“Gaza non è in vendita”, Hamas respinge presunto piano Trump

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Gaza non è in vendita“. Con queste parole, Bassem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha respinto il presunto piano dell’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, che prevederebbe la presa di controllo della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti e il trasferimento temporaneo della popolazione.

La notizia, riportata da Al Arabiya sulla base di un articolo del Washington Post, sostiene che la Casa Bianca starebbe valutando la creazione di un “trusteeship” amministrato dagli Usa per almeno dieci anni, con l’obiettivo di trasformare Gaza in “una calamita per il turismo e un polo high-tech”. Naim ha ribadito che “Gaza fa parte della più ampia patria palestinese”, condannando il progetto e denunciando l’intenzione americana di “strappare il territorio al suo popolo legittimo”.

Un altro funzionario di Hamas, che ha parlato ad Afp in forma anonima, ha aggiunto: “Rifiutiamo tutti questi piani che abbandonano il nostro popolo e mantengono l’occupante sulla nostra terra”, definendo la proposta “priva di valore e ingiusta”. Secondo il Washington Post, il piano includerebbe il trasferimento dei circa due milioni di abitanti di Gaza, sia attraverso partenze “volontarie” verso altri Paesi, sia tramite il trasferimento in zone protette e recintate all’interno del territorio.

Nell’ultimo giorno, nove palestinesi, tra cui tre minorenni, sono morti di fame e malnutrizione. Lo rende noto il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas, secondo i cui dati, dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, 348 persone sono morte di fame nella Striscia di Gaza, di cui 127 minorenni.  Il ministero ha aggiunto che da quando la Classificazione integrata della sicurezza alimentare (Ipc), accettata come indice globale per la fame, ha dichiarato la carestia nella città di Gaza la scorsa settimana, 70 persone sono morte di fame, tra cui 12 minorenni.

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