Diritti in Iran: il 17 gennaio la voce della rivoluzione delle donne e dei giovani iraniani in Consiglio regionale del Veneto

“Chiediamo all’Italia azioni concrete di sostegno al nostro popolo che sta lottando per la libertà contro un regime sanguinario e violento”

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Proteste in Iran
Proteste in Iran

Donna Vita Libertà” questo il motto che ieri, 17 gennaio, ha accompagnato la visita dei rappresentanti dell’Associazione dei democratici iraniani in Italia accolti a palazzo Ferro Fini a Venezia in un incontro ufficiale sui diritti in Iran, promosso dai consiglieri regionali Luciano Sandonà  e Fabiano Barbisan  aperto dal presidente del Consiglio Roberto Ciambetti a  tutte le forze politiche del Consiglio regionale del Veneto che hanno accolto questa occasione per ascoltare i democratici iraniani.

“Quella dell’Iran non è una rivolta contro l’imposizione del velo, ma una vera rivoluzione, una battaglia di libertà che dalle donne, dai giovani, sta coinvolgendo sempre più tutta la popolazione iraniana –  hanno spiegato i rappresentanti dell’associazione iraniana –  Nel 1978 e 1979 il popolo iraniano si sollevò contro la dittatura politica dello scià Mohammad Reza Pahlavi: oggi siamo davanti a una dittatura ben peggiore, quella religiosa e fanatica, contro la quale la protesta sta dilagando.  Il 13 settembre 2022,  la 22enne Mahsa Amini fu  arrestata dalla polizia morale, Garsht-e Ershad, perché non indossava correttamente l’hijab:  dalla sua morte,  il 16 settembre nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Kasra, dopo due giorni di coma, si contano in oltre 500 gli iraniani assassinati fino ad oggi e di questi almeno 70 erano minorenni, bambini e ragazzi dai 9 ai 18 anni. Non conosciamo il numero esatto delle vittime spesso sequestrate e quasi sempre torturate e sfregiate, ma sono circa 18 mila le persone arrestate delle quali si conosce il nome.  Atrocità, violenze, torture e  stupri sono all’ordine del giorno assieme a processi farsa con condanne a morte: ma queste violenze non sono riuscite a fermare la protesta, che aumenta sempre più,  ed ora bisogna passare a fatti ed azioni concrete di sostegno anche da parte degli stati democratici. Le forze politiche italiane possono patrocinare chi è stato arrestato, manifestando così la loro solidarietà attiva.   E’ questo quello che chiediamo al governo italiano: azioni concrete perché non possiamo accettare che i nostri giovani, i nostri parenti, i nostri amici in Iran siano assassinati o feriti con pallottole prodotte in Italia a Livorno. Non possiamo rimanere fermi davanti a quanto sta accadendo in Iran e chiediamo il vostro aiuto – hanno detto i rappresentanti dell’associazione iraniana ai consiglieri regionali veneti – per sollecitare la politica italiana affinché dia segnali concreti di sostegno e solidarietà attiva al popolo iraniano ” L’accorato appello ha trovato unanimemente concordi tutte le forze politiche venete che saranno chiamate ad esprimersi su una mozione di appoggio alla rivoluzione iraniana  presentata ancora lo scorso 6 ottobre dal consigliere Fabiano Barbisan il quale, alla luce dell’incontro odierno, ha preannunciato una integrazione della sua mozione con una sintesi delle richieste avanzate dall’Associazione dei Democratici iraniani in Italia.

Gruppo Pd: “Incontro in Consiglio regionale sulla situazione in Iran. Necessarie misure più stringenti a tutela dei diritti umani. Inserire Corpo Guardie Rivoluzione nell’elenco europeo delle associazioni terroristiche”

“Non basta la solidarietà. In Iran si stanno compiendo atrocità e soppressioni dei diritti umani fondamentali. Si tratta di mettere in atto azioni di chiusura verso il governo iraniano che sta ledendo la libertà dei propri cittadini attraverso violenze ed uccisioni continue verso giovani e donne che vorrebbero solo vivere in uno stato democratico. Tantissime persone, soprattutto donne e giovani, perdono ogni giorno la vita per essersi opposti in modo aperto a chi vuole imporre un regime liberticida. Di fronte a questo scenario servono misure rigorose ed è necessario che l’Europa assuma in questo senso un ruolo di primo piano”. La presa di posizione è dei Consiglieri regionali del Partito Democratico Francesca Zottis, Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni, dopo aver partecipato all’incontro in Consiglio regionale con l’Associazione Democratica degli Iraniani.

“Oggi, 17 gennaio, in Consiglio – ricordano gli esponenti dem – abbiamo avuto modo di incontrare i rappresentanti dell’Associazione Democratica degli Iraniani, che sta promuovendo una campagna di sensibilizzazione su questa tragedia in atto insieme ad altre associazioni, cui rivolgiamo il nostro ringraziamento. Raccogliamo il loro richiamo sull’urgenza di assumere decisioni incisive contro le spietate repressioni. Chiediamo di discutere presto la nostra Mozione su questo tema, insieme a quella presentata dal Consigliere di maggioranza Fabiano Barbisan: su questi temi, i diritti in Iran, non ci possono essere divisioni. E aderiamo in questo senso all’appello, rivolto all’Europarlamento, affinché venga approvato l’emendamento che chiede di inserire il corpo iraniano delle Guardie della rivoluzione nell’elenco europeo delle associazioni terroristiche”.

Lorenzoni (Gm): “Oggi, 17 gennaio, incontro con l’Associazione Democratica degli Iraniani in Consiglio regionale: dobbiamo aiutare il popolo iraniano privato della libertà “

“È stato molto emozionante e toccante ascoltare oggi, 17 gennaio, a palazzo Ferro Fini l’appello dei rappresentanti dell’Associazione Democratica degli Iraniani. La situazione di violenza nei confronti dei giovani che stanno chiedendo soltanto il diritto di esprimere il proprio dissenso con le modalità democratiche della propria parola, è un’aggressione violentissima dei diritti umani di un intero popolo”.

Così il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale Arturo Lorenzoni (Gruppo misto) che aggiunge: “Quella dei Diritti in Iran non è una questione di parte politica: infatti, in Consiglio eravamo tutti presenti per sostenere le richieste dei rappresentanti del popolo iraniano, ma di rispetto dei diritti civili. E ci siamo impegnati a sostenere la difesa dei loro diritti, assicurando l’azione corale del Consiglio per tenere alta la pressione politica sul governo iraniano per far cessare la violenza che sta colpendo un’intera generazione di iraniani. È in gioco la libertà di tutti, non solo dei giovani iraniani che stanno sacrificando la propria vita”.