Fusione Alonte-Lonigo. Giacomin (PD): «Ben vengano le fusioni, ma senza trascurare gli aspetti storici e territoriali dei comuni coinvolti»

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Veduta di Lonigo e di Alonte: fusione in vista tra i due comuni?

Fusioni tra i comuni, nel 2024 in provincia di Vicenza non se n’era registrata nessuna, pur trattandosi di una procedura che conviene sia in termini di riduzioni di spese sia in termini di incentivi e contributi statali; quest’anno invece ai sei comuni vicentini nati dalla fusione di diverse municipalità (Barbarano Mossano, Valbrenta, Lusiana Conco, Sovizzo-Gambugliano, Colceresa e Val Liona) se ne potrebbero aggiungere altri: è di pochi giorni fa la notizia che i Consigli Comunali di Lonigo e Alonte abbiano approvato una Convenzione per avviare lo studio di fattibilità da presentare in Regione per la fusione. Un progetto che, ha spiegato il sindaco di Lonigo Pierluigi Giacomello, che con il primo cittadino di Alonte Luigi Tassoni sta portando avanti l’iter, può portare alle casse comunali circa 15 milioni di euro di contributi a fondo perduto.

Il segretario provinciale del PD di Vicenza Davide Giacomin ha espresso parere positivo sull’ipotesi della fusione Alonte-Lonigo, però senza che questo porti a penalizzare uno dei due municipi: «Ben venga la convenzione – ha dichiarato – per stabilire le basi della fusione tra queste due realtà. Le fusioni dei Comuni sono il futuro della pubblica amministrazione, ma vanno tenuti conto gli aspetti storici e territoriali dei soggetti coinvolti». In particolare Giacomin ha sottolineato la differenza di popolazione tra Lonigo e Alonte, il primo con 16.000 abitanti, l’altro con appena 1600, una situazione da tenere in considerazione nel momento in cui si porta avanti il progetto di unire le forze.

«L’identità delle singole realtà territoriali – ha infatti ribadito l’esponente Pd – è importante, va rispettata e sostenuta. La convenzione, Come è giusto che sia, prevede la costituzione di un referendum per gli abitanti di Alonte. Solo così si può creare un progetto vincente, fondato su una reale spinta dal basso. Le fusioni oggi sono sempre più necessarie, vista dalla mancanza di personale e la necessità di unire i servizi tra diverse comunità. Come Partito Democratico auspichiamo la creazione di un progetto di fusione che rispetti l’identità territoriale e garantisca vantaggi a entrambe le parti».