Gambellara, i lavoratori di Ebara Pumps bloccano la SR11, FIOM trentina e vicentina con FIM Vicenza: “Salari dignitosi, non tagli”

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Lavoratori Ebara Pumps di Gambellara lungo strada regionale 11
Lavoratori Ebara Pumps di Gambellara lungo strada regionale 11

Sciopero e corteo lungo la Strada Regionale 11 questa mattina, dalle 9 alle 11.30, per i lavoratori e le lavoratrici della Ebara Pumps Europe di Gambellara, che hanno sfilato fino al casello autostradale di Montebello Vicentino per rivendicare il rinnovo del contratto integrativo aziendale e migliori condizioni salariali. In contemporanea, anche lo stabilimento gemello di Cles (TN) ha incrociato le braccia per l’intera giornata lavorativa.

Lavoratori Ebara Pumps Cles
Lavoratori Ebara Pumps Cles

La protesta – che ha rallentato la circolazione nella zona – arriva dopo mesi di tensioni con l’azienda, accusata dai sindacati di aver fatto saltare le trattative ad aprile e di voler ridurre le componenti salariali fisse, senza riconoscere aumenti coerenti con il costo della vita. “Non solo non si è aperti ad aumenti, ma si vuole smantellare ciò che di garantito è rimasto nella contrattazione”, denunciano i sindacalisti.

A infiammare ulteriormente gli animi è stato l’atteggiamento del presidente di Ebara, che questa mattina avrebbe ignorato deliberatamente i lavoratori dello stabilimento trentino presenti per solidarietà, arrivando addirittura a calpestare uno striscione sindacale, gesto interpretato dai presenti come uno “spregio” ai dipendenti e alle loro istanze.

“I lavoratori hanno fatto grande questa azienda, ora meritano ascolto e rispetto”, hanno dichiarato Manuela Terragnolo (Fiom Trento), Marco Maraschin (Fiom Vicenza) e Giovanni Ballan (Fim Vicenza). “Chiediamo il ripristino del tavolo di trattativa sulla base della piattaforma approvata da lavoratori e lavoratrici. Le richieste sono ragionevoli e coerenti con i risultati economici dell’azienda, che continua a generare utili, anche se sembra voler premiare solo i vertici”.

La vertenza Ebara Pumps si inserisce in un contesto più ampio di malessere diffuso nel settore metalmeccanico veneto e trentino, dove molte realtà produttive affrontano tensioni su stabilità del lavoro, retribuzioni e carichi produttivi. Il messaggio dei manifestanti è chiaro: “Siamo pronti a tornare al dialogo, ma servono risposte concrete. Non accetteremo contratti al ribasso”.