Due nuovi femminicidi a Vicenza: le reazioni tra orrore e sgomento di Bergamin (Cgil), on. Sbrollini (IV) e Martella (Pd Veneto)

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Femminicidi e violenza sulle donne (foto di repertorio)
Femminicidio e violenza sulle donne (foto di repertorio)

Solo l’altro giorno il Comando provinciale dei Carabinieri ha comunicato di avere ricevuto, negli ultimi sedici mesi, una media di due segnalazioni al giorno per reati rientranti nel cosiddetto ‘codice rosso’, ovvero per violenze domestiche e di genere, senza dimenticare i cinque femminicidi avvenuti nel vicentino nello stesso periodo.

Oggi l’elenco si allunga, drammaticamente.

Lidia Miljkovic (ex compagna dell’assassino) e una seconda donna (probabile attuale compagna dell’assassino) non ci sono più. Assassinate dallo stesso uomo, nello stesso giorno.

Più famiglie distrutte, ancora una volta.

Non abbiamo più parole davanti a questa mattanza. Proviamo orrore. Come donne. E come sindacaliste.

La violenza di genere, in tutte le sue forme, è l’estrema rappresentazione di una cultura che infesta la nostra società senza distinzione di etnia, ceto, classe sociale, età.

Alla base di queste violenze c’è sempre un’asimmetria di poteri e una cultura maschilista e patriarcale fondata sul possesso e sul controllo delle donne, considerate una proprietà. 

Una cultura che attraversa le frontiere e pare che nessuno riesca a fermare.

Lidia era nostra sorella, come la seconda donna, qualunque fosse la sua nazionalità. Ai due bambini di Lidia e alle famiglie di entrambe va il nostro pensiero.

Alla società intera -ancora- lanciamo un grido di allarme: in questa nostra cultura c’è qualcosa che non va e dobbiamo riflettere sul perché e sul che fare.

Consultori, centri antiviolenza, case rifugio siano strutturati e sostenuti a favore di chi chiede aiuto o di chi rischia, come Lidia, aggredita già in passato dallo stesso uomo.

Le Istituzioni siano formate per affrontare questi orribili fenomeni in crescita, esacerbati dalla pandemia.

Le donne vogliono essere libere di scegliere. Vogliono essere autonome, vogliono un lavoro dignitoso che glielo consenta. Le Istituzioni colgano tutte le occasioni e le risorse in arrivo -anche con il PNRR- per incentivare la parità di genere: basta parole!

Lo abbiamo detto molte volte: la condizione delle donne di un paese è il segno della sua civiltà. E il nostro paese é messo molto male.

Il resto è silenzio. Il silenzio del dolore.


Marina Bergamin

Resp. politiche di genere Cgil VICENZA


Sbrollini: sono sgomenta per l’omicidio della giovane donna

“La morte cruenta di Lidia Miljkovic mi lascia senza parole. La dinamica è agghiacciante. La pazzia e la cattiveria non possono giustificare quanto è successo a Vicenza. La povera giovane donna aveva una vita da vivere, una famiglia da mandare avanti. Non si riescono a fermare queste stragi che hanno origine in una povertà educativa ed affettiva, dove l’amore si confonde con il possesso. Le informazioni che sembrano emergere e che riguardano i precedenti tra la povera signora ed il suo assassino pongono molti interrogativi. La legge attuale va modificata e bisogna soprattutto trovare il modo di farla applicare in maniera concreta. La prassi burocratica lascia troppe libertà proprio agli aguzzini. Le vittime invece sono praticamente lasciate sole a se stesse. Lo sgomento ci tocca. E il pensiero va ai giovanissimi figli. In un unico momento hanno perso la madre, il padre e si trovano davanti anni difficili con una tragedia inspiegabile da superare”.


Martella: «Ennesimo sconvolgente caso»

Il segretario del PD Veneto: «E’ necessario alzare il livello di attenzione»

«Purtroppo, ci troviamo a dover commentare un nuovo drammatico caso di femminicidio. L’uccisione di Lidia Miljkovic, a Vicenza, sconvolge anche per la sua modalità. Aveva appena lasciato i figli a scuola, figli che non rivedranno la mamma. Speriamo che le forze dell’ordine assicurino presto il responsabile alla giustizia. Efferatezza e brutalità ci impongono di alzare il livello di attenzione. Per combattere realmente la violenza c’è bisogno di una rivoluzione culturale, di una profonda volontà di cambiamento nel rapporto tra i generi e tra le persone. Serve davvero, se possiamo definirlo così, un nuovo ‘alfabeto delle relazioni’, fatto di riconoscimento delle differenze, di parità e prima ancora di rispetto. Accanto alle misure di prevenzione e repressione bisogna affiancarne altre. Occorre un salto di qualità, un patto civico contro la cultura del possesso e contro la violenza sulle donne. È una sfida civile che dobbiamo portare avanti per rispetto delle vittime e per prevenirne altre, è una sfida che dobbiamo anche ai figli di queste donne. A settembre i casi di Chiara Ugolini e Rita Amenze avevano fortemente colpito l’opinione pubblica veneta e nazionale. Dobbiamo fare in modo che non si abbassi il livello di attenzione». Lo afferma il segretario regionale del Partito Democratico, Andrea Martella.