Export Vicenza: cresce l’Asia, calano USA e Germania. L’analisi della Camera di Commercio

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Si è svolto presso la Camera di Commercio di Vicenza l’Osservatorio sull’Economia e il Lavoro, l’incontro semestrale di approfondimento organizzato dall’Ente Camerale berico con la partecipazione dei rappresentanti delle Categorie Economiche, dei Sindacati e delle Istituzioni.

Presente il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in visita a Vicenza.

Secondo un format ormai consolidato, l’Osservatorio è stato un momento di confronto e riflessione sullo stato di salute e le prospettive di evoluzione dell’economia locale, anche grazie ad una serie di analisi condotte dall’Ufficio Studi della CCIAA di Vicenza su archi temporali più ampi rispetto alle tipiche indagini congiunturali.

Proprio da questa prospettiva, uno dei dati più significativi riguarda la profonda evoluzione dei mercati di riferimento per l’export vicentino. Se infatti nel 1994 Germania, Stati Uniti e Francia assorbivano complessivamente oltre la metà delle esportazioni vicentine (51%), oggi il loro “peso” si è fortemente ridimensionato: appena il 34,5% del totale (dato 2024). E il cambiamento avvenuto si conferma significativo anche allargando l’analisi ad altri partner commerciali storici: infatti anche considerando quelli che trent’anni fa erano i primi 10 mercati per le imprese beriche, il loro “peso” è diminuito dal 69,8% del 1994 al 53,8% del 2024.

Così, se l’Europa rimane la prima destinazione anche se in calo (63,9% contro 65,2%) e l’America arretra (dal 19,7% al 15,1%), una crescita significativa ha riguardato le esportazioni in Asia (dal 12,7% al 16,1%) e soprattutto in Africa e Medio Oriente (rispettivamente dall’1,8% al 3,8% e da 0,6% a 1,2%).

Per quanto riguarda i singoli mercati nazionali emergenti, alcuni meritano una particolare attenzione. È il caso ad esempio degli Emirati Arabi, in particolare per il settore orafo, che oggi hanno ormai sostituito la Turchia come hub distributivo del settore, ma importanti opportunità di crescita si stanno evidenziando anche in America Latina e in particolare il Brasile, che potrà diventare un mercato ancora più importante grazie all’entrata in vigore dell’accordo UE-Mercosur, mentre nel Vecchio Continente spicca la crescita esponenziale delle esportazioni in Spagna (+29,4% negli ultimi 5 anni) che oggi “vale” quanto metà degli USA, e la ripresa dell’export nel Regno Unito, che sta recuperando le sue posizioni dopo le difficoltà del Brexit.

E poi c’è la Cina, che nel 2024 ha assorbito merci vicentine per soli 230 milioni, con una flessione del 12,8% rispetto all’anno precedente, ma per le sue dimensioni costituisce un mercato sottoutilizzato e dunque con un grande potenziale di crescita ancora in gran parte da esplorare.

Proprio la capacità delle imprese vicentine di cercare sempre nuovi mercati, adattandosi di volta in volta alle situazioni contingenti, ha consentito la sostanziale tenuta dell’export vicentino nonostante alcuni elementi di criticità sul piano geopolitico e industriale. In particolare, persistono le difficoltà dell’export per il sistema moda e le attività legate all’automotive, mentre sono in crescita le esportazioni di oreficeria e macchinari. Il tutto per un valore complessivo delle esportazioni vicentine pari a 11,3 miliardi di euro nel primo semestre 2025, con un saldo pari a -1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (mentre le esportazioni nazionali, pari a 322,6 miliardi di euro sono cresciute del 2,1%).
Con questi dati, Vicenza si conferma 4a provincia esportatrice in Italia, anche a causa del notevole sviluppo di Firenze che conquista il secondo posto dietro a Milano, mentre al 3° posto si posiziona quindi Torino. Fra le prime 10 maggiori province esportatrici, Vicenza è però l’unica veneta.

Durante l’incontro dell’Osservatorio, proprio un’analisi del posizionamento competitivo dell’export vicentino è stata sviluppata con un intervento di Lelio Pasquale Iapadre, Presidente del Consorzio HPC4DR (High-Performance Computing for Disaster Resilience) con sede presso l’Università dell’Aquila, dove è stato Professore di Economia applicata e Prorettore delegato per lo sviluppo sostenibile, nonché Associate Research Fellow dello United Nations University Institute on Comparative Regional Integration Studies (UNU-CRIS) di Bruges e Adjunct Professor in Trade and International Finance a SciencesPo, Mentone.

A seguire c’è stato anche un intervento di Silvia Cantele, Ordinaria di Economia Aziendale presso il Dipartimento di Management dell’Università di Verona, che ha evidenziato i risultati di alcune indagini riguardanti l’evoluzione del tema della sostenibilità nelle imprese vicentine.

Del resto lo stretto legame tra sostenibilità e innovazione è stato evidenziato anche attraverso due testimonianze aziendali, grazie alla partecipazione di Alessandro Mezzalira, amministratore delegato di Fitt SpA, e di Enrico Raimondo, amministratore unico dell’impresa R.F. Innova Srl. Due imprenditori con storie aziendali molto diverse ma che rappresentano dei casi di successo e di attenzione verso la sostenibilità e l’innovazione, e che possono quindi essere di ispirazione per affrontare in modo proattivo le trasformazioni in atto.