Donne contro il disegno di legge Pillon, sabato a Vicenza corteo da campo Marzo a piazza Matteotti

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Sabato 10 novembre 2018 mobilitazione generale indetta dall?associazione nazionale Donne In Rete (DIRE) contro il DDL ?Pillon?, il disegno di legge del senatore leghista Simone Pillon sull’affido condiviso dei figli e il loro mantenimento. Organizzato da Donna Chiama Donna, l’iniziativa si svolgerà in campo Marzo dalle ore 10 con un corteo che poi proseguirà in corso Palladio, piazza dei Signori, per giungere in piazza Matteotti. L?iniziativa è nata sotto lo slogan/hashtag #noddlPillon #FermiamoPillon e prevede anche l?adesione ad una petizione on line. Ad aderire è anche la Cgil

“Anche a Vicenza – spiega in una nota Marina Bergamin del Dipartimento Politiche di genere CGIL Vicenza – come in tutta Italia, sabato 10 novembre donne e uomini scendono in piazza contro il disegno di legge Pillon (senatore della Repubblica in quota Lega, uno degli animatori del Family Day, tra quelli che ha consigliato il comizio con il rosario a Salvini, mediatore famigliare). Anche a Vicenza, come in tutta Italia, la Cgil aderisce convintamente alla manifestazione convocata in città dall?associazione Donna chiama Donna, condividendo i 5 no che la motivano: No alla mediazione obbligatoria a pagamento, no all’imposizione di tempi paritari e alla doppia domiciliazione e residenza dei minori, no al mantenimento diretto, no al piano genitoriale e no all’introduzione del concetto di alienazione parentale. Il ddl ha un?impronta autoritaria e maschilista, pretendendo di fissare norme di vita valide per tutti.  Si mira, infatti, a ristabilire il controllo pubblico sui rapporti familiari e nelle relazioni attraverso interventi disciplinari, con una compressione inaccettabile dell?autonomia personale dei/delle singoli/e, cose che non fanno bene né agli ex coniugi, né ai bambini. Chiude gli occhi sulla realtà, dove l?equilibrio di poteri e risorse tra donne e uomini è lungi dall?essere realizzato e dove, purtroppo, abusi e violenze familiari non si contano, come ci ricordano sempre i numeri dei femminicidi in Italia. Da molto tempo i diritti delle donne sono sotto attacco. Il disegno di legge Pillon è solo uno dei tentativi in corso, che va fermato. In realtà, noi crediamo che sia l’intero impianto legislativo e culturale del Paese ad essere messo in discussione: dal diritto di famiglia alla L.194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, dalle unioni civili ai diritti delle coppie omosessuali, fino allo stupefacente sostegno della natalità con scambi offensivi (terzo figlio e terre da coltivare al Sud!). Noi temiamo che, pezzo per pezzo, vengano smontate le conquiste civili, in particolare delle donne, raggiunte in decenni di lotte. Siamo pronte quindi a riscendere in piazza insieme ai movimenti delle donne, all’associazionismo democratico e alle tante realtà della società civile che credono ancora che la libertà delle donne sia il metro che misura la democrazia di un Paese”.