
Problemi di salute tali da impedire l’espulsione dall’Italia e l’uomo che era stato allontanato da Vicenza per aver tentato più volte di aggredire una commerciante è tornato in città. Una vicenda che riporta all’attenzione la questione sicurezza, seppur offrendo un nuovo spunto.
Da queste pagine – trattando il tema – abbiamo più volte sottolineato come la questione “soffrisse” di un eccesso di retorica nel dibattito politica, con le due parti, centrodestra e centrosinistra, a scambiarsi i ruoli di accusato e accusante nell’alternanza politica che si è registrata in questi anni. Chiunque abbia governato ha dovuto dar fronte con questo problema e con gli attacchi della minoranza. Senza andare troppo lontano, accadeva con Rucco ieri e accade oggi con Possamai.
Come detto – e come riportato da diversi media vicentini – nelle scorse ore la signora Margherita Parolin ha appreso del “ritorno in città” dell’uomo e ha fatto sapere di aver deciso di chiudere il suo negozio in Corso Fogazzaro, teatro dei tentativi di aggressione da parte del senzatetto che lo Stato italiano non riesce a rimpatriare.
Appena lo scorso 18 giugno, riferivamo – apprendendolo dall’amministrazione comunale – che l’uomo, K.Q., 35 anni, era stato accompagnato al CPR di Gradisca di Isonzo per essere definitivamente rimpatriato dopo che il Prefetto di Vicenza aveva emesso nei suoi confronti un provvedimento in tal senso.
Poi una svolta imprevista e non auspicabile, soprattutto per la commerciante: l’uomo è riapparso a Vicenza. Ai quotidiani locali la donna ha detto: “Preferisco la porta chiusa del negozio e la mia vita al sicuro, che la porta del negozio aperta e una coltellata nel fianco. Questa persona ce l’ha con me. È stata dichiarata pericolosa. Ringrazio il questore, che mi ha dato tutto il supporto possibile, e le forze dell’ordine. Ma non basta. Fino a quando non mi diranno che questa persona è stata imbarcata su un aereo ed è tornata nel suo Paese, io non apro più il mio negozio“.
Del caso ha parlato anche il sindaco Giacomo Possamai, rammaricandosi del fatto che a volte, come nella vicenda della commerciante di Vicenza, le forze dell’ordine compiono il loro dovere per poi vedere i loro sforzi vanificati.
Ecco, sul tema della sicurezza pesa – anche se non in maniera preminente – anche questo fattore: la burocrazia italiana può riservare sorprese. Questo non esenta l’amministrazione comunale dal proseguire a compiere politiche per la sicurezza dei cittadini in città. Ma – come abbiamo altre volte sottolineato da queste pagine – sempre nell’ambito dei propri limiti di competenza.
Quello della sicurezza urbana, insomma, resta un problema complesso, comune tra l’altro a moltissime città italiane a qualsiasi latitudine e la cui soluzione pesa sulle istituzioni locali solo parzialmente, e comunque per una porzione tale da far credere che addossarlo su una parte politica (qualunque essa sia) sia mero esercizio di propaganda piuttosto che contributo concreto alla soluzione di un problema comune.