
(Adnkronos) – L'ecosistema dell'innovazione italiano, rappresentato da una vasta coalizione di startup, associazioni e imprese, si è riunito ieri alla Camera dei Deputati per presentare l'"Appello per un Digital Omnibus più ambizioso". L'iniziativa, promossa dagli On. Andrea Volpi e Antonio Giordano in collaborazione con Italian Tech Alliance, ANGI (Associazione Nazionale Giovani Innovatori), Zest e AI Salon, esprime una richiesta urgente per una riforma strutturale del complesso quadro normativo digitale europeo. Il manifesto presentato evidenzia con dati concreti il rallentamento della competitività europea nel settore tecnologico. L'Europa, citando un'affermazione attribuita alla Presidente della BCE Christine Lagarde, ha già fallito come first mover nell'intelligenza artificiale. Dal 2019, l'Unione Europea ha approvato oltre 70 nuove normative digitali, portando il totale a più di 100 leggi e 270 enti regolatori attivi. Questo iper-regolamentato contesto ha avuto ripercussioni dirette sulle imprese: la quota di capitalizzazione di mercato europea nel settore tech globale è crollata dal 20% al 4 dagli anni 2000 ad oggi. Un impatto significativo è legato anche al GDPR, il cui costo dei dati per le aziende europee è aumentato del 20% rispetto agli Stati Uniti. La coalizione critica apertamente l'approccio al Digital Omnibus presentato dalla Commissione europea, definendolo "troppo timido, quasi 'cosmetico'". Secondo l'appello, le modifiche superficiali non bastano: l'Europa necessita di un intervento "coraggioso" per correggere le misure del passato e prepararsi a diventare un continente AI-ready.
Roberto Magnifico, Partner e Board Member di Zest Innovation, ha sottolineato l'esigenza di una maggiore ambizione istituzionale:"Le startup italiane sono pronte a fare la loro parte, ma le istituzioni devono dimostrare la stessa ambizione. Chiediamo un ampliamento complessivo del Digital Omnibus che permetta di intervenire su tutte le criticità emerse, a partire dall'AI Act". Le critiche più specifiche sono indirizzate al Capitolo V dell'AI Act relativo ai modelli GPAI (General Purpose AI), che regolamentano la tecnologia stessa, indipendentemente dal suo utilizzo.
Gabriele Ferrieri di ANGI ha espresso preoccupazione per l'accesso all'innovazione:"Le imprese ed i cittadini Italiani hanno diritto ad accedere ai modelli più avanzati di AI, per fare business, ricerca e competere sul mercato globale con soluzioni innovative. Non possiamo farci scappare l'occasione del digital Omnibus e del Digital Fitness check per una riforma più profonda e coraggiosa dell'AI Act, a partire dal capitolo V sui GPAI model, che pone limiti e regole alla tecnologia in sè, a prescindere dall'uso che se ne faccia". I politici sostenitori dell'iniziativa hanno ribadito la necessità di un'azione incisiva per la semplificazione normativa. L'On. Andrea Volpi ha definito il Digital Omnibus come un'occasione "imperdibile" per intervenire e creare un "terreno fertile per la competitività e l'innovazione delle imprese e delle startup Italiane ed europee". L'On. Antonio Giordano ha evidenziato il rischio di un cortocircuito europeo, dove una regolazione avanzata sull’AI non è supportata da una forza tecnologica e produttiva corrispondente:"Oggi l’Europa rischia un cortocircuito: una regolazione molto avanzata sull’AI, senza una corrispondente forza tecnologica e produttiva. Serve riequilibrare l’azione europea: meno ossessione per il dettaglio, più capacità di competere e crescere. Come forza di governo e come conservatori europei, ribadiamo un principio: diritti garantiti e, allo stesso tempo, libertà di innovare difesa e promossa. È l’impegno che confermiamo e che porteremo avanti." La richiesta di semplificazione per le startup italiane non è stata presentata come un "mantra ideologico", ma come una condizione necessaria per investire, crescere e trattenere le competenze vitali per il futuro dell'Europa.
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