
(Adnkronos) – Il giorno cruciale per la Francia, con il governo a rischio e una nuova sfida per Emmanuel Macron. A meno di nove mesi dalla caduta del governo di Michel Barnier, rimasto in funzione 99 giorni, il suo successore, il premier centrista François Bayrou, si prepara a sua volta a veder rovesciato il suo esecutivo. Il primo ministro ha formulato una proposta di bilancio per il 2026 che include 44 miliardi di euro di tagli alla spesa e aumenti di tasse e l'eliminazione di due giorni festivi, per arginare il crescente debito pubblico del Paese e ha chiesto per oggi, lunedì 8 settembre, un voto fiducia sulla legge di bilancio. La sinistra e l'estrema destra hanno annunciato che voteranno contro. La caduta del governo sembra inevitabile, preannunciando un nuovo periodo di incertezza politica della Francia. Il presidente Macron si ritroverà ad affrontare una spinosa sfida politica: trovare il suo quinto primo ministro dalla sua rielezione nel maggio 2022. La Francia attraversa un periodo di instabilità senza precedenti sotto la Quinta Repubblica (proclamata nel 1958) da quando il capo dello Stato ha deciso di sciogliere l'Assemblea nazionale, nel giugno 2024, dopo la vittoria dell'estrema destra alle elezioni europee. Le elezioni anticipate hanno portato alla formazione di tre blocchi senza una chiara maggioranza (un'alleanza di sinistra, il centrodestra e l'estrema destra), i cui scontri rendono precaria qualsiasi coalizione di governo. I leader del Rassemblement National, (Rn, estrema destra) hanno chiesto uno "scioglimento ultrarapido" dell'Assemblea nazionale. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito uscirebbe vincitore al primo turno di un'eventuale elezione. Emmanuel Macron ha evocato la possibilità, affermando che non intende ricorrervi, ma senza escluderla formalmente. Il Partito Socialista (Ps, 66 deputati) è stato il più esplicito nel proporsi come alternativa, formulando un piano che prevede un bilancio di 22 miliardi di risparmi basato tra l'altro su un'imposta del 2% sui patrimoni superiori a 100 milioni di euro, nonché una sospensione della riforma pensionistica del 2023. Ma ottenere la maggioranza con un programma del genere non sarà facile. Questa opzione porterebbe all'uscita del partito di destra Les Républicains (49 deputati) dall'attuale coalizione, probabilmente quella del partito Horizons dell'ex primo ministro Edouard Philippe (centrodestra, 34 deputati), o persino del MoDem di François Bayrou (centro, 36 deputati). A sinistra, Lfi (La France Insoumise, 71 deputati), alleato dei Socialisti durante le elezioni dello scorso anno, condanna un "pasticcio" politico che porterebbe il Ps a governare con la "Macronie". Una soluzione possibile rimane quella di un primo ministro non appartenente al Ps, accettato da un ampio spettro che va dal centro-destra al Ps. I possibili successori restano al momento ipotesi dei retroscena politici. Per Bruno Cautrès, politologo del Cevipof, nessun blocco ha attualmente la legittimità delle urne per avviare riforme importanti, come voleva fare François Bayrou."Forse la soluzione sarebbe dire 'lasciamo calmare le acque' e rimandiamo il grande dibattito sulle nostre finanze pubbliche al 2027', cercando intanto di trovare una figura che simboleggi una forma di pacificazione agli occhi dei mercati finanziari e del Paese", ha affermato citando i nomi della presidente dell'Assemblea nazionale Yaël Braun-Pivet e del ministro dell'Economia Eric Lombard. Il segretario del Partito socialista francese, Olivier Faure, "vuole far cadere il governo" e punta "a diventare primo ministro": è convinto Bayrou secondo il quale "Faure dice che formerà un governo senza Lfi, e va bene. Credo che l'alleanza Ps-Lfi sia un problema per il Paese e per il Ps", ha affermato il primo ministro francese aggiungendo: "Non sono sicuro che funzionerà". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)