
Dopo lo stop imposto alla parte “Racconti dai territori” dell’assemblea del Liceo Fogazzaro, arrivano tre nuove prese di posizione durissime: ANPI, USB e M5S denunciano censura, ingerenze politiche e violazione dell’autonomia scolastica, esprimendo piena solidarietà agli studenti.
La decisione della dirigente del Liceo Fogazzaro di sospendere la sezione “Racconti dai territori”, alias Palestina e Territori controllati da Israele, in programma il 22 e 23 dicembre, dell’assemblea studentesca continua a generare reazioni forti e sempre più trasversali. Dopo le prese di posizione dei giorni scorsi, arrivano ora tre interventi particolarmente significativi, che accendono ulteriormente il dibattito cittadino e politico sulla libertà nelle scuole, sull’autonomia studentesca e sul ruolo della circolare ministeriale Valditara.
ANPI: «Decisione illiberale, antidemocratica e contraria allo spirito della Costituzione»
La posizione dell’ANPI provinciale è durissima. L’associazione partigiana parla apertamente di «fatto di inaudita gravità» e individua tre motivi fondamentali.
Anzitutto, una violazione della libertà: la sospensione viene definita «una decisione autoritaria, illiberale e antidemocratica», perché limita la possibilità degli studenti di organizzare percorsi formativi autonomi e configura «una censura preventiva» incompatibile con la Costituzione, «figlia diretta della Resistenza».
Secondo l’ANPI, la motivazione del divieto avrebbe introdotto «una inaccettabile equiparazione tra vittime e carnefici», ignorando quanto già denunciato da organismi internazionali su Gaza e sulla responsabilità del governo israeliano.
Infine, un danno educativo: la scelta rappresenterebbe «uno sfregio alla funzione della scuola», che dovrebbe formare giovani capaci di pensiero critico e autonomia. L’ANPI parla di «logica repressiva» che limita la crescita e la consapevolezza degli studenti.
USB: «La circolare Valditara è uno strumento di censura politica»
Ancora più netto il giudizio dell’Unione Sindacale di Base, che denuncia la natura politica e repressiva della circolare ministeriale invocata per giustificare lo stop all’assemblea.
USB parla apertamente di «atto di controllo ideologico» che mira a «rendere la scuola pubblica un luogo neutro, addomesticato e depoliticizzato».
La sospensione del Fogazzaro diventa così «un precedente paradigmatico» che dimostra come la circolare si traduca nella pratica in «censura preventiva e repressione del dissenso studentesco».
Il sindacato respinge «senza ambiguità» ogni tentativo di limitare la libertà di insegnamento o di imporre contraddittori forzati su temi come diritti, antifascismo e guerra in Palestina, che definisce «fatti accertati dalla giurisprudenza internazionale».
USB invita docenti e studenti a «respingere collettivamente» l’applicazione della circolare nei collegi e nelle assemblee, rivendicando una scuola «critica, antifascista e non intimidita».
M5S Vicenza: «Chi parla di propaganda non sa di cosa parla. Gli studenti fanno ciò che tutti dovrebbero fare»
Arriva poi la presa di posizione del Movimento 5 Stelle Vicenza, firmata dal rappresentante territoriale Giovanni Glorioso.
Il giudizio è netto: l’assemblea «non andava strumentalizzata» e l’intervento politico che ha portato alla sua sospensione rappresenta «ingerenza da respingere al mittente».
Il M5S sottolinea come le assemblee studentesche siano «totalmente libere da condizionamenti esterni» e che definire propaganda una testimonianza sul conflitto sia «una forzatura di chi non sa di cosa parla».
Anche qui torna il riferimento a Gaza: «Siamo tutti testimoni di un genocidio. Reprimere il dissenso significa mettere sullo stesso piano vittime e carnefici».
I pentastellati esprimono piena solidarietà agli studenti «che hanno alzato la testa e si stanno ribellando», definendo la loro reazione «esattamente ciò che dovrebbero fare tutti».
Il caso Fogazzaro, nato come decisione interna a una scuola, è ormai diventato un caso politico e civile che investe Vicenza e il Paese: cosa può essere discusso in un’assemblea studentesca? Chi decide cosa è pluralismo? E dove finisce la tutela e inizia la censura?
Domande destinate a rimanere al centro del dibattito ancora a lungo.
































