
Ex Centrale del Latte di Vicenza, dopo vent’anni di attesa arriva una open call (“Attiva la centrale”) che ricerca idee, iniziative e attività per una prima fase di sperimentazione, in attesa che lo spazio venga assegnato il giugno prossimo. Ieri sera nell’auditorium dello stabile nuovo di zecca erano presenti un centinaio di persone, tanto che le sedute non erano sufficienti e molti si sono seduti a terra o sono rimasti in piedi.

“Da stasera non è più Ex Centrale del Latte, ma solamente Centrale” ci tiene a precisare l’assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai, felice dell’elevata presenza di pubblico che ha risposto all’appuntamento. Qualcuno dalla platea definisce “futuristica” la struttura che richiama le origini della Centrale del Latte e il razionalismo anni ’30; Nicolai sottolinea la mancanza di porte poiché la condivisione, l’ibrido e la convivenza di più realtà sarà necessaria, lo stesso baricentro è stato spostato, creando una piazza che guarda verso porta San Bortolo, mentre un’imponente scalinata attraversa il palazzo perché “non è uno spazio di pochi, è aperto”.

Oggi sul piatto c’è un bando ANCI di 350mila euro che mira a individuare un soggetto gestore under 35 per una lunga gestione, con l’obiettivo che venga creata una stabilità (economica e per il quartiere). Ma ricordiamo che c’è un altro bando in ballo, ben più consistente: un anno fa il comune di Vicenza aveva partecipato a un avviso del Ministero delle Politiche Sociali, risultando idoneo ma non finanziato, salvo poi venire ripescato in graduatoria proprio per il progetto della ex Centrale del Latte; parliamo di una somma di 2,7 milioni di euro. L’area è ancora al centro di polemiche tra Amministrazione e opposizione a causa della perdurante fase di stallo.

Domani verrà pubblicata la open call “Attiva la Centrale”, con l’obiettivo di rendere vivi gli spazi, aperti e condivisi. Potranno candidarsi entro il 30 novembre alle ore 12.00 associazioni ed enti del terzo settore, ma anche gruppi informali e singoli (senza vincoli di età): l’importante è avere un’idea innovativa e proposte che siano apartitiche e laiche, di cultura o sociale e che vadano ad animare il quartiere. Verranno organizzati incontri anche negli altri quartieri per illustrare la call, mentre ARCI Servizio Civile potrà fornire un supporto per la stesura del progetto, in particolare a singoli e gruppi informali.
A dicembre verranno comunicate le proposte selezionate, i criteri di scelta saranno 7: coerenza con gli obiettivi della struttura e del target, accessibilità e aperture, barriere linguistiche e socioculturali, continuità temporale, capacità organizzativa, cooperazione tra soggetti e capacità di valorizzazione degli spazi. Si procederà poi a una calendarizzazione e partiranno alcuni incontri “di formazione” dedicati alla gestione degli spazi, alla progettazione sociale e culturale e alle modalità di organizzazione degli eventi proposti; si cercherà dunque di creare già le prime sinergie tra le realtà proponenti.

Da gennaio a maggio 2026 si svolgerà la fase di sperimentazione degli spazi, attraverso la realizzazione effettiva delle iniziative scelte attraverso la open call. Non verrà fornito alcun budget per questi appuntamenti, ma gli organizzatori saranno liberi di fissare un biglietto a pagamento per i partecipanti. Questo periodo sarà necessario anche all’Amministrazione comunale per testare le potenzialità degli spazi ma anche i limiti reali (tra cui i costi di gestione e mantenimento delle strutture) e dunque raccogliere gli elementi utili per la stesura del bando effettivo.
Nella primavera del 2026 verrà pubblicato l’avviso per individuare il soggetto gestore indirizzato a realtà under 35 (è sufficiente che il direttivo dell’associazione sia prevalentemente giovane); da giugno il soggetto prescelto prenderà in mano l’esercizio delle attività.
“Non ci stiamo muovendo a caso, ci siamo muovendo diversamente da come fatto finora. Vogliamo che questo spazio sia dedicato alla creatività e sia aperto ed accessibile. Sono qui in rappresentanza dell’Amministrazione, perché qui vogliamo costruire la popolazione futura, i giovani di oggi un domani avranno famiglia e magari porteranno i figli alla Centrale” chiosa Nicolai.
A presentare il progetto assieme all’assessore c’era Matteo Brambilla, co-founder di FROM, agenzia milanese di city making per la trasformazione urbana che aggiunge: “abbiamo già seguito questo tipo di processi in altre città, vogliamo provare a coltivare un campo incolto per lungo tempo e a piantare nuovi semi”. Presente nel gruppo di lavoro anche Naomi Pedri Stocco, in rappresentanza di EST, che racconta le modalità di candidatura che dovranno avvenire al link attraverso la compilazione di una semplice scheda di progetto.
In chiusura Nicolai ci tiene a ringraziare Focus Giovani, tavolo informale che riunisce 14 enti dal 2014 e che insegna a Vicenza come lavorare in modo cooperativo e come il mondo stia andando verso quella direzione, ma anche le realtà che hanno già operato per rendere viva la Centrale: Villaggio S.O.S., Società del Quartetto, Arci Servizio Civile e Porto Burci che hanno organizzato Spazi Insoliti lo scorso settembre, e i diversi gruppi fotografici e d’arte che hanno organizzato le mostre nel 2024 e 2025.
Spazio alle domande e a qualche sottile provocazione dal pubblico, tra cui l’appunto sul non dimenticare gli anziani e sulla necessità di iniziative intergenerazionali, ma anche la questione dei pochi centri di aggregazione a Vicenza che ormai stanno scomparendo. “Il problema è che non funziona più il modello del subappalto o del Comune che dà i soldi a qualcuno per gestire lo spazio, è un modello vecchio e che stiamo cercando di cambiare anche partendo dalla Centrale. Inoltre, c’è un problema comunitario, paradossalmente sono aumentati da 3 a 6 i centri giovanili, basti vedere l’esempio di Santa Cruz” replica Nicolai.
Per informazioni: https://www.instagram.com/centrale.vicenza/
 
             
		


