
Finco, FilippinTre croci divelte in viale dei Martiri a Bassano del Grappa. Il sindaco Finco parla di gesto vile e ignobile. Dura la condanna di Chiara Luisetto e Rosanna Filippin: «Attacco pericoloso alla memoria collettiva». Indagini in corso.
Un grave atto di vandalismo ha colpito nella notte tra Natale e Santo Stefano uno dei luoghi simbolo della memoria antifascista di Bassano del Grappa. Tre croci commemorative, con i relativi vasi di fiori, sono state divelte e gettate a terra lungo viale dei Martiri, la strada che custodisce il ricordo dei 31 partigiani impiccati dai nazifascisti il 26 settembre 1944.
Le croci prese di mira ricordano Albino Vedovotto e Pietro Cocco, uccisi durante l’eccidio del ’44, e Ferdinando Alberti, fucilato insieme a due compagni il 22 febbraio 1945 sul Ponte degli Alpini. Un gesto che colpisce non solo manufatti materiali, ma un patrimonio civile e morale che appartiene all’intera comunità, tanto più grave perché avvenuto a pochi mesi dal restauro delle croci, finanziato dai Comuni di Bassano e Cassola.
A denunciare pubblicamente l’episodio è stato il sindaco di Bassano del Grappa Nicola Finco, che ha parlato senza mezzi termini di un «gesto vile e ignobile», assicurando che la polizia locale, insieme alla Questura, è già al lavoro per individuare i responsabili anche attraverso le telecamere presenti nella zona. Pur ritenendo più probabile un atto vandalico che un’azione politicamente organizzata, Finco ha sottolineato come «il fatto che la notte di Natale qualcuno si diverta in questo modo fa pensare ai limiti che può avere un essere umano».
Una condanna netta arriva anche dal Partito Democratico. La consigliera regionale Chiara Luisetto e la deputata Rosanna Filippin parlano di «attacco vile e pericoloso alla nostra memoria collettiva», ricordando che «aggredire un luogo simbolo, dove il sangue di giovani innocenti ci ricorda i sacrifici per la nostra libertà, è un segnale preoccupante e doloroso». Divellere quelle croci, aggiungono, significa «disprezzare un passato che Bassano e tutti noi abbiamo bisogno di ricordare», ribadendo la richiesta che i responsabili vengano individuati e puniti.
All’indignazione istituzionale si è unita quella dell’Anpi, dell’Associazione Volontari della Libertà e dell’Associazione 26 settembre 1944, secondo cui l’atto non colpisce solo oggetti materiali ma «aggredisce i presidi della nostra memoria collettiva», simboli della lotta per la libertà e la democrazia.
Per domani, alle ore 16, le associazioni hanno invitato la cittadinanza a deporre un fiore ai piedi dei tre lecci oltraggiati. Un gesto semplice ma significativo, al quale parteciperà anche il sindaco Finco, per riaffermare che la memoria della Resistenza non può essere cancellata né oltraggiata.




































