Giudici urbanisti a Milano? E la destra bitonale: urla a Palermo per difendere Salvini, sussurra a Milano per Sala. O per il re mattone?

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Milano, la sua sky line
Milano, la sua sky line

Milano costruisce, la magistratura smonta, la politica, stavolta bipartisan, osserva. E tace o, al massimo, sussurra. Nel mezzo, una città sospesa tra progetti edilizi ambiziosi, dubbi etici, interpretazioni normative e un’inchiesta giudiziaria che rischia di trasformarsi in un terremoto istituzionale — o in un monumento all’ipocrisia. Oltre che in un danno per cittadini: “c’è il rischio di non ricevere mai in consegna immobili per i quali sono stati pagati anticipi consistenti” avverte Il Sole 24 Ore.

L’inchiesta in corso, che tocca anche architetti membri della Commissione paesaggistica chiamati a esprimere pareri decisivi su ristrutturazioni e nuove costruzioni via SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), sembra in bilico tra due piani: da un lato il conflitto di interessi eticamente più che discutibile, dall’altro la difficoltà oggettiva di individuare reati penali concreti.

Ed è qui che nasce il paradosso: può un giudice sindacare — senza dimostrazione di danno diretto all’interesse pubblico — una linea urbanistica frutto di un indirizzo politico?
In altre parole: le toghe possono sostituirsi al voto, seppure in nome della legalità, laddove non si configurano illeciti certi ma solo inopportunità e ambiguità sistemiche?

Domande a cui, per ora, nessuno risponde.
Nel frattempo, si fa ampio uso di “carte” — ma solo quelle filtrate, selezionate, rese pubbliche per metà — mentre giornali e commentatori si scatenano.
Con che competenza? Con quali dati completi? È possibile, da fuori, valutare il merito di amministratori e magistrati sulla base di estratti selettivi, trapelati a puntate, senza accedere a tutto il fascicolo?

Ma il cortocircuito più inquietante riguarda la coincidenza temporale tra l’accelerazione dell’inchiesta e le decisioni sul futuro dello stadio Meazza, un tema cruciale per Milano, anche in chiave europei 2032. Se lo stadio non si rifà, Milano sarà esclusa dalla UEFA come sede. E il danno sarebbe economico, d’immagine, di prospettiva. E non solo per i costruttori.

Qui non serve complottismo, ma sano realismo: possibile che questa raffica di accertamenti esploda proprio ora, bloccando le scelte urbanistiche decisive per il destino sportivo (e finanziario) della città?

A rendere tutto più surreale, la morbidezza, alta 10 piani per restare in tema, della destra, solitamente reattiva contro la magistratura e contro le opposizioni, ma ora un rotolo di Scottex.
A Milano, infatti, niente accuse dirette ai giudici per poter attaccare il Pd di Sala? No, per lanciare decisi appelli alla presunzione d’innocenza per gli amministratori… di centrosinistra.
Eppure, in Sicilia, per l’appello in Cassazione nel caso Open Arms, la stessa area politica, non accontentandosi di quella presunzione, ha gridato all’attacco giudiziario contro il ministro Salvini.

Perché due pesi e due misure? Forse perché a Milano, oggi, attaccare la giunta significherebbe disturbare i manovratori del cemento, gli architetti, i costruttori, gli interessi trasversali che rendono lo “sviluppo urbano” un tema bipartisan?
Non a caso è già approvato alla nasce il “Salva Milano”, una convergenza urbanistica tanto ecumenica quanto sospetta, dove il cemento unisce e, solo, la dialettica divide.

In conclusione: reale o no, questa inchiesta si muove su un crinale scivoloso.
Se il danno all’interesse pubblico non è provato, allora non è la giustizia che deve riscrivere i piani regolatori. Ma aspettiamo le carte prima della solita crocifissione mediatica.
Se i conflitti d’interesse non sono reato, vanno risolti dalla politica. Ma se la politica è afona e i media si nutrono di mezze carte, Milano rischia di finire governata dai non detti — e costruita sull’impunità condivisa.

E la Madonnina? Forse davvero, come ha scritto qui il nostro Marco Tullio qualche giorno fa, sarebbe da bendare.
Non per il dolore, ma per non dover assistere all’ennesimo scaricabarile in cima alle sue guglie.

La Madonnina di Milano con gli occhi bendati per non vedere gli scandali edilizi
La Madonnina di Milano con gli occhi bendati per non vedere gli scandali edilizi