
Il 2025 si è aperto all’insegna dell’incertezza per l’economia del sistema produttivo della provincia di Vicenza. Secondo la nuova indagine congiunturale dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza, relativa al primo trimestre dell’anno, tutti i principali indicatori economici hanno mostrato una leggera flessione rispetto al trimestre precedente.
La produzione è diminuita dello 0,5% rispetto al quarto trimestre 2024, un dato leggermente peggiore rispetto alla media regionale e nazionale. Il Veneto ha registrato un valore prossimo allo zero, mentre l’Italia ha mostrato un timido segno positivo (+0,1%) dopo diversi trimestri. Anche il fatturato ha segnato una leggera flessione (-0,2%), proseguendo la contrazione già registrata alla fine dello scorso anno. Gli ordini confermano il segno meno, con una diminuzione più accentuata sul mercato interno (-1,1%), mentre le commesse dall’estero sono solo di poco negative (-0,2%).
In questo contesto, non sorprende l’ulteriore crescita delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG): un aumento dell’11,5% nel primo trimestre 2025 rispetto al quarto trimestre 2024, e addirittura un +23,5% (da 4,8 a 5,9 milioni di ore) rispetto al primo trimestre 2024. Questo evidenzia che, nonostante una forte richiesta di occupazione generale, permangono sacche di difficoltà per alcune realtà. Nello specifico, le ore di CIG ordinaria (CIGO) sono leggermente aumentate, mentre quelle di CIG straordinaria (CIGS) sono aumentate nettamente, pur rappresentando una quota meno significativa. Nel primo trimestre non sono state autorizzate ore di CIG “in deroga”.
Il trimestre ha visto anche un aumento delle procedure concorsuali, con 118 aperture, rispetto alle 94 del trimestre precedente e alle 49 dello stesso periodo nel 2023.
Rimangono delicati i rapporti tra le imprese vicentine e il sistema bancario. Al 31 dicembre 2024, il livello dei prestiti vivi alle imprese era pari a 12,2 miliardi di euro, un dato in continua restrizione (erano 13,9 miliardi al 30 giugno 2023). È aumentato anche il tasso di decadimento dei prestiti, passato da 0,91 nel primo trimestre 2024 a 1,35 nel quarto trimestre. Questo indicatore, che misura l’entrata “in sofferenza” dei crediti, segnala una minore disponibilità di credito e una sua qualità in diminuzione, sebbene la situazione non sia ancora considerata preoccupante. La moderata riduzione dei tassi di riferimento da parte della BCE potrebbe portare a un minor costo del credito e degli investimenti, ma l’incertezza attuale rende complessa la programmazione delle attività.
Nonostante le difficoltà del momento, lo spirito imprenditoriale vicentino sembra intatto. Se da un lato il numero di imprese registrate al Registro delle Imprese ha mostrato un calo nel periodo gennaio-marzo 2025 (-279 imprese tra iscrizioni e cancellazioni), va notato che molte cancellazioni del primo trimestre sono legate a chiusure di fine anno per motivi amministrativi. Inoltre, questa diminuzione è meno ampia rispetto a quella dell’analogo periodo del 2024 (-403) e del 2023 (-457). Ancora più rilevante è il dato delle nuove iscrizioni, che hanno raggiunto quota 1.295, uno dei valori più alti degli ultimi anni.
Quest’ultimo dato è un chiaro indicatore di fiducia. Anche la quota di imprenditori vicentini che prevedono un aumento produttivo nel breve termine rimane in linea con la fine del 2024, su valori che sono considerati soddisfacenti. L’inizio del 2025 è quindi caratterizzato da molta incertezza, ma la flessibilità e la resilienza delle imprese del territorio rimangono un elemento di forza fondamentale.