

Anche la consigliera Regionale veneta del Pd Chiara Luisetto e la deputata veneta del Pd Rosanna Filippin sono intervenute sul femminicidio di Castelnuovo del Garda, esprimendo innanzitutto la vicinanza ai familiari della donna uccisa, Jessica Stapazzolo Custodio de Lima, ennesima vittima di una drammatica catena che sembra non aver mai fine. Nel 2024, hanno ricordato, ci sono stati ben 113 femminicidi in Italia e l’unico argine a questa scia di sangue che non si ferma è il costante impegno corale di istituzioni, scuola e famiglie per sradicare una cultura del possesso che continua ad uccidere. «Gravissime, in tal senso – hanno dichiarato Luisetto e Filippin – sono le affermazioni del Ministro Nordio, il quale sostiene che l’educazione sessuale e affettiva, strumento necessario alla costruzione di relazioni sane e rispettose, debba essere relegata in famiglia. Una concezione arcaica e pericolosa, che ci riporta indietro nel tempo, a quando non se ne poteva parlare, non si doveva occuparsene. Dopo Valditara, ancora un’attacco ad uno degli strumenti necessari a prevenire la violenza».

Al contrario, secondo le due esponenti venete del partito democratico bisogna potenziare i percorsi scolastici per educare ad una sana sessualità e relazione: «È quello che le scuole, tra mille fatiche, cercano di fare, e invece chi ci governa è rimasto bloccato al passato. In giornate come queste, le parole fanno ancora più male e creano danno. Combattere la violenza di genere implica azioni concrete e una profonda consapevolezza da parte delle istituzioni. Contrastiamo con forza ogni ritorno al passato».

Il senatore Andrea Martella, segretario del Pd Veneto, a sua volta ha commentato sottolineando come il contrasto alla violenza debba essere una priorità bipartisan. In particolare Martella ha puntato l’attenzione sul fatto che Reis Pedroso Douglas, l’uomo accusato di aver ucciso a pugnalate l’ex compagna Jessica Stapazzolo, già arrestato per maltrattamenti ai danni della compagna e accusato anche di aver abusato della cognata, sia riuscito a togliersi il braccialetto elettronico di monitoraggio delle misure cautelari disposte contro di lui dal magistrato. «È evidente – ha sottolineato Martella – che in questo caso le avvisaglie c’erano tutte e che si pone una doppia questione: l’effettivo controllo delle misure cautelari e la concreta tutela della vittima. Bisognerà fare piena luce sui fatti per comprendere come sia potuto accadere il femminicidio. L’aggravante è che nel paese dove è avvenuta la tragedia era stato chiuso lo sportello antiviolenza, forse una coincidenza, ma che suona come un campanello d’allarme per non abbassare la guardia».
Il contrasto alla violenza contro le donne deve essere dunque un tema prioritario di rilevanza nazionale. «Siamo consapevoli – ha aggiunto il senatore Pd – che è necessario il coinvolgimento bipartisan affinché si promuova un cambiamento culturale necessario a fermare questa carneficina. Molto è stato fatto ma bisogna fare tanto di più. Le donne che denunciano vanno messe in salvo e gli uomini violenti messi in condizione di non nuocere». È dunque necessario garantire maggiori risorse ai centri antiviolenza e alle case rifugio anche per ampliare l’offerta di posti, e alle forze di polizia per la valutazione del rischio e perché le misure cautelari funzionino. In conclusione anche Martella ha puntato sulla necessità di intervenire a livello culturale: «Sono necessari formazione e specializzazione degli operatori della giustizia e programmi di educazione e formazione per spezzare le catene di una cultura di stampo patriarcale che uccide le donne».
















