Fusione Ava Soraris in ViAmbiente, scontro totale a Schio: Gonzo chiama al dialogo, le opposizioni denunciano il caos

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Fusione Ava Soraris recesso
AVA (Alto Vicentino Ambiente), sede Schio

Francesco Enrico Gonzo, presidente del Consiglio di Bacino di Vicenza, ha recentemente riferito di aver rivolto un appello diretto ai sindaci dei comuni di Schio e Torrebelvicino di rivedere le loro posizioni contrarie alla fusione Ava Soraris per la creazione del gestore unico dei rifiuti.

L’appello sarebbe inoltre sfociato in un colloquio ufficiale: “La fusione tra Ava e Soraris – ha detto Gonzo – non è una bandiera politica né una forzatura istituzionale. È una scelta che nasce dalla responsabilità verso i cittadini. Un progetto condiviso è sempre più forte di un progetto imposto. Il Bacino deve essere il luogo in cui le differenze si compongono, non dove si cristallizzano. Comprendo le perplessità, le preoccupazioni e anche le critiche, perché quando si parla di servizi essenziali è giusto porsi delle domande. Ma credo che il rischio più grande, oggi, sia quello di trasformare una scelta complessa in uno scontro politico, perdendo di vista l’interesse generale”.

Al momento non risultano dichiarazioni ufficiali da parte del sindaco di Schio, Cristina Marigo, ma il centrosinistra scledense – costituito da Partito Democratico, Coalizione Civica e Nuova Trama – sostiene che l’amministrazione comunale stia compiendo una brusca inversione di rotta.

Secondo gli esponenti dell’opposizione, dopo le azioni di contrasto alla fusione intraprese insieme a Torrebelvicino, sfociate in atti consiliari e in un ricorso al Tar del Veneto presentato da Alto Vicentino Ambiente (Ava), la realtà avrebbe costretto la giunta a fare marcia indietro.

Il centrosinistra: “Recesso tecnicamente impossibile”

I consiglieri Eberle, Cunegato, Battistella e Collareda affermano che, dopo settimane di denunce documentate, il Comune di Schio sembrerebbe aver finalmente accolto l’apertura al dialogo proposta da Ava.

Tuttavia, sollevano dubbi sulle tempistiche: la firma notarile prevista per il 23 dicembre sancirà ufficialmente la nascita di ViAmbiente Spa, rendendo la votazione del 29 dicembre – data in cui il consiglio comunale dovrebbe deliberare sul recesso – “fuori tempo massimo” e tecnicamente priva di efficacia. Il centrosinistra rivendica questo presunto stallo come il risultato delle pressioni esercitate dalle minoranze in aula.

Fratelli d’Italia: “Un pasticcio amministrativo”

Dalla stessa area di opposizione, ma sul fronte di centrodestra, intervengono con durezza i consiglieri di Fratelli d’Italia, Alex Cioni e Gianmario Munari. Per gli esponenti di FdI, le parole di Gonzo non devono diventare un alibi per coprire quello che definiscono un “fallimento politico e un pasticcio amministrativo senza precedenti”.

Secondo Cioni e Munari, la narrazione del recesso come semplice strumento tattico o negoziale non è credibile: se vi fosse la volontà di trattare, non ci sarebbe motivo di trascinare il Comune fuori dalla società proprio a ridosso della nascita del nuovo gestore unico.

Il gruppo di opposizione sottolinea come il recesso sia un atto formale con pesanti ricadute giuridiche e patrimoniali. Parlare di garanzie da discutere “a posteriori” significherebbe solo alimentare incertezza, scaricando sulla città responsabilità interamente politiche.

Forte è anche la preoccupazione per la tenuta del sistema di raccolta. La “proroga tecnica” evocata dal Consiglio di Bacino viene vista da Fratelli d’Italia come una soluzione di emergenza del tutto insufficiente, con costi e modalità ancora da definire che rischiano di gravare direttamente sulle tasche dei cittadini scledensi.

L’avvertimento finale alla maggioranza Marigo è chiaro: Schio non può restare ostaggio di una prova di forza istituzionale che rischia di tradursi in isolamento e costi elevatissimi. L’appello delle opposizioni è che l’amministrazione si assuma la responsabilità della scelta, evitando di usare il diritto di recesso come un “gioco di prestigio” dell’ultimo minuto.