Esclusi da Consiglio regionale, Miatello e Paccagnella (Risparmio rubato): “Ci trattano come criminali. E KPMG e PwC in salvo?”

Bloccati da Ciambetti a Venezia nonostante non volessero portare la bara del Risparmio rubato all'interno e nonostante il sostegno dei tre consiglieri Valdegamberi, Formaggio e Lorenzoni. Intanto a Roma si prepara un colpo di spugna per salvare PWC e KPMG dalle loro responsabilità nei crack bancari

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Patrizio Miatello (Ezzelino III da Onara) e Marco Paccagnella (Federcontribuenti) a Venezia con la Bara del Risparmio Rubato sul retro di palazzo ferro Fini
Patrizio Miatello (Ezzelino III da Onara) e Marco Paccagnella (Federcontribuenti) a Venezia con la Bara del Risparmio Rubato sul retro di palazzo ferro Fini

Dopo i funerali simbolici del Risparmio tenutisi a Vicenza (28 marzo), Treviso (11 aprile) e Padova (16 aprile), oggi doveva essere il giorno dell’ascolto in Consiglio regionale del Veneto. Le associazioni Ezzelino III da Onara (col Comitato di scopo FONDO RISTORO INTEGRALE) e Federcontribuenti, promotrici delle manifestazioni e portavoce, con Patrizio Miatello e Marco Paccagnella, dei risparmiatori truffati dal crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, erano pronte a condividere con l’aula le loro proposte per un Fondo di ristoro integrale e per bloccare la nuova “beffa” in arrivo dal Senato.

Ma il portone di Palazzo Ferro Fini è rimasto chiuso. Alle due delegazioni è stato vietato l’ingresso nel Consiglio regionale nonostante un incontro fosse stato concordato e nonostante l’accompagnamento dei consiglieri regionali Joe Formaggio, Stefano Valdegamberi e Arturo Lorenzoni, che si erano anche impegnati in interrogazioni ufficiali sul tema.

“Siamo esterrefatti – denunciano Patrizio Miatello e Marco Paccagnella, presidenti delle due associazioni –. È evidente che in Consiglio regionale chi ricorda il crack delle banche dà più fastidio dei criminali che hanno rubato i risparmi di migliaia di veneti”. La simbologia della bara del Risparmio Rubato, portata anche oggi a Venezia, doveva restare fuori, come comunicato per tempo via mail. Ma niente da fare: “Ci hanno trattati come pericolosi sovversivi”, accusano.

A nulla è servita la mediazione di Lorenzoni, né le pressioni degli altri due consiglieri, tutti firmatari di una interrogazione per riaccendere i riflettori sulle vicende delle banche venete. “Paradossale – ha dichiarato Marco Paccagnella – che il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti ci abbia respinto come se fossimo una minaccia. Volevamo solo ricordare che da dieci anni siamo di fronte a una liquidazione infinita e opaca, senza verità né giustizia”.

E mentre il Veneto istituzionale gira la faccia, a Roma si prepara un’altra pietra tombale sulla verità: il DDL 1426 in discussione al Senato, se approvato, limiterebbe retroattivamente la responsabilità legale dei revisori contabili, in primis KPMG per la Popolare di Vicenza e PWC per Veneto Banca. Un colpo di spugna che cancellerebbe ogni possibilità per i risparmiatori di ottenere giustizia in tribunale. Una legge “vergognosa”, che il comitato per il Fondo ristoro integrale chiede di fermare con forza, rilanciando il sostegno a chi (Erika Stefani e Pierantonio Zanettin, ndr) si è schierato contro il provvedimento.

«Non ci fermeremo davanti a nessuna porta chiusa – dopo Miatello conclude Paccagnella –. Abbiamo in corso interlocuzioni con il viceministro Maurizio Leo e con lo stesso Zanettin, mentre ringraziamo le parlamentari Maria Cristina Caretta e Valentina Grippo per l’impegno concreto: la prima nel seguire la nostra causa, la seconda per l’interrogazione parlamentare sulla gestione della liquidazione di Veneto Banca. Ma finché ai veneti non verrà restituito ogni centesimo perso, non ci sarà pace per nessuno. Non saremo mai domi».