
(Adnkronos) – "La prima cosa" che chiediamo ai candidati in campo per la presidenza della Regione Campania "è l'interessamento, la spinta al completamento in tempi rapidi delle infrastrutture che interessano la nostra regione, che rappresentano il volano di sviluppo per il futuro". Così, con Adnkronos/Labitalia, Emilio De Vizia, presidente di Confindustria Campania, sulle richieste degli industriali campani, ai due candidati alla presidenza della Regione Campania, che l'associazione incontrerà, in vista delle elezioni previste per il 23-24 novembre, rispettivamente il 13 novembre alle 16 (Roberto Fico) e il 17 novembre alle 17 (Edmondo Cirielli). E De Vizia sottolinea che in particolare l'attenzione della sua associazione è incentrata verso l'Av "Napoli-Bari, che di fatto non sarà solo un'Alta velocità che collega due grandi città, e già questo è abbastanza importante per Napoli, ma soprattutto è un tratto di ferrovia che attraversa delle aree interne della nostra regione". "Su questa tratta è prevista anche la realizzazione di una stazione intermedia in provincia di Avellino, con la previsione della realizzazione di una piattaforma logistica in adiacenza alla stazione. Se quest'opera, con tutte le opere complementari di collegamenti stradali che sono necessarie e già individuate, alcune già progettate, altre parti in progettazione, può rappresentare, secondo me, un po' quello che ha rappresentato l'autostrada Napoli-Bari negli anni '60", sottolinea De Vizia. Per il leader degli industriali campani, che è anche presidente di Confindustria Avellino, "a questo punto noi avremmo una regione che ha dei grossi centri urbani, ma anche delle aree interne collegate con servizi e con infrastrutture a queste aree". "Le aree interne in questo modo possono diventare, secondo me, un'occasione per 'liberare' i grossi centri dell'area metropolitana di Napoli da una serie di problematiche importanti", sottolinea. "E poi -aggiunge- non dimentichiamoci che l'Alta velocità collega due porti fondamentali, che sono diventati il centro dello sviluppo dei territori", sottolinea. Secondo De Vizia "i numeri della Campania dimostrano che la regione cresce molto più di altri territori, anche del Nord Italia. Ma si può fare ancora tanto e per farlo bisogna rendere ancora più attrattiva la nostra regione. Bisogna agire, ad esempio, sulla gestione delle aree industriali che sta diventando un problema molto forte, come nell'Aversano, ma anche nell'Avellinese. Non è possibile che spesso manchino i servizi, in alcuni casi la depurazione delle fognature a regime. O altri casi in cui le aziende hanno dovuto sospendere le attività produttive a causa della mancanza dell'acqua", sottolinea ancora l'industriale. I possibili effetti dei dazi Usa "Al momento i dati che abbiamo sono ancora frammentati, ma è assolutamente necessario capire quali sono le difficoltà che alcune imprese e alcuni settori produttivi stanno avendo rispetto ai dazi Usa, a livello di calo dell'export verso quella regione. E una volta ben chiaro il quadro, sarà necessario trovare un sistema tale che queste aziende possano ricollocare le loro merci su altri territori, assistendole con finanziamenti e altri strumenti, con un'attenzione particolare alle pmi", sottolinea De Vizia. Secondo De Vizia, con i dazi Usa oltre agli effetti diretti sull'export delle imprese "campane dell'agroalimentare, rischiamo che ci sia anche un altro fenomeno: i prodotti di altri Paesi che avranno anch'essi dei problemi sul mercato americano inizieranno ad arrivare in Europa e in Italia e ci sono rischi concreti di ripercussioni sul nostro tessile ma anche sul settore della ceramica ad esempio", spiega. Il giudizio sulla manovra del governo "Nella manovra economica del governo per le imprese io vedo poco, non la vedo come una manovra tesa allo sviluppo. C'è il super ammortamento, ma poco altro, anche se attendiamo i decreti attuativi", spiega il leader degli industriali campani. Le preoccupazioni sulla Zes "Questa riorganizzazione della Zes unica, con una struttura meno agile, ci preoccupa. La forza della Zes era infatti l'autorizzazione unica in 30 giorni, questa era la media delle autorizzazioni, che di fatto ha sbloccato un sistema e soprattutto ha toccato una serie di poteri di interventi di interdizione che avevano a serie di enti comunali, sovracomunali o regionali che spesso mettevano l'ostacolo più che risolvere un problema. Stiamo parlando di circa 900 autorizzazioni rilasciate nel 2024 tra cui una buona parte, quasi il 40%, riguardano la regione Campania e questa è la prova che è la Regione a guidare la locomotiva del Sud", spiega De Vizia. La crisi dell'automotive "La Campania ha un legame ancora forte con l'automotive, e siamo quindi penalizzati dalla crisi di questo settore a livello nazionale ed europeo. La nostra regione ha ancora stabilimenti importanti in provincia di Avellino e a Pomigliano, con un indotto enorme le cui aziende vivono un dramma nel dramma, nel senso che erano quelle più legate al mondo Stellantis mentre in altre regioni le aziende si erano legate anche ad altre case automobilistiche. Quindi speriamo che il 2026 sia l'anno di ripresa dell'automotive", conclude De Vizia.
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