Erdogan e Putin, due uomini forti al potere avvicinati dalle difficoltà

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Erdogan e Putin
Erdogan e Putin

Erdogan e Putin. Turchia e Russia. Da una parte c’è la Turchia, in difficoltà economica, con la banca centrale in crisi, l’inflazione annuale all’80% e che nel prossimo giugno chiama i propri cittadini a scegliere il nuovo presidente. Dall’altra parte c’è la Russia, la sua guerra contro l’Ucraina, le sanzioni dell’Occidente e l’economia in declino. Le sfide che i loro Paesi si trovano a dover affrontare hanno spinto Recep Tayyip Erdogan e Vladimir V. Putin ad avvicinarsi, nonostante le loro profonde diversità.

Nelle ultime settimane si sono incontrati due volte, l’ultima a Sochi, in Russia, accordandosi soprattutto sulla cooperazione economica. Prima ancora è stata Teheran, dove Erdogan ha lasciato Putin in piedi ad aspettarlo per quasi un minuto, mentre il leader russo, noto lui stesso per la mossa del gioco d’attesa, era evidentemente irritato. L’episodio è stato interpretato come un sottile promemoria di Erdogan a Putin dell’alterazione dell’equilibrio di potere tra loro.

Questa, tuttavia, rimane una relazione che solleva non pochi dubbi negli alleati della NATO di Erdogan, poiché fornisce a Putin una falla considerevole nel complesso sistema di sanzioni che l’Occidente ha cercato duramente di costruire nel suo sforzo per ostacolare la guerra di Putin contro l’Ucraina, mentre alcuni si domandano dove stia la vera lealtà di Erdogan, al di là del suo stesso interesse. Il loro legame, per ora, si sta rivelando reciprocamente vantaggioso: per Putin, i benefici includono la vendita di energia e armi, investimenti e uno stretto legame con un membro della NATO, che sta cercando di isolarlo e aiutare l’Ucraina a sconfiggere il suo esercito invasore.

Per Erdogan, i vantaggi riguardano afflusso di denaro nella banca centrale, energia a basso costo, un ampio mercato di esportazione, un rinnovato turismo russo e, soprattutto, l’apparente accondiscendenza russa ai suoi sforzi per schiacciare il separatismo curdo in Siria, dove la Russia sostiene il governo siriano di Bashar al-Assad. In effetti, la Turchia si è opposta all’invasione russa dell’Ucraina, ha impedito alle navi da guerra russe di entrare nel Mar Nero e ha venduto armi a Kyiv, compresi sofisticati droni che hanno aiutato a uccidere i soldati russi. Per l’Occidente, la capacità di Erdogan di trattare con Putin non è stata del tutto negativa.

La Turchia ha mantenuto stretti legami diplomatici con Mosca e rimane il principale mediatore tra Russia e Ucraina per le consegne di grano e per i possibili colloqui di pace. Intanto, Erdogan o i suoi principali collaboratori parlano con Putin e col presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky più volte alla settimana.

Fonte: The Vision