GPS: prefetto di Piacenza attiva la “prevenzione collaborativa”. Possamai & c. faranno chiarezza su Vicenza e sulle domande di ViPiu.it dal 2023?

La notizia, a firma di Marcello Pollastri sul quotidiano piacentino Libertà, conferma la consistenza dei dubbi che abbiamo denunciato su ViPiu.it e VicenzaPiù Viva sin dal maggio 2023

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parcometro gps
Un parcometro Gps. Continua il contenzioso con l'amministrazione Comunale di Vicenza

La notizia, che arriva da Piacenza, conferma la consistenza dei dubbi che in modo chiaro abbiamo denunciato ViPiu.it e VicenzaPiù Viva sin dal maggio 2023: la società GPS (Global Parking Solutions), almeno l’unità locale di Piacenza della stessa società controllata dalla Final Spa di Palermo ed operante in varie sedi tra cui Vicenza, dove gestisce gran parte dei parcheggi pubblici, è sotto la lente della Prefettura emiliana per le vicende locali che ne vedrebbero collegamenti a Vicenza.

L’ultimo sviluppo, ora ufficiale, dopo che erano state attivate le procedure che potevano portare ad un’interdittiva antimafia, è stato pubblicato oggi dal quotidiano “Libertà” a firma di Marcello Pollastri (clicca qui per l’articolo completo): riguarda l’adozione nei confronti della società del provvedimento di “prevenzione collaborativa” per i prossimi 12 mesi, misura prevista dal Codice antimafia come alternativa meno impattante rispetto all’interdittiva classica, ma che comunque comporta obblighi stringenti e monitoraggii.

Da Vicenza a Piacenza: i nodi della trasparenza

Nel nostro articolo di approfondimento pubblicato il 31 maggio 2025 su ViPiu.it (https://www.vipiu.it/leggi/piacenza-e-vicenza-caso-gps-non-piu-parcheggiato-prefetto-conferma-iter-interdittiva-antimafia-soresi-e-naclerio-dubbi-su-societa-vicentine/), abbiamo illustrato una sequenza di fatti, documenti, accessi agli atti e domande che, oggi, alla luce della decisione della Prefettura di Piacenza, trovano una conferma della loro consistenza.

Il provvedimento adottato, come spiegato dall’avvocato e capogruppo FdI a Piacenza, Sara Soresi, che da tempo segue la vicenda della GPS nella sua città, consiste nella prevenzione collaborativa: “è applicato dal Prefetto quando i tentativi di infiltrazione mafiosa sono riconducibili a situazioni di agevolazione occasionale, non abbastanza gravi da giustificare un’immediata interdizione dell’attività imprenditoriale. In pratica, viene concessa una sorta di ‘libertà vigilata’ all’azienda: può operare, ma deve rispettare prescrizioni rigide e soggiacere a controlli rafforzati, che riguardano comunicazioni sui subappalti, verifica del personale e tracciabilità dei flussi finanziari”.

La ditta vicentina e il taglio alberi senza titoli

Il cuore del provvedimento emesso dalla Prefettura piacentina riguarderebbe proprio Vicenza. A far scattare l’istruttoria, come riportato da Pollastri, è stato l’intervento, nell’autunno 2024, di una ditta vicentina — utilizzata dalla GPS per un taglio alberi in piazza Cittadella — che non possedeva i titoli necessari. Una presenza che ha sollevato sospetti d’infiltrazione e portato il GIA (Gruppo interforze antimafia) a intervenire.

È qui che tornano in scena i nomi già segnalati nelle nostre inchieste: la “Noi x Voi snc” e/o al “Cooperativa Noi x Voi”, sulle quali il consigliere comunale Nicolò Naclerio (FdI) ha chiesto l’accesso agli atti per verificarne l’eventuale coinvolgimento in appalti pubblici a Vicenza. La vicenda apre interrogativi sulla filiera degli affidamenti, sulle verifiche reali operate dalle amministrazioni pubbliche e sulla trasparenza delle procedure.

A Vicenza un contenzioso milionario

La partita GPS, però, non si gioca solo su un piano giudiziario. Sul fronte vicentino, resta aperta la questione economica arrivata al TAR: la GPS, secondo quanto denunciato dall’assessore competente, Cristiano Spiller, non avrebbe versato i 5 milioni di euro dovuti al Comune di Vicenza, un buco finanziario che appare oggi ancora più grave alla luce dell’intervento della Prefettura emiliana.

Come spiegato dall’avvocato Soresi, “la prevenzione collaborativa è un segnale, chiaro e formale, di vulnerabilità dell’azienda rispetto a possibili condizionamenti”. Ma a Vicenza, questo stesso segnale, per lo meno per questi aspetti di connessioni dubbie, sembra essere stato ignorato o minimizzato fin dalle nostre denunce iniziate nel 2023 con scarso appoggio se non con ostacoli frapposti alla necessaria trasparenza da parte dall’Amministrazione comunale di centro sinistra che si è succeduta alla precedente, di centro destra, durante la quale il RUP ing. Gabbi, per assegnare l’appalto, poi problematico, prima per lamentate mancanze operative, ora anche per contestazioni economiche,  aveva “superato” (troppo agevolmente e senza darne conto dopo le nostre richieste di chiarimenti?) i dubbi espressi dalla Stazione Unica Appaltante della Provincia (da cui recentemente Vicenza si è staccata…) sulle “anomalie” dell’offerta della GPS.

La mancanza o l’insufficienza di trasparenza sul caso GPS è proseguita, come abbiamo ribadito in occasione della recente denuncia da parte dell’assessore Spiller, senza ancora oggi fornire la risposte richieste e ribadite da noi ma anche dal consigliere di maggioranza Raffaele Colombara.

Conclusione: la prevenzione è solo… l’inizio

Il caso GPS è emblematico di un’Italia che fatica a tenere insieme trasparenza, legalità e gestione amministrativa. Mentre la Piacenza politica e mediatica, sia pure tra le difficoltà lamentate anche lì da Soresi (la maggioranza anche lì è di centrosinistra) si è mossa con determinazione ottenendo un primo riscontro prefettizio, come quello oggi annunciato su Libertà, Vicenza sembra aver lasciato scorrere la questione, che, già prima che divenisse anche un problema economico, appariva contornata, se non originata, da varie situazioni nebbiose da cui i media locali (Vicenza Today eslcusa) si sono tenuti lontani. Eppure, i contorni sono comuni: stessa società, ombre ricorrenti, appalti simili.

Ora che la prevenzione collaborativa è realtà, per lo meno per l’unità operativa di GPS a Piacenza, il rischio è quello di considerare la questione “chiusa”. Invece è proprio ora che si deve aprire una nuova fase, quella della verifica pubblica anche a Vicenza. L’opinione pubblica vicentina — e non solo — ha il diritto di sapere se e come certe aziende operano sul territorio, con chi collaborano, quali controlli subiscono davvero. E soprattutto, se le istituzioni stanno facendo tutto ciò che è in loro potere per garantire legalità, sicurezza e trasparenza. Anche quando non si tratta (ancora) di un’interdittiva.