
Le elezioni regionali del Veneto che decreteranno il nuovo Presidente della Giunta Regionale e il rinnovo del Consiglio si terranno domenica 23 e lunedì 24 novembre 2025. I candidati alla carica di Presidente sono cinque, ognuno con un background politico e personale ben definito: Alberto Stefani, Giovanni Manildo, Fabio Bui, Marco Rizzo e Riccardo Szumski.
Alberto Stefani: il giovane recordman della Lega per il centrodestra

Alberto Stefani è il candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrodestra ed è sostenuto dalle liste Lega Stefani Presidente, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Liga Veneta Repubblica.
Nato a Camposampiero (Padova) il 16 novembre 1992, vanta il record di più giovane deputato mai eletto nelle liste leghiste, arrivato a Montecitorio a soli 25 anni. In Parlamento si è occupato prevalentemente di temi sociali come cura degli anziani, diritti dei caregiver, lotta al disagio giovanile, violenza su donne e minori.
Laureato in Giurisprudenza a Padova, Stefani sta proseguendo gli studi giuridici, con pubblicazioni scientifiche sui temi del diritto canonico ed ecclesiastico.
La sua carriera politica è stata precoce: si è iscritto alla Lega a 15 anni, folgorato dall’idea del federalismo. A 20 anni è stato eletto consigliere comunale e coordinatore dei giovani del Carroccio, a 26 anni è diventato sindaco di Borgoricco. Nel 2022 è stato rieletto deputato e dall’agosto scorso è presidente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Dal 2023 è segretario regionale della Lega Veneta, appoggiato dal segretario federale Matteo Salvini, e ha fondato la scuola di formazione politica “Veneto domani”. Nel settembre 2024 è stato eletto vicesegretario federale della Lega.
Cattolico e con esperienze nell’Azione Cattolica, si è dichiarato appassionato di letteratura e arte, e sostiene di credere “nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare. E, se ci sono i presupposti, costruire qualcosa insieme”. È tifoso del Milan e ha un passato da pallavolista.
Giovanni Manildo: il civico democratico alla guida del centrosinistra

Giovanni Manildo, 56 anni, avvocato, sposato e padre di tre figli, è il candidato del centrosinistra alla presidenza del Veneto. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova, si occupa professionalmente di diritto dell’energia, comunità energetiche e partenariati pubblico-privato, incrociando i temi della transizione ecologica e dell’efficienza energetica.
Dal 2013 al 2018 è stato sindaco di Treviso, interrompendo vent’anni di governi leghisti con una vittoria simbolica che ha dimostrato la sua capacità di aggregare coalizioni civiche e progressiste. Nel suo mandato ha dato prova di essere un amministratore innovatore, pedonalizzando piazze storiche, realizzando piste ciclabili, rilanciando la mobilità sostenibile e varando un Piano degli Interventi orientato alla riduzione del consumo di suolo.
Radicato nella tradizione della sinistra cattolica e del civismo democratico, Manildo ha concepito la politica come servizio e costruzione collettiva. Il suo stile – sobrio, dialogante, rispettoso – lo ha reso credibile anche oltre il suo schieramento.
Alpino e orgogliosamente veneto, unisce l’amore per la sua terra a una visione europea. La sua candidatura è sostenuta dalla più ampia coalizione di centrosinistra degli ultimi decenni, con l’obiettivo di “costruire insieme un Veneto più giusto, sostenibile e attrattivo, che torni a crescere come comunità”.
Fabio Bui: la rincorsa dei Popolari per il Veneto dopo una vita da amministratore locale

Fabio Bui, sessant’anni, è stato l’ultimo iscritto alla corsa per Palazzo Balbi, correndo da frontman dei Popolari per il Veneto dopo che la sua lista iniziale era stata respinta per irregolarità.
Tenta ora una difficile rincorsa per superare la soglia di sbarramento del 3% che gli permetterebbe di approdare al Consiglio regionale.
Bui vanta una lunga esperienza da lavoratore della pubblica amministrazione e una carriera da civico centrista. È stato prima vicesindaco e poi sindaco di Loreggia (Padova) e nel 2018 è stato eletto presidente della Provincia di Padova. Si è trovato quindi a guidare il territorio nei giorni e nei mesi del Covid, che proprio a Vo’ registrò uno dei primi focolai.
Tornato a lavorare all’Ulss 6 nel 2022, ha lanciato la sua scommessa per le Regionali con una campagna che mira a fare breccia sull’elettorato deluso di centrodestra. Ha dichiarato: “Il Veneto è stanco di chiedere permessi a Roma per gestire la propria casa. L’autonomia non è un privilegio, ma un diritto costituzionale. Serve un Veneto che decida per sé, che non subisca ma costruisca”.
Marco Rizzo: il sovranismo popolare tra Autonomia e critica alle multinazionali

Marco Rizzo, 66 anni, ex deputato ed europarlamentare, che fu tra i fondatori di Rifondazione comunista, guida la sua lista “Democrazia sovrana e popolare” alla corsa per il Veneto, regione di cui rivendica le radici familiari.
Rizzo, teorico del superamento di destra e sinistra in nome del “sovranismo popolare”, guarda con interesse a Roberto Vannacci, affermando di trovarsi d’accordo con lui su diversi punti programmatici.
In Veneto punta sul riconoscimento dell’Autonomia e sui delusi rifugiatisi nell’astensionismo: “Serve ridare dignità alla politica, il Veneto viene schiacciato da multinazionali straniere”.
La sua candidatura non ha dovuto raccogliere le firme grazie al sostegno del consigliere forzista (ex Lega) Fabrizio Boron. Sui social circola un suo video, realizzato con l’Intelligenza artificiale, che lo mostra a bordo di una gondola. Un sondaggio del 6 novembre lo posiziona al 2,7%, lasciando aperta la possibilità di superare il 3% necessario per l’ingresso in Consiglio.
Riccardo Szumski: l’ex leghista no vax con la lista “Resistere Veneto”

Riccardo Szumski, 73 anni, ex leghista e medico, è il candidato della sua lista “Resistere Veneto”. Già sindaco a Santa Lucia di Piave (Treviso) nel mezzo dell’emergenza Covid-19, si è distinto per la sua vicinanza al movimento “no vax”.
Noto per iniziative amministrative “venetiste” – come documenti e atti in dialetto e ostilità alle ricorrenze civili nazionali – Szumski durante il lockdown si è distinto per la “ribellione” ai protocolli sanitari governativi, in nome della cura tempestiva e della libertà di coscienza. Per questa scelta è stato radiato dall’Ordine dei Medici.
Nel 2022 ha fondato l’associazione “Resistere con Szumski”, da cui è nata la candidatura alla Presidenza della Regione Veneto. Tra i punti del suo programma la sanità pubblica e vicina, una Regione autonoma e responsabile, libertà di scelta e rispetto dei diritti fondamentali.





































