Dalle Alpi alla Sicilia: come la geografia modella lo sport in Italia

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Sport vari
Sport vari

Ogni zona in Italia è più o meno legata a determinati sport perché la neve, il mare e il tipo di impianti presenti orientano le scelte dei cittadini. Vediamo in che modo il nostro territorio si intreccia con l’attività sportiva, con l’economia e anche con la cultura.

Gli italiani praticano sport in modo diverso a seconda di dove vivono, ma una cosa è chiara, lo sport è sempre più parte della vita quotidiana, sia nei luoghi fisici sia negli spazi digitali. Oltre ai campetti e alle palestre, crescono anche le esperienze da divano: dalle dirette interattive ai giochi ispirati allo sport, perfino i casinò online propongono titoli a tema calcio, motori o racchette. I migliori casinò online AAMS stanno prendendo sempre più piede e sono un ecosistema in crescita perché riescono a coinvolgere tutti gli appassionati, dai calciatori ai tennisti fino agli sciatori. C’è sempre un gioco su misura per ogni tipo di sport.

Una mappa sportiva che cambia da Nord a Sud

Partiamo dai numeri.

  • Il 37,5% della popolazione italiana ha praticato sport nel 2024
  • Il 29,7% ha svolto attività fisica non sportiva (camminate, bici, esercizi in casa)
  • Il 32,8% è rimasto sedentario

Sul fronte dell’organizzazione sportiva, il sistema conta 13,2 milioni di tesserati tra atleti agonisti e praticanti. È un capitale umano enorme, distribuito in modo disomogeneo perché la densità di tesserati resta più alta nelle regioni del Nord, seguita dal Centro e poi dal Sud e dalle Isole.

La geografia pesa eccome, le montagne e gli altipiani favoriscono gli sport invernali, mentre le coste e le isole richiamano la vela, il nuoto e gli sport d’acqua. Infine, le grandi pianure e le città spingono verso gli sport di squadra e le infrastrutture indoor.

Alpi e Appennini: il regno degli sport invernali

Dove l’altitudine incontra il turismo, lo sci diventa cultura economica e sportiva. La stagione invernale 2024/2025 ha registrato un bilancio positivo sia sulle Alpi sia sugli Appennini, segno che l’offerta resiste e innova tra innevamento programmato, mobilità dolce e più servizi per le famiglie.

Nei comprensori come le Dolomiti Superski si continua a investire sugli impianti e sulla tecnologia per rendere la pratica più accessibile e per allungare le stagioni, dove possibile. In quota, lo sci di fondo e lo scialpinismo convivono con il turismo lento, sono discipline che nascono dal territorio e portano benefici anche fuori stagione con trail, bike park e cammini.

Coste e isole: vela, nuoto e sport d’acqua

Secondo la Federazione Italiana Vela, il Sistema Vela Sportiva vale più di 339 milioni di euro e spinge le filiere che vanno dalle scuole vela all’indotto turistico di porti e regate. Non sorprende che le regioni come la Sardegna, la Sicilia, la Liguria e la Toscana siano degli hub naturali per derive, altura e kite.

Il mare, poi, plasma le abitudini quotidiane. Al Sud e nelle Isole la stagionalità lunga facilita il nuoto nelle acque libere, il canottaggio costiero e il surf. La cultura del bagno si trasforma in pratica sportiva regolare, soprattutto dove le spiagge e i circoli sportivi collaborano con le scuole e con i Comuni.

Città e pianure: calcio, palazzetti e comunità

Nelle metropoli e nelle pianure della Val Padana si concentrano impianti, club e audience per il calcio, il basket, il volley. Il calcio resta il collante nazionale, ma cambiano i protagonisti, il movimento femminile sta crescendo tantissimo. Tra il 2008 e il 2024, le giocatrici tesserate sono più che raddoppiate, mentre i ricavi della Divisione Calcio Femminile sono quadruplicati. Sono segnali di un pubblico nuovo e di investimenti che si distribuiscono sul territorio, dai grandi stadi ai campi di provincia.

Le città medie, invece, tengono viva la cultura dei palazzetti: il volley e il basket prosperano dove le scuole, le società e gli sponsor locali si parlano. Qui la geografia è sociale, più che fisica: densità abitativa e reti di trasporto rendono facile partecipare, iscriversi e accompagnare i figli agli allenamenti.

Sport di massa e nuovi fenomeni: corsa, bici e padel

La corsa e il ciclismo sono i linguaggi comuni dell’Italia attiva. Costano poco, si fanno ovunque, si adattano al clima e all’orografia. I calendari FIDAL 2024-2025 di maratone e mezze mostrano una copertura capillare, dalle lunghe pianure ai tracciati collinari. La strada piatta delle città del Nord aiuta i personal best, i percorsi costieri al Centro-Sud regalano scenari e turismo sportivo.

Poi c’è il padel, esploso con una geografia tutta sua: campi coperti nelle città del Nord e del Centro, strutture all’aperto al Sud dove il clima aiuta. Il Report Tennis & Padel 2024 fotografa 4096 circoli affiliati in Italia, con 4982 campi da padel:

  • 1834 circoli al Nord
  • 1106 al Centro
  • 1156 al Sud

Quando lo sport muove il territorio

Lo sport non è solo pettorali e classifiche, è anche economia. L’Osservatorio Valore Sport stima che la filiera estesa dello sport valga 26,2 miliardi di euro (circa 1,4% del PIL). Significa che le piste, i palazzetti, i porti turistici, i percorsi ciclopedonali e i grandi eventi impattano sugli hotel, sulla ristorazione, sulla mobilità e sui servizi. Le regioni montane vedono picchi invernali, quelle costiere distribuiscono presenze lungo tutto l’anno, le città attraggono eventi indoor che riempiono weekend e connessioni ferroviarie.