Denatalità in Veneto, Bigon e Zottis (Pd): “La Regione finanzi la legge sulla famiglia e assicuri servizi gratuiti”

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Denatalità
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“Per contrastare la denatalità non bastano le misure del Governo, anche le Regioni devono fare la propria parte. In Veneto occorre finanziare la legge n.20 del 2020 votata all’unanimità, oltre a garantire servizi gratuiti alle famiglie, a partire da asili nido e visite mediche necessarie”.

A chiedere interventi veri, abbandonando i proclami, sono le consigliere regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon e Francesca Zottis commentando i dati nel Villafranchese, in linea con quelli del resto del Veneto.

“Denatalità e saldo negativo – proseguono le consigliere – sono un problema che riguarda in realtà gran parte dei nostri Comuni: se non invertiamo la rotta, il conto da pagare nei prossimi anni sarà pesante. Tra giovani che se ne vanno e figli che non nascono, è stato calcolato che rischiamo di perdere fino a 15 punti di Pil nei prossimi 20 anni. Senza considerare che il progressivo invecchiamento della popolazione richiede un numero maggiore di servizi che non potranno essere sostenuti”.

“L’assegno unico, fortemente voluto dal Partito Democratico, è stata una mossa importantissima da parte del Governo, ma serve anche altro e il recente provvedimento della Giunta regionale per accompagnare la neo genitorialità risulta insufficiente. Dobbiamo aiutare concretamente le giovani coppie, assicurando servizi gratuiti da zero a tre anni: il Veneto è indietro rispetto agli obiettivi di Lisbona per i posti negli asili nido e i fondi alle scuole paritarie sono pochi, considerato il ruolo fondamentale che svolgono nella nostra regione”.

“È una questione di priorità e volontà – evidenziano le due consigliere Dem – Ricordiamo che nel 2020, all’interno della legge sulla famiglia venne bocciata la nostra proposta di Family Card, un aiuto vero a costo zero perché coperta con le risorse destinate all’acquisto di bandiere con il Leone di San Marco da regalare ai nuovi nati, 200mila euro sprecati in inutile propaganda”, concludono Bigon e Zottis.