Fondo indennizzi per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie: tra attuazione con residui FIR, esclusioni traditi banche e nuove battaglie

Criticabile l’esclusione del comparto bancario e assicurativo dopo le note vicende Venete e non solo

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Fondo indennizzi per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie
Fondo indennizzi per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie

Dopo quasi vent’anni di attesa, è finalmente operativo il Fondo indennizzi per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie, previsto dall’articolo 1, comma 343, della legge 266/2005 (nota come “Legge Tremonti”). La notizia, ufficializzata con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 12 settembre 2025, segna un passaggio importante, ma non privo di limiti e polemiche.

Il fondo, con una dotazione iniziale di 204,5 milioni di euro provenienti dai conti dormienti, prevede il ristoro fino al 50% del capitale investito – per un massimo di 20.000 euro – agli ex azionisti Parmalat e Cirio e ai sottoscrittori dei bond argentini, ma potrebbero sorgere problemi per i titolari delle  obbligazioni Cirio e Parmalat perché non  quotate nei mercati regolamentati italiani, un requisito imposto dal DPCM.

Un primo passo che risponde, almeno in parte, alle richieste di giustizia avanzate da migliaia di famiglie colpite dalle frodi dei primi anni Duemila.

I vincoli tecnici

Il meccanismo di accesso al fondo resta complesso e limitante. Sono previsti, tra gli altri, requisiti stringenti: la società coinvolta deve trovarsi in liquidazione giudiziale o in amministrazione straordinaria; occorre una sentenza definitiva di condanna per truffa o bancarotta fraudolenta; i fatti devono essere anteriori al 1° gennaio 2006 e, infine, restano escluse… banche e assicurazioni.

Il fondo è destinato a persone fisiche, imprenditori individuali o agricoli e verrà gestito dalla Consap.

Un’impostazione che suscita critiche. «È incomprensibile – osservano esperti e associazioni – limitare i ristori a fatti precedenti al 2006, come se le frodi si fossero arrestate a quella data, difficile poi pensare a sentenze penali per truffa o bancarotta fraudolenta ottenute nei confronti dello stato argentino.

Criticabile l’esclusione del comparto bancario e assicurativo dopo le note vicende Venete e non solo.

Discutibile l’utilizzo di un DPCM di natura non regolamentare (un atto di carattere non normativo) per stabilire presupposti e priorità, come a dire che si tratta di scelte dettate dall’alto, imposte e mai discusse con alcuno.

Le reazioni delle associazioni

Patrizio Miatello
Patrizio Miatello

A evidenziare il carattere parziale della misura è Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzelino III da Onara, storicamente in prima linea nella battaglia per i risparmiatori: «Accogliamo con favore l’attuazione del Fondo indennizzi per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie:, ma resta un provvedimento tardivo e fortemente limitato. È grave che le risorse provengano di fatto proprio dai 200 milioni di residui del FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori) e che siano escluse le vittime dei dissesti bancari più recenti, come quelle delle ex banche venete. Continueremo a batterci per un fondo equo e aperto a tutti, con un indennizzo minimo del 95% e senza tetti massimi. Nessuna vittima deve essere dimenticata».

Il caso Vicenza e l’intervento politico

Ex BPVi (Banca Popolare di Vicenza) e Veneto Banca popolari venete
Ex BPVi (Banca Popolare di Vicenza) e Veneto Banca

Le esclusioni pesano anche e soprattutto su Vicenza, città simbolo del crac della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, dove migliaia di cittadini hanno visto svanire i risparmi di una vita. Da qui l’interrogazione del consigliere comunale Raffaele Colombara (Per una Grande Vicenza), che chiede al sindaco e alla giunta di attivarsi subito presso Governo e parlamentari veneti:

  • per correggere i criteri e riaprire i termini,
  • per coordinarsi con le associazioni dei risparmiatori,
  • per portare la questione anche in sede ANCI, così da dare voce unitaria alle città colpite.

«È compito delle istituzioni locali – scrive Colombara – non restare in silenzio, ma farsi parte attiva a difesa dei cittadini. Non possiamo accettare che migliaia di vicentini vengano ancora una volta esclusi dai ristori».

Una battaglia ancora aperta

Se da un lato l’attuazione del Fondo indennizzi per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie: rappresenta un segnale atteso da decenni, dall’altro resta l’amara constatazione che gran parte dei risparmiatori frodati – soprattutto nei crac bancari degli ultimi anni – restano fuori dai ristori. Il rischio, denunciano le associazioni, è quello di alimentare ulteriore sfiducia verso il sistema finanziario e istituzionale: «Se in Italia le truffe non vengono risarcite – ammoniscono – nessuno sarà più disposto a investire».

La strada verso una soluzione equa e universale, insomma, appare ancora lunga.