
(Adnkronos) – Un mercato dell’Alta velocità in Italia con potenzialità di sviluppo ancora inespresse; limiti infrastrutturali e regolatori che frenano l’accesso di nuovi competitor; un gap competitivo rispetto a Spagna e Francia nell’apertura del settore. In questo scenario, l’ingresso di nuovi operatori nel mercato italiano porterebbe un’ampia gamma di benefici socio-economici e ambientali. Sono queste le direttrici dello studio Green-Centro di ricerca sulla geografia, le risorse naturali, l’energia, l’ambiente e le reti dell'università Bocconi, commissionato da Sncf voyages Italia, presentato oggi in conferenza stampa presso Expo Ferroviaria da Oliviero Baccelli, responsabile area trasporti del centro di ricerca Green–Università Luigi Bocconi e Caroline Chabrol, direttrice generale di Sncf voyages Italia. Secondo lo studio, nonostante le potenzialità, il mercato AV italiano è oggi frenato da vincoli infrastrutturali e criticità regolatorie; inoltre, il quadro normativo nazionale non garantisce condizioni eque di accesso alla rete e i criteri attuali di assegnazione delle tracce orarie risultano penalizzanti per i nuovi operatori. Considerando i benefici socio-economici stimati dell’ingresso di un terzo operatore come Sncf voyages Italia (Svi), che intende offrire 9 collegamenti giornalieri andata e ritorno Av fra Torino e Napoli e 4 fra Torino e Venezia, Green- Università Bocconi valorizza tre tipologie di macro-impatti, per un totale di 482 milioni di euro all’anno a regime: riduzione dei costi esterni, derivanti dalla scelta del 75% dei nuovi passeggeri Svi di utilizzare l’Av al posto di altri mezzi più inquinanti e del 25% di passeggeri attratti dalla nuova offerta diversificata, con benefici stimati in 91 milioni di euro all’anno; riduzione dei tempi di viaggio e valorizzazione del costo opportunità del tempo per i passeggeri business e leisure che scelgono di utilizzare i servizi di Svi, con benefici stimati in 200 milioni di euro all’anno; riduzione dei costi del trasporto per i passeggeri che già utilizzano i servizi Av di altri operatori, con una riduzione media del prezzo del biglietto del 7% e con benefici stimati in 191 milioni di euro all’anno. Partendo dall’ipotesi di ricavi annui da parte di Sncf voyages Italia pari a 400 milioni di euro nel quinto anno di attività, lo studio stima inoltre un contributo complessivo al Prodotto interno lordo (Pil) nazionale pari a oltre 388 milioni di euro, entrate fiscali per lo Stato italiano per circa 166,3 milioni di euro, un contributo al mercato del lavoro italiano di 4.161 persone occupate. Lo studio evidenzia anche importanti benefici ambientali, a iniziare da quelli che derivano dalla sostituzione di auto e aereo. L’utilizzo di auto e aereo genera, infatti, un costo ambientale per la collettività rispettivamente 18 e 26 volte superiore a quello del Tgv-M di Sncf. Questi dati indicano l’opportunità di introdurre criteri ambientali nell’assegnazione delle tracce orarie in caso di linee sature, privilegiando servizi ferroviari con maggiore capacità, capaci di favorire il modal shift dai mezzi di trasporto più inquinanti verso soluzioni ferroviarie più sostenibili, in modo da garantire benefici ambientali più significativi. Il risultato complessivo delle analisi relative ai benefici socio-economici e ambientali per la collettività derivanti dall’ingresso di Svi nel mercato dell’Alta velocità in Italia, evidenzia che il 19% è costituito da benefici ambientali; il 41% dalla riduzione dei tempi di viaggio per i passeggeri che hanno scelto i servizi di Svi in alternativa a soluzioni di trasporto più lente; e il 40% dalla riduzione del 7% dei costi medi dei biglietti derivante dall’ingresso del nuovo operatore, a beneficio anche dei passeggeri che già oggi utilizzano l’Av su tutte le linee, con un beneficio annuale totale stimato in oltre 480 milioni di euro all’anno. "Con una presenza consolidata a livello europeo, Sncf voyageurs gestisce oltre il 40% dell’Alta velocità in Europa e il 22% del traffico ferroviario internazionale, con l’obiettivo di raggiungere il 30% entro il 2030 -spiegaCaroline Chabrol, direttrice generale di Sncf voyages Italia-. La nostra strategia di espansione in Italia, che prevede un piano di investimenti per ampliare l’offerta su ulteriori tratte interne e creare nuove opportunità di lavoro e formazione, riflette pienamente le traiettorie di sviluppo evidenziate nello studio: più treni, maggiore capacità e un impegno costante per un’Europa sempre più connessa e sostenibile. La nostra ambizione è quella di contribuire con i nostri investimenti allo sviluppo dell’offerta di mobilità in Italia, garantire soluzioni migliori per l’ambiente e offrire ai viaggiatori più scelta, più qualità e prezzi più competitivi".
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