Gaza, Donazzan, i Pfas, le armi e la lobby sionista: “leggiamo” per voi su VicenzaToday a firma di Marco Milioni.

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Rassegna stampa "Leggiamo per voi"

Da VicenzaToday, di Marco Milioni. IL RETROSCENA Le recenti dichiarazioni dell’eurodeputata (Elena Donazzan, ndr) sul conflitto israelo-palestinese starebbero dando vita ad una serie di manovre di corridoio all’interno del Carroccio veneto, che punterebbe ad isolare uno dei concorrenti in lizza alla carica di presidente della giunta regionale: frattanto gli incontri della onorevole bassanese a Bruxelles con alcuni gruppi di pressione starebbero «agitando i sonni» della galassia ecologista e di quella pacifista

Una ragazzina cammina per le strade distrutte di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale (archivio Unicef, foto Eyad El Baba)
Una ragazzina cammina per le strade distrutte di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale (archivio Unicef, foto Eyad El Baba)

Di recente l’eurodeputata bassanese Elena Donazzan di Fdi ha definito «i bambini» che a Gaza finiscono sotto il tiro dell’esercito israeliano come «i figli di quei terroristi che vengono usati da loro», cioè dagli stessi terroristi come «come scudi umani». Il passaggio, proferito durante l’assemblea plenaria del parlamento europeo a Strasburgo, ha scatenato una ridda di reazioni indignate in mezzo mondo, anche perché Donazzan ha aderito in modo completo alle tesi più radicali del sionismo revisionista fatte proprie, ad oggi, da amplissimi settori della destra israeliana e non solo.

Tra i primi a puntare l’indice contro Donazzan c’è stata la collega, vicentina come lei, o meglio leonicena, Cristina Guarda. Che milita in Europa verde. Fuori dalle aule parlamentari, tra i volti più noti tra coloro che hanno messo sulla graticola Donazzan, c’è la scrittrice italo-israeliana, di origine palestinese, Rula Jebreal. Ad ogni modo questo bailamme mediatico ha avuto una conseguenza tutta politica in terra veneta. Dagli spifferi che giungono dal Carroccio, ma pure da ambienti di Fdi, con quella uscita a Strasburgo Donazzan si sarebbe giocata la possibilità di tentare la corsa quale candidata presidente alla giunta regionale del Veneto. Le elezioni sono in avvicinamento: e sebbene il centrodestra parta strafavorito, le vere incognite sul voto riguardano proprio le lotte intestine in seno al centrodestra.

Nei mesi e nelle settimane passate (Vicenzatoday.it ne aveva parlato nel dicembre del 2024) le azioni dei vari papaveri del centrodestra, che comunque pare avere la vittoria in pugno, erano andate incontro ad un vero e proprio sali-scendi. Il tutto però non aveva prodotto un candidato definitivo e unitario. Di recente le azioni di Donazzan, anche alla luce della sua nomina a vicepresidente dell’intergruppo che nell’europarlamento si occupa, anche, di difesa aerospaziale, erano tornate a salire.

Tuttavia «se dal cilindro di Fdi dovesse uscire un disco verde per la candidatura di Donazzan alla carica di governatore, la sua pisciata fuori dal vaso sui bambini morti a Gaza sarà immediatamente usata contro di lei per rimetterla al suo posto». Questi almeno sono «i boatos», crudi nel linguaggio ma molto espliciti, che giungono dalla base leghista del Nordest: i quali sarebbero già stati fatti propri anche da alcuni colonnelli veneti del Carroccio. Che così potrebbe giocarsi questa carta con due finalità. Uno, fare uno sgambetto a Donazzan, due farne un secondo al consigliere regionale Giusepe Pan. Quest’ultimo infatti nella Lega veneta è noto per le sue posizioni schiettamente a favore del governo israeliano proprio in relazione al conflitto israelo-palestinese. Cosa che di recente «gli avrebbe alienato la simpatia di molti militanti». Questa combinazione di fattori avrebbe dato la stura ad un pezzo dell’ala trevigiana del Carroccio, che con Pan non ha un rapporto idilliaco, per tentare di azzopparlo in vista delle prossime regionali.

Ad ogni modo per Donazzan le rogne non riguardano solo le sue dichiarazioni sul conflitto Israele-palestinese. Da alcuni giorni la bassanese sarebbe entrata nei radar della rete ecologista europea. Il motivo? Basta dare una scorsa alla agenda istituzionale di Donazzan relativa agli incontri con i portatori di interessi, che peraltro dovrebbero obbligatoriamente essere annotati da tutti gli eurodeputati. Al di là della pezzatura dei soggetti che partecipano alla riunioni, tra queste se ne segnalano alcune in particolare: quella con la israeliana Teva, quella con la italo-olandese Iveco, quella con le italiane Leonardo ed Eni, quella col colosso statunitense Exxon, solo per citarne alcune.

Si tratta di soggetti i quali per ragioni legate alla produzione militare, estrattiva, tecnologica o farmaceutica, direttamente od indirettamente fanno ampio uso dei «temutissimi» derivati del fluoro» noti come Pfas. La cosa non è sfuggita agli addetti ai lavori, come non è sfuggito un incontro in agenda che porta la data del 22 luglio 2024. In quella data Donazzan, stando a quanto indica il portale dell’europarlamento, ha incontrato uno o più delegati di Federchimica. Che poi è il raggruppamento che in seno a Confindustria chiede che non siano varate norme più stringenti o vincoli più rigidi in merito alla produzione, alla lavorazione e alla presenza nell’ambiente proprio dei Pfas. Di recente la maxi contaminazione da Pfas che ha interessato Veronese, Vicentino e Padovano a causa degli sversamenti abusivi attribuiti alla trissinese Miteni è stata oggetto di una storica sentenza di condanna emessa dal tribunale penale di Vicenza.

Ancora tra i meeting cui Donazzan ha preso parte ce ne sono anche di caratura più o meno geo-politica. Il 4 marzo 2025 si è tenuto infatti l’«Incontro rapporti Ue-israele e priorità per il mandato». Si è trattato di una riunione con lo European leadership networkun centro studi, anche con finalità lobbistiche, che vede tra i suoi fondatori, tra gli altri, la Open society di George Soros, il fondo Fratelli Rockefeller, il Ministero degli esteri tedesco, il Ministero degli esteri britannico. Il 6 novembre 2024 invece Donazzan aveva incontrato la «European coalition for Israel», una lobby cristiano-sionista attiva a Bruxelles dai primi degli anni Duemila. L’Italiano usato sulla pagina di Donazzan per descrivere l’incontro è un po’ stentato ma la natura è abbastanza chiara: «Incontro su tematiche relative alla delegazione Israele». Entrambe le riunioni si sono tenute a Bruxelles. Questi trascorsi, stando ad alcune indiscrezioni che giungono dai corridoi della politica veneta, starebbero «agitando i sonni delle galassie ecologiste e pacifiste europee». Oltretutto in questi giorni il rapporto tra la questione israelo-palestinese e l’Italia rimane teso. Basti pensare alla querelle nata dopo l’annuncio di sanzioni economiche da parte degli Usa nei confronti di Francesca Albanese. L’autrice del rapporto Onu «che identifica le aziende che fiancheggiano Israele» proprio rispetto «al genocidio» che è in corso a Gaza. Il 24 marzo dell’anno scorso l’Unicef (il fondo dell’Onu per l’infanzia) aveva pubblicato un rapporto in cui si affrontavano molti dei temi trattati anche da Albanese.