
Due operai, uno di 40 e uno di 23 anni, sono morti ieri mattina a Santa Maria di Sala, nel veneziano, precipitando in una fossa biologica durante lavori di manutenzione. Una nuova tragedia sul lavoro che scuote il Veneto e accende lo scontro politico tra istituzioni e opposizione, unita nel cordoglio ma divisa sulle responsabilità.
Zaia: “Serve piena chiarezza. Morire sul lavoro è inaccettabile”
Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha affidato a una nota ufficiale il suo dolore e la sua richiesta di verità dopo la tragedia. “Un’altra tragedia sul lavoro che lascia sgomento e dolore. Esprimo un sentito cordoglio alle famiglie dei due operai morti questa mattina. Due lavoratori impegnati nel proprio lavoro hanno perso la vita in circostanze che devono essere chiarite fino in fondo.”
Zaia insiste sulla necessità di verificare se siano state rispettate tutte le condizioni di sicurezza, richiamando al rigore nei controlli, alla formazione adeguata e alla consapevolezza dei rischi in ambienti pericolosi come le fosse biologiche. “Non possiamo continuare a contare morti sul lavoro.”
Andrea Martella (PD): “È una tragedia senza fine. Il lavoro non può essere morte”
Il segretario regionale del Partito Democratico, Andrea Martella, interviene duramente: “Due operai, venti e trent’anni. Ancora una volta il lavoro si trasforma in morte. È inaccettabile. È una tragedia senza fine che si consuma troppo spesso nel silenzio della politica.”
Martella chiede un cambio di passo netto: “La sicurezza sul lavoro deve tornare al centro dell’agenda politica. Come Partito Democratico, ci impegniamo a farne una priorità assoluta anche nella sfida per il futuro del Veneto. Ogni vita spezzata è una sconfitta per lo Stato e per le istituzioni.”
Gruppo PD in Consiglio regionale: “Cordoglio profondo, risposta istituzionale inadeguata”
Duro anche il commento dei consiglieri regionali del Partito Democratico, che sottolineano come la Regione Veneto non abbia risposto con la necessaria urgenza. Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis parlano di “uno strazio angosciante che si ripete senza sosta in Veneto.”
“A fronte di questo dramma – scrivono – non si registra una risposta istituzionale adeguata. Da tempo chiediamo misure, investimenti, norme efficaci: la Regione resta immobile. Queste morti sono anche il frutto di scelte non fatte.”
Una scia di sangue che non si ferma
L’incidente di Santa Maria di Sala non è un caso isolato: solo nelle ultime settimane si contano altri episodi simili in tutto il territorio veneto. Operai che precipitano, soffocano, restano folgorati. Un tributo di sangue che colpisce spesso giovani, precari, lavoratori fragili.
L’appello della politica e dei sindacati è sempre lo stesso: trasformare le lacrime in prevenzione, in leggi, in controlli, in cultura della sicurezza. Ma il tempo passa e gli incidenti aumentano.