
Vicenza arretra nella classifica annuale di Legambiente sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani. La città berica si è classificata al 61° posto su 106 comuni analizzati nel rapporto “Ecosistema Urbano 2025”, perdendo dieci posizioni rispetto all’anno precedente.
I dati sono stati presentati nei giorni scorsi a Roma da Legambiente in collaborazione con l’Istituto Ambiente Italia, utilizzando venti indicatori forniti da Comuni, Istat, Ispra e Aci.
“Dallo studio degli indicatori più significativi emerge un quadro di una città che fatica a migliorare le sue criticità, anzi, in alcuni ambiti compie addirittura dei passi indietro”, ha dichiarato Valentina Dovigo, presidente di Legambiente Vicenza. “La nostra città è ancora troppo timida nei miglioramenti, quello che vorremmo e che chiediamo da tempo è un’accelerazione importante nelle politiche ambientali e una maggiore concretezza in alcuni degli ambiti chiave, dall’economia circolare, per esempio con politiche che mirino alla riduzione della produzione di rifiuti pro-capite, all’uso del suolo fino alla mobilità che deve essere più sicura e meno impattante”.
La critica di Legambiente si concentra in particolare sui dati relativi alla qualità dell’aria e alla produzione di rifiuti. Vicenza è tra le città europee con i livelli medi più elevati di PM10 e PM2,5, con valori medi rilevati (30,33 microgrammi/m³ per il PM10 e 21,5 microgrammi/m³ per il PM2,5) che restano in una situazione “estremamente critica e pericolosa per la salute umana”, soprattutto se confrontati con le linee guida dell’OMS.
Sul fronte dell’economia circolare, se da un lato la raccolta differenziata è in netto miglioramento (74%), dall’altro la produzione di rifiuti si attesta a 655 kg pro capite annui, un notevole peggioramento rispetto ai 588 kg del 2024, evidenziando come la nuova frontiera debba essere la riduzione dei rifiuti.
Sul versante del verde e del suolo, è risultato in leggero aumento il numero di alberi ogni 100 abitanti in area pubblica (23,12), mentre è rimasto invariato l’indice di verde fruibile. Per quanto riguarda la mobilità, il chilometraggio di piste e corsie ciclabili (16,36 mq/100 abitanti) è positivo e in aumento, anche se c’è da migliorarne la qualità, mentre il numero di auto per abitante (62/100 ab) resta indubbiamente troppo elevato se confrontato con i dati medi delle città europee di pari dimensioni. Infine, sui consumi e la rete idrica, i consumi idrici domestici tornano ad aumentare leggermente (135 litri giornalieri per abitante), mentre la percentuale di dispersione idrica della rete scende dal 18,3% al 17,4%.
Per quanto riguarda gli altri capoluoghi del Veneto nella classifica generale, Treviso rimane la migliore in regione, classificandosi al 13° posto complessivo. Seguono Belluno 15esima, Padova al 39esimo posto, Venezia 47esima e più in fondo Verona, al 73esimo posto, prima di Rovigo, ultimo tra i comuni veneti, al 77esimo posto.