Giorno del ricordo 2024, tra cerimonie, riflessioni e qualche polemica

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Giorno del ricordo: le corone depositate all'Opera Pia Cordellina
Giorno del ricordo: le corone depositate all'ex Opera Pia Cordellina

Anche Vicenza si impegna a celebrare il Giorno del ricordo 2024. Questa mattina all’ex collegio Opera Pia Cordellina, sede della scuola media Giuriolo, si è svolta la prima delle due cerimonie istituzionali organizzate dal Comune in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) – sezione di Vicenza, per celebrare il Giorno che commemora i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata nel secondo dopoguerra.

Due corone d’alloro sono state deposte all’ingresso dell’edificio, all’epoca sede del convento di Santa Maria Nova, in memoria degli esuli italiani che il 3 febbraio 1947 vi trovarono rifugio. Sono intervenuti il presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ANVGD Vicenza Coriolano Fagarazzi e il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai. Presenti anche il prefetto Salvatore Caccamo, le autorità civili e militari e una delegazione del liceo scientifico Lioy e dell’istituto comprensivo 5 con la dirigente Bianca Maria Lerro.

Il secondo momento istituzionale si svolgerà al cimitero Maggiore di Vicenza domani, sabato 10 febbraio, alle 10, con la deposizione di una corona d’alloro sul monumento dedicato a tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia.

Altre iniziative culturali, dirette in particolare alle scuole, si protrarranno anche nelle settimane successive.

Polegge

Sempre domani 10 febbraio, si svolgerà alle 15.00, in piazza Norma Cossetto a Polegge, il corteo per il “Giorno del Ricordo”. All’evento, dicono gli organizzatori del Cominato 10 Febbraio Vicenza, sono stati invitati a presenziare il Presidente della provincia, il Sindaco, l’Assessore alla Cultura, i Consiglieri Comunali, le associazioni locali, i dirigenti scolastici e l’intera cittadinanza.

“Invitiamo tutti – dichiarano gli organizzatori del Comitato 10 Febbraio Vicenza – a partecipare alla cerimonia con la quale vogliamo ricordare il sacrificio dei Martiri delle foibe e il dramma degli Esuli che furono costretti con il terrore ad abbandonare terre da sempre italianissime. Una manifestazione che auspichiamo sia condivisa da tutti, andando oltre gli schieramenti partitici.”

Lonigo

In occasione del Giorno del ricordo, a Lonigo è prevista, nella mattinata di sabato 10 febbraio, l’inaugurazione del “Giardino di Norma Cossetto” e del cippo a lei dedicato.

I consiglieri di opposizione Edoardo Bonato, Francesca Dovigo e Flavio Mirandola, nell’approvare la scelta dell’Amministrazione leonicena, ricordano che nel febbraio 2021 una loro Mozione, che chiedeva di intitolare uno spazio comunale a Norma Cassetto, martire istriana e simbolo delle tragedie del confine orientale, fu bocciata da tutta la maggioranza. “Ma non importa, – concludono i consiglieri -, l’importante è che le cose vengano fatte, spiace solo non poter condividere questo momento con Annamaria Fagarazzi, esule Istriana che ha dedicato l’intera vita a raccontare la tragedia delle foibe e dell’esodo”. Proprio ad Annamaria Fagarazzi i consiglieri dedicano la cerimonia di domani.

Commenti

Anche a livello regionale non sono mancati commenti sul Giorno del ricordo. Il consigliere Gabriele Michieletto della Lega-Liga Veneta, sostiene la necessità di commemorare una tragedia che non ebbe colore politico. “Basta pregiudizi e negazionismi – dice -. Le centinaia di migliaia di dalmati e istriani meritano rispetto”.

“Questa giornata – ricorda ancora Michieletto – è stata istituita vent’anni fa, con lo scopo di rimuovere l’oblio attorno alla tragedia dei tanti italiani d’Istria e Dalmazia che volevano mantenere la propria nazionalità. I quali, peraltro, una volta rifugiatisi in altre parti d’Italia, sono stati spesso oggetto di forti ostilità e diffidenze, soprattutto da parte di certi gruppi e movimenti politico-culturali. La storia però non si cancella, di sicuro non quella sancita dalla Pace di Parigi del 10 febbraio 1947. Pertanto, è doveroso commemorare chi si ritrovò vittima di questi enormi, terribili eventi, perdendo i propri cari tra gli infoibati nonché tutti i propri beni: si tratta, cioè, di restituire loro quella dignità a lungo negata. Chi invece prova ancora a nasconderne e sconfessarne le vicende, dimostra solo pregiudizi ideologici fuori dal tempo. E mi chiedo perché debbano avere tutto questo spazio nel dibattito pubblico”.

Il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti, presente a Roma alla cerimonia al Quirinale in occasione del Giorno del Ricordo in rappresentanza del Veneto, ha commentato molto positivamente il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, soprattutto per l’invito a evitare strumentalizzazioni.

“La cessione alla Jugoslavia dell’Istria e di parte della Dalmazia– ha spiegato Ciambetti –, terre che per secoli erano state parte integrate della Repubblica di Venezia, fu il prezzo pagato dall’Italia per la sconfitta nel Secondo Conflitto Mondiale, mentre l’oblio e il silenzio su quanto accadde, gli assassini, gli infoibamenti, la deportazione nei gulag titini e sulle stragi come quella di Vergarolla, fu il costo imposto dalla realpolitik postbellica che vedeva in Tito un antagonista a Stalin, alternativo e critico del sistema del patto di Varsavia. Certo anche in Italia il silenzio conveniva al Pci di Togliatti e non a caso il presidente Mattarella oggi ha parlato di un muro di silenzio e oblio, un misto di imbarazzo e opportunismo politico, che non a caso ha iniziato a sgretolarsi dopo il crollo del Muro di Berlino”.

Le parole del capo dello Stato, ha aggiunto Ciambetti, sono state chiare anche nel riferimento alla realtà contemporanea e ai nostri giorni, quando la nostra realpolitik ci spinge a non pensare alla pulizia etnica nel Karabakh o nel Darfur. “Tra gli antidoti al male che serpeggia anche in Europa, come vedemmo appunto nei Balcani, c’è lo studio e la conoscenza di quanto accadde: questo è il Giorno del Ricordo, far tornare al nostro presente un passato tanto amaro e doloroso per esuli e profughi, quanto vergognoso per altri e per gli strateghi del silenzio: dobbiamo fare i conti fino in fondo con la nostra storia”.