Francesca De Munari, la tuttofare dell’antiquariato di Vicenza

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Carlo Emiliano Buffarini e Francesca De Munari alla conferenza di presentazione del
Carlo Emiliano Buffarini e Francesca De Munari alla conferenza di presentazione del mercato dell'epifania a Vicenza

(Articolo da VicenzaPiù Viva n. 5, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Negozio in centro, mercatini, eventi, collaborazioni con il tribunale. Di questo e molto altro abbiamo parlato con la titolare del negozio di via Vescovado, fondatrice, con altri, dell’associazione “Non ho l’età” e CTU per il tribunale berico.

Ci parli di come e quando è iniziata la sua attività

Mio padre ha aperto il negozio di antiquariato nell’84 in viale della Pace e dopo tre anni si è spostato qui in centro e quindi dall’87 il negozio è qui. Abbiamo visto tutti i passaggi dalla non ZTL alla ZTL etc.

Immagino che la città sia cambiata molto e del resto questa è una parte che porta a una piazza molto bella di Vicenza, quella del Duomo, ma allo stesso tempo molti negozi hanno chiuso, molte vetrine sono vuote, ed è diventata una parte un po’ abbandonata del centro storico.

Qui, in effetti, c’è quella vista bellissima sulla facciata della cattedrale e poi c’è l’infilata sempre dritta sulla basilica. Sono tanti elementi, diciamo che è sempre una questione di leggere la realtà. È cambiato tutto e lo sappiamo. Sappiamo che le persone sono un po’ più pigre, escono di meno. In generale è più difficile portarle fuori di casa. Quindi ci può essere una questione di parcheggi, una questione di comodità. C’è l’ormai decennale questione del centro storico contro i centri commerciali. Che è stata anche oggetto di tesi della mia triennale, ecco. Dal punto di vista dei commercianti, bisogna capire che cosa dare non solo al cittadino di Vicenza, ma anche a chi viene da fuori, perché si sta creando questa dinamica per cui il commerciante preferisce tenere chiuso perché, dice, non c’è molta gente. I pochi visitatori trovano negozi chiusi o bar e ristoranti chiusi, c’è poca accoglienza verso chi viene da fuori. E quindi questo non fa crescere la predisposizione della città verso il turista, anche perché purtroppo funziona ancora il passaparola. E quindi una città turistica si costruisce sia con le Istituzioni sia con i cittadini che lavorano per renderla turistica. Noi l’abbiamo visto anche con l’organizzazione del mercato dell’antiquariato a luglio in viale Roma e Campo Marzio. Dopo l’una di pomeriggio, non c’erano più bar aperti, cioè da viale Roma, dal bar della stazione che chiaramente era aperto, poi tutto viale Roma erano tutti chiusi. Bisognava arrivare, penso, verso piazza dei Signori per trovarne uno aperto. Quando i mercati dell’antiquariato solitamente hanno la concomitanza con la Pasqua, spostano la data o annullano. Noi invece abbiamo raddoppiato e abbiamo fatto sia Pasqua sia Pasquetta.
Quest’anno abbiamo organizzato il mercato dell’Epifania e purtroppo pioveva. Però abbiamo cercato di mantenerlo il più possibile esteso, primo perché gli espositori avevano già pagato gli alberghi, quindi hanno voluto comunque provare a fermarsi perché l’investimento l’avevano già fatto e secondo perché si voleva dare un segnale alla città di presenza. Anche lì, sabato 6 gennaio, molti negozi erano chiusi. Come associazione noi ci impegniamo di seconda domenica del mese a organizzare il mercato dell’antiquariato.

Come si chiama e quando è nata l’associazione?

L’associazione è nata nel 2016, si chiama Non ho l’età. Il nome l’ha inventato il mio compagno Carlo Emiliano Buffarini. Abbiamo vinto il bando per il mercato dell’antiquariato di Padova e abbiamo ricevuto una bellissima accoglienza, abbiamo tante associazioni che ci scrivono per collaborare, ad esempio associazioni tipo garage d’epoca, quindi auto d’epoca da portare in esposizione, ballerini di swing, per offrire ai visitatori dell’antiquariato
anche un momento culturale. Abbiamo i residenti di Prato della Valle che vengono da noi al punto informazioni che abbiamo il giorno dell’antiquariato a ringraziarci. Quindi c’è un’atmosfera veramente effervescente. I ristoratori ci chiedono di organizzare qualcosa insieme. Insomma tutti condividono questo progetto. Ecco, quello che noi percepiamo è che loro vedono la portata del mercato dell’antiquariato, che all’estero ha una forza incredibile, soprattutto in Francia. Con i mercati dell’antiquariato riempiono la Francia; durante l’estate c’è un paesino in Provenza dove il mercato dell’antiquariato dura una settimana.
Quella è la forza del mercato dell’antiquariato che ha un target di persone, di utenti finali, di visitatori, che sono persone appassionate all’arte in generale. Poi, magari comprano anche l’oggetto piccolo.
Però sono persone attente al contesto che ti visitano la mostra, che si fermano in città e questo l’abbiamo visto anche con il mercato dell’antiquariato di due giorni, a Pasqua e Pasquetta. Abbiamo fatto una bella promozione, sono venute persone da Firenze. Abbiamo cominciato organizzando anche attività culturali. Sempre con un mix tra cultura e intrattenimento. Sfilate in abiti d’epoca, con anche vespe d’epoca, giornata a tema sull’Ottocento e con quartetto d’archi e la lirica. Poi diamo una borsa di studio al Palladio Museum ogni anno per la settimana di studi palladiani per sostenere una ricercatrice, tendenzialmente una donna, studiosa di architettura.
Poi comunque finanziamo attività didattiche per quanto possibile, insomma, e organizziamo eventi culturali invitando personaggi per parlare di arte nelle tante forme che ci sono. Intorno al 2016 mi sembra sia stato il primo bando per la gestione dell’antiquariato, con affidamento sancito appunto da una Convenzione.
Abbiamo detto, proviamo a vedere se si può fare qualcosa di diverso, è questo quello che ci ha spinto a proporci. La mia competenza di antiquaria e di CTU unita alla competenza del mio compagno Carlo Emiliano Buffarini, che è sempre stato nel mondo degli eventi, oltre che dj, ha portato a comunicare in maniera differente. Come venivano comunicate le solite fiere? I soliti mercati dell’antiquariato dove trovi le cose della nonna, diciamo le cose vecchie. Invece noi volevamo puntare sui giovani, cioè sì, certamente sugli appassionati, però dobbiamo anche coinvolgere qualcun altro. E in effetti ai nostri mercati si vedono anche molti ragazzi.

Mercato dell’antiquariato di Vicenza anche a Viale Roma
Mercato dell’antiquariato di Vicenza anche a Viale Roma. Foto: Francesco Dalla Pozza

Com’è messo oggi il settore dell’antiquariato, come attività economica?

Sta andando, è chiaro che non siamo più negli anni ‘80, in cui c’era così tanta richiesta che i prezzi continuavano a crescere, perché chiaramente è la richiesta che fa crescere anche il valore intrinseco dei beni e quindi c’erano mobili che erano arrivati a costare 70, 80 milioni e che oggi magari restano invenduti. Non c’è proprio l’interesse, non che il mobile non sia bello, che non sia pregiato. Ecco, è chiaro che anche lì si è dovuto un po’ cambiare, quindi.
È entrato in scena il modernariato, cioè tutta quella produzione di designer a partire dagli anni 50’- ‘60, che però ha una connotazione specifica, che quindi è di marca, di firma, quindi quella trova riscontro. L’antiquariato ha ampliato le categorie. Negli anni ‘80 andavano molto i mobili, però non ce n’erano abbastanza. Succedeva che qualche mobile non era proprio così, veniva sdoppiato.
Veniva praticamente ricostruito con alcuni pezzi vecchi, per cui poi si pensava fosse solo restaurato, invece alla fine era trequarti nuovo, con qualche pezzo antico. Quindi magari adesso il mercato è meno sul mobile e più su altre cose. I dipinti si confermano, sono parte integrante dell’arredamento. Poi tavolini, piccole sculture, cornici portafoto. Poi ci
sono anche i collezionisti. Quelli che hanno già magari composto una collezione un po’ più articolata, quindi vanno a cercare il pezzo invece più pregiato. Poi c’è anche la vendita
online, abbiamo creato il sito Internet da un po’ di anni, tramite quello abbiamo venduto anche all’estero e vendiamo all’estero. È capitato anche di qualche straniero che è passato a Vicenza e ha acquistato e poi abbiamo spedito tipo a Beverly Hills.
Ci sono pochi negozi di antiquariato a Vicenza, magari ce ne sono altri con arte moderna e contemporanea ci sono. È bello anche vedere la sorpresa delle persone che entrano, perché è un negozio eclettico. Abbiamo introdotto anche il ‘900, anche il design, e forse non si aspettano di trovare un posto in una città come Vicenza, perché di solito si trovano più all’estero o nelle grandi città.

Vedo che appesa alla parete c’è una sua foto con Philippe Daverio

All’epoca mi era sembrato che il momento ormai non fosse più quello di una volta e ho voluto cambiare strategia, quindi ho pensato di fare un evento in negozio con un personaggio come Philippe Daverio. Non era solo un momento per la vendita, era un momento anche per gratificare il cliente o l’amico, insomma l’appassionato d’arte. E poi l’ho invitato di nuovo nel 2016.

Lei collabora anche come consulente tecnica d’ufficio per il tribunale di Vicenza

Sì, sono CTU per il tribunale. In una maniera un po’ diversa perché non mi risulta, almeno qui in zona, che ci siano CTU anche storici dell’arte o comunque laureati in storia dell’Arte
e quindi si uniscono le competenze, anche in qualche maniera scientifica, di ricostruzione della storia di un’opera d’arte e si mettono al servizio del giudice perché ho seguito anche dei casi grandi di cause penali.

Come si individua, per esempio, un quadro falso?

Bisogna mettere insieme più elementi, bisogna osservarlo molto, cercare molto, poi magari dipende dal falso. Non è mai semplice dimostrarlo, perché bisogna dimostrarlo al mille per mille. Non basta dire che è falso, cioè bisogna rendere chiare ai giudici le motivazioni per cui lo è e non solo ai giudici, ma anche ai difensori dell’imputato. Di solito si falsifica la firma. La firma falsa è sempre uguale a se stessa, cioè tendenzialmente il falsario
prende un modello, prende un template, ma è troppo perfetta è troppo uguale a se stessa tutte le volte, mentre le nostre firme sono varie. Un po’ più lunghe, un po’ più strette. Quelle falsificate sono sempre, sempre le stesse. Poi altri elementi che possono essere i tipi
di materiali usati per creare l’opera, perché non sempre sono solo opere pittoriche, delle volte usano materiali come plastiche, perline.
Per cui anche quel tipo di elemento, andare a vedere che cosa usava l’artista e che cosa è stato impiegato nell’opera. Delle volte, i falsari copiano l’opera senza avere la consapevolezza di cosa stanno copiando.
Diciamo che prendo delle cose che ho studiato all’università, gli errori che fanno i falsari, i copisti, e le uso per andare a esaminare quali sono gli elementi in quell’opera, se è originale o meno.