un grande investimento, tanto è convinto che questi sistemi siano un fluidificante indispensabile per garantire i diritti sostanziali, che fanno sempre da sottofondo non secondario alle questioni di diritto procedimentale e processuale.

PRESIDENTE. Il deputato Pierantonio Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Sisto per la risposta e mi dichiaro soddisfatto. Prendo atto che il disservizio che avevo segnalato con il mio atto di sindacato ispettivo si è risolto, anche se bisogna ricordare che ci sono voluti ben due mesi – se ho colto bene le parole del sottosegretario Sisto -, dal 1° luglio al 1° settembre, perché la procura della Repubblica di Treviso potesse caricare sul server il fascicolo del processo. Quindi, è stato un incidente grave, tant’è che ha avuto risalto anche nella stampa locale. Bisogna anche riconoscere, sottosegretario, che quello di cui abbiamo parlato poc’anzi è l’ultimo di una serie di gravi intoppi – forse il meno grave – che hanno contraddistinto questo procedimento, che – potremmo dire – pare sfortunato, pare nato sotto una cattiva stella. Tant’è che, proprio pochi giorni fa, nel corso dell’udienza dibattimentale, il procuratore di Treviso, il dottor De Bortoli, ha parlato di fallimento dello Stato con riferimento a questo procedimento penale. Questo processo è iniziato a Treviso, è stato poi trasferito a Roma ed è ritornato infine a Treviso: in questo rimbalzo di competenze si sono persi due anni. Le accuse di aggiotaggio nei confronti dell’ex amministratore di Veneto Banca sono già prescritte; a Natale si prescriveranno anche quelle relative al falso in prospetto e probabilmente rimarrà in piedi, per quanto riguarda il processo attualmente in corso, soltanto l’imputazione di ostacolo alla vigilanza. Aggiungiamo che la stessa Procura della Repubblica, già a suo tempo, aveva dissequestrato tutti i beni dell’unico imputato, per cui in ogni caso le pretese risarcitorie delle parti civili non potranno comunque trovare ristoro.

Desta perplessità anche, infine, la teoria dell’uomo unico al comando, che non so quanto potrà reggere in sede penale. Il quadro, quindi, sottosegretario, è decisamente sconsolante. Se quindi il dottor De Bortoli ha parlato di fallimento dello Stato solo con riferimento al processo contro Vincenzo Consoli, il sottoscritto si sente piuttosto di parlare di fallimento dello Stato più in generale. Lo Stato italiano non è stato in grado di difendere le Banche Popolari Venete e i risparmiatori che avevano investito i loro risparmi da regole europee ottuse e discriminatorie, peraltro immediatamente accantonate dopo aver portato al fallimento di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo Stato, attraverso due Vice Premier del Governo giallo-verde, il 9 febbraio del 2019, aveva promesso a Vicenza, di fronte a migliaia di risparmiatori veneti, l’immediato ristoro delle perdite subite. A distanza di quasi tre anni, circa 30 mila di questi risparmiatori, peraltro proprio quelli che hanno subìto le perdite più consistenti, sono ancora in attesa del piatto di lenticchie previsto dal FIR. Se non è un fallimento dello Stato questo, sottosegretario Sisto, poco ci manca.