Fs, Donnarumma “Puntiamo a mettere in sicurezza gli investimenti del piano”

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ROMA (ITALPRESS) – La nostra intenzione è quella di rafforzare il gruppo dal punto di vista della messa in sicurezza dell’execution. Noi ci occupiamo di mettere in sicurezza le Fs, non operiamo salvataggi di Stato. Non vogliamo allargare i nostri interessi commerciali né vendere nuovi servizi o prodotti”. Lo afferma in un’intervista al Sole 24 Ore l’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, Stefano Donnarumma.

Riguardo a una serie di rumors su possibili nuove acquisizioni, Donnarumma precisa che “non sono state approvate dal consiglio di amministrazione odierno. Noi non abbiamo preso alcun impegno vincolante con nessuno e non abbiamo ancora deciso se fare o meno queste operazioni. Siamo ancora in fase esplorativa”.

A una domanda su Mermec e Firema, Donnarumma risponde così: “Preferisco non confermare né smentire i nomi per ragioni di opportuna riservatezza. Quello che, però, mi preme ribadire è che siamo in fase esplorativa e che non è nostra intenzione costruire nuove attrezzature o equipaggiamenti che siano di natura tecnologica o rotabile. Noi vogliamo mettere in sicurezza i nostri piani”.

Per l’ad di Fs il focus è sui 100 miliardi di investimenti in cinque anni nel piano strategico 2025-2029: “Noi siamo assolutamente concentrati su questo e finora non abbiamo avuto criticità. Quest’anno – spiega – andremo a un tasso di esecuzione che rende credibile il superamento del picco storico dell’anno scorso e ci troveremo, quindi, in un intervallo tra i 18 e i 20 miliardi di euro di investimenti che è coerente con la programmazione fatta sui cinque anni”.

Riguardo al Pnrr, “il gruppo ha in carico oltre 24 miliardi di euro di investimenti dal Recovery Plan. Di questi ne abbiamo consuntivato oltre 15 miliardi e il 95% riguarda l’infrastruttura ferroviaria – sottolinea Donnarumma -. Ed è su questo che siamo fortemente focalizzati. Ovviamente ci sono alcuni rischi di ritardi legati a causa esogene che sono state però fortemente mitigate grazie ad alcune azioni industriali, da un lato, e alla rimodulazione del Piano concordata con i ministeri e al vaglio della Commissione Europea, dall’altro”.

“La rinegoziazione non si tradurrà in nessun caso in uno stop alle infrastrutture in programma – prosegue -. La rimodulazione riguarda, infatti, il rispetto dei tempi e, quindi, porta o all’esclusione dell’opera dal piano, che sarà però finanziata con altri fondi, oppure alla riconfigurazione del target da un punto di vista funzionale, più spostato cioè verso un profilo costruttivo”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).