
La situazione politica in Veneto in vista delle prossime elezioni regionali si fa sempre più tesa e incerta. Una certezza nell’incertezza: il centrodestra non ha ancora il nome del candidato governatore.
Le recenti dichiarazioni del governatore uscente Luca Zaia, raccolte durante un punto stampa a Venezia, hanno alimentato il dibattito, con il centrodestra che ancora non ha sciolto il nodo cruciale del candidato. A fare il punto sulla situazione è lo stesso Zaia, il quale ha affrontato vari temi, dalla mancanza di un incontro programmato con Matteo Salvini fino alla data del voto e all’ipotesi di un suo ruolo futuro.
Il governatore ha confermato che non ha in programma un incontro specifico con il leader della Lega, pur non escludendo di incrociarlo durante gli appuntamenti in agenda. Sui tempi delle elezioni, Zaia ha ribadito che non c’è alcun ritardo, sostenendo che la convocazione dei comizi elettorali avverrà entro il periodo legale che precede la data massima, fissata per il 23 o 24 novembre.
Ha poi spiegato che si renderà necessario un esercizio provvisorio di bilancio, in quanto approvarlo in piena campagna elettorale sarebbe stato “poco corretto”. La nuova amministrazione, una volta insediata, potrà procedere con la stesura del bilancio.
Alla domanda su una sua possibile candidatura in una lista per il Consiglio regionale, Zaia ha risposto che “non è in lavorazione questo tema”. Ha però ammesso che “per logica evidente” potrebbe candidarsi, in quanto consigliere uscente, ma ha precisato che al momento nessuno gli ha proposto nulla.
Inoltre, il governatore ha espresso l’auspicio che il Consiglio regionale possa eliminare il vincolo del limite dei due mandati per gli assessori, una norma che lui stesso ha contribuito a introdurre nel 2012. Secondo Zaia, tale vincolo sarebbe anacronistico e lo rende l’unica figura con un limite di mandato dopo la caduta di tale vincolo anche per i consiglieri.
L’incertezza sulla candidatura del centrodestra continua ad essere un elemento di forte tensione. A Belluno, il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, ha commentato che la “partita non è finita finché l’arbitro non fischia“. L’investitura per guidare in Veneto la compagine di centrodestra resta quindi un fatto privato tra Lega e Fratelli d’Italia.
Questo scenario viene duramente contestato dal centrosinistra, che invece ha già scelto il suo candidato unitario in Giovanni Manildo, l’ex sindaco di Treviso. Intorno al suo nome si sono radunati Partito Democratico, Avs, Movimento Cinque Stelle e altre liste civiche e di sinistra.
Le dichiarazioni di Zaia hanno scatenato la reazione dem. Andrea Martella, segretario regionale del Partito Democratico, ha definito la situazione una “telenovela surreale”, accusando il centrodestra di tenere in ostaggio la democrazia e di trattare la Regione come “roba loro”. Martella ha sostenuto che l’atteggiamento di Zaia è un insulto all’intelligenza dei veneti.
Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, ha criticato aspramente le parole di Zaia sul vincolo dei mandati per gli assessori, definendole “il solito gioco delle tre carte” e un “atteggiamento arrogante”. Ha anche attaccato Zaia per l’incertezza sulla data del voto, accusandolo di usare il suo ruolo istituzionale per mantenere un ruolo politico che “non ha più”.