
(Adnkronos) – Oltre dodicimila chilometri separano Johannesburg da Ginevra. Ma mentre nella città sudafricana cala il sipario sul primo G20 ospitato in Africa, è in Svizzera – dove si incontrano delegazioni americane, europee e ucraine – che si gioca una delle partite decisive sul futuro di Kiev. Giorgia Meloni segue costantemente gli sviluppi, in contatto con il suo consigliere diplomatico Fabrizio Saggio, rappresentante dell'Italia al summit. E dopo la chiusura dei lavori del G20 ha incontrato la stampa italiana nell'hotel che ospita la delegazione di Roma, nel cuore della metropoli sudafricana, per fare il punto della situazione. Da qui la premier è ripartita per Luanda, in Angola, dove oggi prenderà parte al vertice Ue-Unione africana. Al centro delle domande c'è, soprattutto, il controverso piano in 28 punti firmato Donald Trump, che negli ultimi giorni ha alimentato non pochi malumori nelle capitali europee. Per la premier quel documento resta tuttavia la base da cui avviare qualsiasi discussione futura. E mentre si rincorrono le indiscrezioni su una controproposta europea in 24 punti, Meloni è chiara: "Non penso che si debba parlare di una totale controproposta" rispetto alla bozza Trump, perché "molti punti sono condivisibili e anche per un fatto di tempo ed energia, conviene concentrarci sulla proposta che c'è e sulle questioni dirimenti". La premier conferma una "telefonata abbastanza lunga" con l'ex presidente americano, durante la quale ha "trovato disponibilità da parte del presidente Trump" a rivedere alcuni passaggi del piano di pace; una conversazione avvenuta alla presenza anche del finlandese Stubb. E aggiunge che il lavoro degli sherpa a Ginevra "segue questo intendimento". Proprio da Ginevra, intanto, arrivano segnali di ottimismo da parte americana: il segretario di Stato Marco Rubio ha detto ai giornalisti di aver avuto "l'incontro più produttivo e significativo finora in tutto questo processo", riferendosi al faccia a faccia con il negoziatore ucraino Andrij Yermak sui contenuti del piano Trump, aggiungendo che le delegazioni proseguiranno le discussioni nelle prossime ore. Sul fronte europeo, Meloni richiama la Ue a "una prova di maturità". E rivendica i risultati, ottenuti finora nella partita ucraina: "Noi abbiamo costruito sul campo quella deterrenza che oggi consente di parlare di pace" e la proposta americana "va letta con questa lente". Nella bozza statunitense Meloni individua elementi significativi: "Ci sono anche molti punti che io considero particolarmente positivi, in tema soprattutto di garanzie di sicurezza, dove è messo nero su bianco un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti" sul modello dell'articolo 5 Nato, come l'Italia propone da tempo. Da qui l'obiettivo di arrivare "a un documento il più possibile vicino a quello che serve per avere la pace". Insieme ai partner europei "consideriamo" la bozza Trump "un punto di partenza e siamo pronti a lavorare per migliorare la proposta", spiega ancora, ricordando la linea emersa dal coordinamento dei cosiddetti "volenterosi", che ieri, al termine della riunione che si è svolta a margine del G20, hanno diffuso un comunicato in cui si ribadiva che "i confini non devono essere modificati con la forza", ed esprimevano "preoccupazione per le limitazioni proposte alle forze armate ucraine, che lascerebbero l'Ucraina vulnerabile a futuri attacchi". Sul fronte interno, Meloni sgonfia l'ipotesi di tensioni con il vicepremier Salvini, in particolare rispetto ai distinguo sugli aiuti all'Ucraina all'interno della coalizione di centrodestra: "Non lo considero un controcanto, penso che noi siamo una coalizione, non siamo una caserma". Anzi, sottolinea, il confronto aperto "aiuta anche me a ragionare". Sulla corruzione in Ucraina, Meloni riconosce che il tema "chiaramente incide", anche sul dibattito pubblico in Europa e in Italia, ma rivendica la capacità di Kiev di reagire: "L'Ucraina ha dimostrato di avere gli anticorpi". E aggiunge che Salvini "dice una cosa corretta", perché "i soldi degli italiani non possono andare a finire nelle mani di persone corrotte", pur ribadendo che "mi pare che il governo ucraino abbia dimostrato di avere piena volontà di combattere eventuali fenomeni di corruzione". Quanto al programma Purl (che prevede l'acquisto di armi dagli Usa per mandarle a Kiev) Meloni precisa che sull'adesione "non abbiamo una deadline" e che l'Italia è impegnata su altre priorità, tra cui "un undicesimo pacchetto di aiuti". Fermo il giudizio su Mosca: la premier ribadisce di "pensare da tempo che Putin non abbia una reale volontà di chiudere la guerra", sostenendo che "questo bluff si debba andare a vedere". Ricorda inoltre che "qui tutti stiamo dimostrando dall'inizio la nostra buona volontà, salvo i russi", ai quali tocca "dare qualche segnale concreto di volere effettivamente arrivare alla pace". Un primo passo sarebbe rappresentato da "un cessate il fuoco per fermare temporaneamente i bombardamenti delle infrastrutture civili strategiche". Il fronte diplomatico resta in pieno movimento: "Tutti parlano con tutti, tutti si incontrano", osserva la premier, anticipando che "probabilmente faremo un punto in serata all'esito di quello che accade a Ginevra". Oggi, prima del vertice Ue-Unione africana a Luanda, è previsto "un coordinamento" con i leader europei, presenti all'incontro Europa-Africa, mentre martedì si terrà "una riunione della coalizione dei volenterosi" in videoconferenza. Un passo alla volta, nella faticosa ricerca della pace. (dall'inviato Antonio Atte)
—politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)































