Fattoria Il PomoDoro: a Bolzano Vicentino sostenibilità ambientale e inclusione sociale

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Un'offerta sempre nuova, di stagione, biologica e a km0
Un'offerta sempre nuova, di stagione, biologica e a km0

(Articolo su fattoria PomoDoro da VicenzaPiù Viva n. 303, sul web per gli abbonati). 

In un casolare del Seicento, circondato dai campi, va in scena una favolosa realtà. A nutrire ortaggi e frutta biologici sono la dedizione e la passione di ragazzi disabili, che qui trovano la propria dimensione e si sentono realizzati, e degli operatori e volontari che li accompagnano. Oltre all’attività agricola, vendita diretta e tramite punti di acquisto solidale e un ristorante di campagna che sa sorprendere, non solo i palati.

Adoro la realtà e la mission dell’ormai celebre PizzAut e ritengo che Nico Acampora e i suoi ragazzi autistici (che di recente sono approdati persino a Bruxelles per cucinare la loro pizza al Parlamento Europeo) meritino tutto il successo, gli apprezzamenti, la fama e la pubblicità di cui godono dopo tanti sacrifici. Come al solito, però, dovremmo imparare a guardare intorno a noi, a sbirciare dove non luccicano i riflettori, ad ascoltare anche quando i media non urlano… Perché in alcuni casi, l’erba del vicino (inteso come non lontano) è davvero più verde.
Ed è proprio una distesa di prati verdissimi, orlati di alberi e punteggiati da qualche serra,  compresa quella per l’imbianchimento del radicchio, ad accogliere chi oltrepassa il cancello della Fattoria Il Pomodoro, a Bolzano Vicentino.

L'ex stalla durante un evento, sempre legato al mondo del volontariato
L’ex stalla durante un evento, sempre legato al mondo del volontariato

Qui non si coltivano solo ortaggi e frutta bio, ma vera inclusione, condivisione e… libertà.
L’impagabile senso di libertà, oltre che di autonomia nei propri singoli ruoli, che provano i ragazzi affetti da disabilità intellettiva o fisica lieve (o al massimo media, per gli altri occorre una risposta specializzata) coinvolti ogni giorno nelle attività di quello che è molto più di un luogo di lavoro. Il periodo dell’obbligo scolastico, con tutte le restrizioni e i disagi che poteva comportare, è finito e il rischio di essere parcheggiati in un centro diurno -per il quale sono troppo abili, in realtà- è scongiurato. Qui si lavora tutti insieme, all’aria aperta e con le porte aperte, in tutti i sensi. Eppure nessuno se ne va mai…
Nato nel 2009 da un’associazione onlus (oggi Aps) di genitori di ragazzi disabili e dal 2023 affiancata per motivi fiscali da una impresa sociale srl, Il Pomodoro gestisce appunto una fattoria con annesso fondo agricolo messa a disposizione da Ipab Vicenza. Qui, all’ombra di un casale secentesco, in questo momento soggetto a opere di consolidamento ma non per questo meno affascinante, oggi si concretizza un esempio sereno e gradevole di comunità aperta, secondo un preciso progetto di multifunzionalità di attività e servizi -coltivazione (biologica/organica), raccolta, vendita, lavorazione e ristorazione- che fonde inclusione sociale e sostenibilità ambientale.

Profumi e inclusione in cassetta
Profumi e inclusione in cassetta

In un ambiente lavorativo a loro misura, in una relazione “alla pari”, in un contesto dove la menomazione non fa paura, i cosiddetti soggetti fragili non sembrano nemmeno più così fragili, ma felici, al loro posto. Realizzati, insomma.
Anche se, come per tutti, c’è sempre da imparare. E questo li stimola. Se possono essere se stessi, pur nelle regole della convivenza e della comunità, forse, credo imparino a pensare, possono essere (e fare) qualsiasi cosa. Certamente, ora come ora, possono lavorare nei campi, selezionare gli ortaggi e privarli dello scarto, venderli in bottega senza litigare con la cassa elettronica, trasformarli in piatti golosi in cucina e infine servirli nel ristorante. E non è cosa da poco, perché la difficoltà non è tanto fisica, ma emotiva e relazionale: avere a che fare con i clienti (beh, diciamocelo: non facile per nessuno), contenersi negli exploit, relazionarsi con persone esterne al loro mondo, rispettare i protocolli…
Sì, perché nulla è improvvisato nel progetto e operatori e volontari che affiancano i ragazzi seguono precisi protocolli educativi ed etici. Insomma, si fa del bene, ma fatto bene. Con solide fondamenta anche in ambito medico e sanitario, con il supporto della Ulss e con scambi attivi con il mondo della cultura, della scuola, della pubblica amministrazione, dell’associazionismo, dell’agricoltura sostenibile, della valorizzazione delle risorse territoriali e del recupero delle tradizioni locali.

Non è quella di Cenerentola, ma è comunque una bellissima fiaba
Non è quella di Cenerentola, ma è comunque una bellissima fiaba

Un’impresa dal valore enorme, eppure -come spesso accade- a conti fatti, i conti tornano a malapena. E, ci perdoni Machiavelli, al fine non corrispondono i mezzi (economici).
Il rapporto con la natura e quelli interpersonali, il tripudio di profumi e i colori nelle cassette di legno, i mattoni sapienti ma stanchi della fattoria, l’autostima che cresce nei ragazzi come le erbe aromatiche nel campo e persino il loro sorriso sempre al pallottoliere finiscono, senza pietà. I finanziamenti pubblici e le tante iniziative (eventi, matrimoni, corsi, laboratori, orto didattico e terapeutico ecc.) rischiano di non bastare mai e comunque quello che germoglia entro i confini de Il PomoDoro merita davvero di più.
Allora cominciamo tutti, soprattutto ora che si avvicinano le feste, a guardare il giardino (e l’orto) del vicino, senza invidia ma con ammirazione e consapevolezza.
Facciamo del bene a chi fa bene ma soprattutto a noi stessi: facciamo la spesa fresca, sana, di stagione e a km 0 (si può anche ordinare online e ritirarla in punti specifici della città, ma l’esperienza in bottega tra vecchi mobili, lavagne e scaffali in legno è poesia), pensiamo a cesti-regalo colmi di buonissime conserve, prenotiamo un tavolo (o regaliamo un buono) al ristorante di campagna La Frasca, inserito in diverse autorevoli guide gastronomiche e aperto da giovedì a sabato solo a cena, il sabato e la domenica a pranzo. Poi, volendo, si può pensare anche di affittare la suggestiva e restaurata ex-stalla per i nostri eventi, di fare una erogazione liberale o di destinare il 5×1000. O proporsi come volontari. Tutte le info su www.ilpomodorovi.org.
La prima cosa da fare, comunque, è andare a dare un’occhiata. Il resto verrà da sé. Garantito.