Elezioni Verona, Tommasi sindaco: le reazioni di Salvini e Tosi

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Pieni poteri a Matteo Salvini, alias MusSalvini?

Sulle elezioni di Verona arrivano le prime uscite pubbliche di Matteo Salvini e Flavio Tosi. Rispettivamente leader della Lega ed ex sindaco della città scaligera e candidato di questa tornata elettorale, senza superare il primo turno, hanno detto la loro.

Matteo Salvini, in un post su Facebook: “Spiace per le città perse al ballottaggio, nonostante l’impegno di candidati e militanti, spesso per le divisioni e i litigi nel centrodestra come a Verona, che non si dovranno più ripetere. Spiace per la bassa partecipazione al voto, spesso inferiore al 30%, un segnale che costringe tutti a lavorare di più e meglio. Buon lavoro a tutti i nuovi sindaci eletti e già da oggi al lavoro, che fra primo e secondo turno vedono passare il centrodestra da 54 a 58″.

Questa mattina ha detto la sua anche Flavio Tosi, passato a Forza Italia dopo il primo turno: “Se ci fosse stato l’apparentamento l’impresa sarebbe stata possibile. Ma se il sindaco uscente al primo turno prende il 32% vuol dire che qualcosa non funziona. Con Tommasi ci sarà un approccio pragmatico, senza ostruzionismo o barricate. Faremo delle proposte per il bene di Verona”.

Dichiarazioni, queste, sostanzialmente allineate con quanto detto da Massimo Ferro, senatore veronese forzista. Tosi ha poi aggiunto: “Mentre Salvini aveva capito che per salvare la situazione a Verona era utile l’apparentamento con noi, Luca Zaia ha sbattuto la porta”. Parole poco tenere anche nei confronti di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.

Inoltre, di “grande lezione” ricevuta da Tommasi, e in definitiva dal Centrosinistra, ha parlato Roberto Marcato, assessore regionale del Veneto oltre che figura di spicco della Lega.

“Se non cambiamo atteggiamento e non facciamo una seria riflessione – ha detto – perderemo le politiche e la Regione. Sono più preoccupato della reazione alla sconfitta, che del risultato per due motivi. Perché ho il timore che anziché fare un’analisi profonda, violenta e onesta, si cerchino delle scuse, per ognuno vuole difendere il proprio orticello, la propria posizione. E poi perché – ha concluso – si dovrebbe parlare, dire, e non lo fa”.