Processo BPVi, il “fuori aula” di Zonin: “alle cene spiegavo che banca era solida, legge su Popolari e mancata fusione le cause del crollo”

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In un momento di pausa nella seduta dell’11 luglio del lungo procedimento processuale sulla Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, che è presente in tutte le udienze in prima fila, si è appartato fuori dall’aula con noi giornalisti fornendo ancora una volta la sua versione e dimenticando il suo mantra “non ricordo” in Commissione parlamentare di inchiesta : “il cda della banca non sapeva nulla di quanto avveniva fuori dal Consiglio e facendo fallire, poi, la fusione tra BPVi e Veneto Banca non si sono voluti fare gli interessi dei veneti. Se si fosse fatta la fusione la banca si sarebbe salvata – dice l’imputato Zonin che, però, dopo aggiunge –solo che il crollo è stato innescato dalla legge sulle Popolari…“.

Nella pillola video che vi proponiamo Gianni Zonin ha anche parlato delle famose cene citate più volte durante il dibattimento e del “sistema”, affermando che: “in quelle cene spiegavo che la banca era solida, tutte le verifiche che sono state fatte da Banca d’Italia e Consob hanno sempre funzionato nel modo corretto“.