
Francesco Rucco, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Vicenza, interviene sul tema della desertificazione bancaria, fenomeno in crescita che colpisce tutto il Veneto (qui i dati del 2024) e che in particolare all’ombra dei Berici ha numeri preoccupanti. Secondo i dati dell’Osservatorio Orietta Guerra della Uilca, su fonti di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, al 31 marzo 2024 risulta che il 19% dei comuni veneti, cioè 106 su 563, sono privi di sportelli bancari e altri 139 comuni, cioè il 25%, ne hanno solo uno. In termini di territorio, il 14% del territorio regionale è privo di sportelli, mentre quasi il 17% dispone di un solo presidio. È un problema che colpisce le fasce più fragili della popolazione, in particolare gli anziani, che non hanno molta confidenza col digitale e con l’home banking, ma penalizza anche le imprese locali: oltre 11.400 aziende venete si trovano oggi senza uno sportello bancario nel comune della propria sede, e ben due terzi di queste hanno vissuto tale privazione negli ultimi dieci anni. Oltretutto l’aumento dei comuni con un solo sportello bancario è un ulteriore campanello d’allarme.
Vicenza, sottolinea il consigliere Rucco, è tra le province più colpite: solo Belluno e Rovigo hanno numeri peggiori in tema di desertificazione assoluta (18,4% dei comuni vicentini è senza sportelli) e il trend negativo prosegue: “Questi dati – sottolinea Rucco – non raccontano solo una crisi bancaria, ma una crisi di accesso, un impoverimento del tessuto sociale ed economico. Servizi essenziali per anziani, famiglie e imprese si stanno allontanando. Senza sportelli fisici, si rischia l’esclusione finanziaria, con effetti devastanti sulla coesione territoriale e lo sviluppo locale.”
L’esponente FdI propone di frenare la desertificazione bancaria attraverso una serie di iniziative quali: il rilancio della rete fisica bancaria, anche attraverso strumenti innovativi come sportelli condivisi o corner finanziari in spazi pubblici o commerciali; incentivi e accordi con istituti locali, cooperative e banche territoriali per garantire presenza capillare; supporto tecnologico e inclusione digitale, affiancando servizi on-line a presidio fisico, con assistenza dedicata agli anziani e meno avvezzi al digitale; sostegno alle imprese colpite, favorendo linee di credito e consulenza finanziaria in aree marginali; monitoraggio attivo tramite Osservatori locali pericolosi per intervenire tempestivamente su nuove chiusure.
“Non possiamo lasciare che il modello attuale continui a disgregare il territorio – conclude Rucco –. Chiedo alle istituzioni, al mondo bancario, e alle comunità locali una concertazione concreta: è il momento di progettare un nuovo modello di servizi finanziari che riconosca il valore della prossimità e della fiducia.”