Fogazzaro negato per “Racconti dai Territori”. Anche ANPI, USB e M5S protestano: «Censura, atto illiberale, sfregio alla scuola libera»

133
liceo fogazzaro palestina
Liceo Fogazzaro

Dopo lo stop imposto alla parte “Racconti dai territori” dell’assemblea del Liceo Fogazzaro, arrivano tre nuove prese di posizione durissime: ANPI, USB e M5S denunciano censura, ingerenze politiche e violazione dell’autonomia scolastica, esprimendo piena solidarietà agli studenti.

La decisione della dirigente del Liceo Fogazzaro di sospendere la sezione “Racconti dai territori”, alias Palestina e Territori controllati da Israele, in programma il 22 e 23 dicembre, dell’assemblea studentesca continua a generare reazioni forti e sempre più trasversali. Dopo le prese di posizione dei giorni scorsi, arrivano ora tre interventi particolarmente significativi, che accendono ulteriormente il dibattito cittadino e politico sulla libertà nelle scuole, sull’autonomia studentesca e sul ruolo della circolare ministeriale Valditara.

ANPI: «Decisione illiberale, antidemocratica e contraria allo spirito della Costituzione»

La posizione dell’ANPI provinciale è durissima. L’associazione partigiana parla apertamente di «fatto di inaudita gravità» e individua tre motivi fondamentali.

Anzitutto, una violazione della libertà: la sospensione viene definita «una decisione autoritaria, illiberale e antidemocratica», perché limita la possibilità degli studenti di organizzare percorsi formativi autonomi e configura «una censura preventiva» incompatibile con la Costituzione, «figlia diretta della Resistenza».

Secondo l’ANPI, la motivazione del divieto avrebbe introdotto «una inaccettabile equiparazione tra vittime e carnefici», ignorando quanto già denunciato da organismi internazionali su Gaza e sulla responsabilità del governo israeliano.

Infine, un danno educativo: la scelta rappresenterebbe «uno sfregio alla funzione della scuola», che dovrebbe formare giovani capaci di pensiero critico e autonomia. L’ANPI parla di «logica repressiva» che limita la crescita e la consapevolezza degli studenti.

USB: «La circolare Valditara è uno strumento di censura politica»

Ancora più netto il giudizio dell’Unione Sindacale di Base, che denuncia la natura politica e repressiva della circolare ministeriale invocata per giustificare lo stop all’assemblea.

USB parla apertamente di «atto di controllo ideologico» che mira a «rendere la scuola pubblica un luogo neutro, addomesticato e depoliticizzato».
La sospensione del Fogazzaro diventa così «un precedente paradigmatico» che dimostra come la circolare si traduca nella pratica in «censura preventiva e repressione del dissenso studentesco».

Il sindacato respinge «senza ambiguità» ogni tentativo di limitare la libertà di insegnamento o di imporre contraddittori forzati su temi come diritti, antifascismo e guerra in Palestina, che definisce «fatti accertati dalla giurisprudenza internazionale».

USB invita docenti e studenti a «respingere collettivamente» l’applicazione della circolare nei collegi e nelle assemblee, rivendicando una scuola «critica, antifascista e non intimidita».

M5S Vicenza: «Chi parla di propaganda non sa di cosa parla. Gli studenti fanno ciò che tutti dovrebbero fare»

Arriva poi la presa di posizione del Movimento 5 Stelle Vicenza, firmata dal rappresentante territoriale Giovanni Glorioso.

Il giudizio è netto: l’assemblea «non andava strumentalizzata» e l’intervento politico che ha portato alla sua sospensione rappresenta «ingerenza da respingere al mittente».

Il M5S sottolinea come le assemblee studentesche siano «totalmente libere da condizionamenti esterni» e che definire propaganda una testimonianza sul conflitto sia «una forzatura di chi non sa di cosa parla».

Anche qui torna il riferimento a Gaza: «Siamo tutti testimoni di un genocidio. Reprimere il dissenso significa mettere sullo stesso piano vittime e carnefici».
I pentastellati esprimono piena solidarietà agli studenti «che hanno alzato la testa e si stanno ribellando», definendo la loro reazione «esattamente ciò che dovrebbero fare tutti».

Il caso Fogazzaro, nato come decisione interna a una scuola, è ormai diventato un caso politico e civile che investe Vicenza e il Paese: cosa può essere discusso in un’assemblea studentesca? Chi decide cosa è pluralismo? E dove finisce la tutela e inizia la censura?

Domande destinate a rimanere al centro del dibattito ancora a lungo.