Guerre da dentro. Ucraina, resistenza e verità: cosa ci nascondono? Intervista alla giornalista ucraina in Italia Marianna Soronevych

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La giornalista Ucraina Marianna Soronevych
La giornalista Ucraina Marianna Soronevych

In un momento storico segnato da una guerra che continua a sconvolgere l’Europa, è fondamentale ascoltare chi conosce da vicino la realtà ucraina e ne racconta ogni giorno le sfide, le ferite e la forza. Abbiamo intervistato per Guerre da dentro Marianna Soronevych, giornalista ucraina e direttrice di Gazzeta Ukrainska, il principale giornale in lingua ucraina per la diaspora in Italia, con la solita, unica regola: riportare il “sentiment” di chi viene intervistato senza entrare, chi scrive, in valutazioni e considerazioni che si possono fare altrove.

Dal 2006, Marianna è un punto di riferimento per la comunità ucraina residente nel nostro Paese. In questa conversazione a cuore aperto, ci parla del ruolo dell’informazione in tempo di guerra, della resistenza del popolo ucraino, del peso della propaganda russa, del sostegno dell’Unione Europea e delle prospettive per una pace giusta e duratura.

La giornalista ucraina in Italia Marianna Soronevych e il sogno europeo
La giornalista ucraina in Italia Marianna Soronevych e il sogno europeo

Un’intervista che non si limita all’analisi geopolitica, ma che ci restituisce anche il volto umano, se così lo si può definire, della guerra, visto attraverso gli occhi di una giornalista che, da Roma, continua a difendere la verità sul suo Paese.

Grazie Marianna per aver accettato l’invito di ViPiu.it per questa intervista. Dove vive e che lavoro fa?

Vivo in Italia da oltre vent’anni. Mi sono trasferita a Roma e, con il tempo, posso dire di sentirmi un po’ ucraina e un po’ romana. Dal 2006 dirigo “Gazzeta Ukrainska”, il giornale dedicato alla comunità ucraina in Italia. All’inizio era un’edizione cartacea: in quegli anni, quando Internet non era ancora diffuso, rappresentava l’unica possibilità per gli immigrati ucraini di ricevere notizie aggiornate e informazioni utili – in lingua ucraina – sulla legislazione in materia di immigrazione e sul diritto del lavoro italiano.

Oggi la testata si concentra sull’edizione online. Creo contenuti per il nostro sito http://www.gazetaukrainska.com/ e gestisco attivamente i canali social. “Gazzeta Ukrainska” continua a essere una fonte autorevole d’informazione per la comunità ucraina residente in Italia.

Può spiegare ai nostri lettori l’origine storica del conflitto Russo Ucraino?

È una domanda difficile da spiegare in poche righe. La Moscovia (Granducato o Gran Principato di Mosca) è nata secoli dopo la Rus’ di Kiev (sorta verso la fine del IX secolo in parte del territorio delle odierne Ucraina, Russia europea, Bielorussia, Moldavia, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia orientali e considerata il più antico Stato organizzato slavo-orientale, del quale Kiev fu la capitale), eppure ancora oggi tenta di appropriarsi della storia e della cultura ucraina. Nel corso dei secoli, la Russia ha occupato l’Ucraina in diverse fasi storiche e, ancora oggi, pretende che quei territori le appartengano di diritto.

In verde la mappa della Rus' di Kiev nel 1054, alla morte di Jaroslav I
In verde la mappa della Rus’ di Kiev nel 1054, alla morte di Jaroslav I

La propaganda russa, per giustificare l’invasione in corso, diffonde teorie pseudo-storiche, arrivando persino a sostenere che l’Ucraina, come Stato indipendente, non sia mai realmente esistita. A mio avviso, l’unica radice storica di questa guerra è la natura imperialista della Russia.

Tuttavia, nel diritto internazionale non contano le ricostruzioni storiche di parte, ma le costituzioni e gli accordi ufficiali. Nel 1994, la Russia – insieme a Stati Uniti e Regno Unito – ha firmato il Memorandum di Budapest, impegnandosi a garantire la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, in cambio della sua adesione al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.

Invece, ha violato quell’impegno, dando inizio a una guerra su larga scala contro l’Ucraina.

Ricorda i primi momenti dell’invasione? Come avvenne?

La Russia ha dato inizio all’invasione nel cuore della notte del 22 febbraio 2022, alle tre. La sera prima avevo sentito i telegiornali italiani annunciare lo stato di guerra. Ho subito chiamato amici e parenti in Ucraina, e abbiamo parlato a lungo della possibilità di un conflitto. Non tutti credevano che potesse davvero accadere.
Nonostante l’annessione illegale della Crimea e la guerra nel Donbas avviata nel 2014, molti ucraini non immaginavano che il conflitto si sarebbe esteso a tutto il Paese… Finché le bombe non hanno iniziato a esplodere.

Come reagì il suo paese?

Ucraina, raid russi sul Paese: 4 morti e 32 feriti
Ucraina, raid russi sul Paese: 4 morti e 32 feriti

Le persone hanno mostrato fin da subito una resilienza incredibile. Mentre le madri cercavano di mettere al sicuro i propri figli rifugiandosi nella metropolitana o spostandosi verso l’ovest del Paese, molti si sono presentati ai centri di arruolamento per impugnare le armi e difendersi dall’invasore, oppure hanno formato le Forze di Difesa Civile per sorvegliare le proprie città e quartieri.

 

L’esercito ucraino su quanti uomini poteva contare?

Esistono diverse stime sulla consistenza dell’esercito ucraino all’inizio della guerra, ma il sito ufficiale delle Forze Armate ucraine non pubblica dati ufficiali. Durante lo stato di guerra, queste informazioni non sono disponibili. In ogni caso, il numero dei soldati ucraini era, ed è, nettamente inferiore rispetto a quello dell’esercito russo.

Grazie alla stretta collaborazione tra militari e civili, è stato possibile evitare l’occupazione di Kyiv e delle altre città, che avrebbe significato la resa del Paese.

Eravate dotati di supporto aereo o solamente di droni?

All’inizio della guerra, e ancora oggi, la difesa aerea rappresentava il punto debole dell’Ucraina. La flotta aerea non era in grado di proteggere l’intero territorio nazionale, nemmeno ora, nonostante gli aerei militari forniti dai Paesi partner.

Ucraina-Russia, media: attacco con drone a San Pietroburgo
Ucraina-Russia, media: attacco con drone a San Pietroburgo

L’uso dei droni è cresciuto notevolmente negli ultimi due anni di guerra su larga scala. L’Ucraina è diventata leader nell’impiego esteso di questi dispositivi, sempre più progettati e costruiti da noi, rivoluzionando radicalmente la strategia militare. Attualmente, i droni vengono utilizzati non solo per la ricognizione, ma anche per la correzione del fuoco e il rilascio preciso di munizioni in aree difficili da raggiungere. Sono impiegati anche per colpire obiettivi strategici sul territorio russo, come fabbriche di armi o raffinerie.

I droni hanno dimostrato la loro efficacia sul campo di battaglia, diventando uno strumento essenziale per rispondere rapidamente alle esigenze del fronte.

Ricorda i momenti più importanti o salienti di questa guerra?

Non vorrei parlare soltanto della guerra su larga scala. Per l’Ucraina, il conflitto è iniziato nel 2014 con l’annessione della Crimea. I momenti cruciali successivi sono stati l’occupazione di alcune zone delle regioni di Luhansk e Donetsk, la difesa dell’aeroporto di Donetsk e le sanguinose battaglie di Ilovaisk, seguite dalla liberazione delle città di Sloviansk, Kramatorsk e altre ancora.

Dopo l’inizio della guerra la difesa di Kyiv è stata epica e molto doloroso e tragico l’assediamento di Mariupol con oltre 20.000 vittime civili e la città rasa al suolo.

Vorrei inoltre citare la controffensiva di Kharkiv e la liberazione di Kherson, capoluogo regionale, quando le Forze Armate dell’Ucraina sono riuscite a liberare numerosi territori occupati dalle truppe russe.

Secondo il Ministero per la Reintegrazione, tra il 2022 e il 2023 l’esercito ucraino ha de-occupato circa 2.800 insediamenti in oltre 160 comunità territoriali, distribuite nelle regioni di Donetsk, Luhansk, Zhytomyr, Zaporizhzhia, Kyiv, Mykolaiv, Kharkiv, Kherson, Chernihiv, Sumy e Odesa.

Attualmente quante parti del territorio Ucraino sono occupate?

A inizio 2025, la superficie esatta delle aree occupate in Ucraina resta oggetto di stime, poiché la situazione sul fronte è molto dinamica.

Sintetizzando i dati disponibili, la Russia occupa circa 112.000 km² del territorio ucraino, pari al 18% del Paese.

La valutazione precisa dell’estensione dei territori occupati è complicata dalle intense operazioni militari in corso. Diverse fonti utilizzano immagini satellitari e dati di intelligence, ma anche questi forniscono soltanto cifre approssimative.

Quante parti del territorio russo occupa l’esercito ucraino?

L’operazione delle Forze Armate ucraine nella regione di Kursk è iniziata a marzo 2024, con l’obiettivo di costringere le truppe russe a ridislocarsi, alleggerendo così la pressione su altri punti critici del fronte, in particolare nelle direzioni di Pokrovsk, Kharkiv e Sumy.

Durante l’operazione, le Forze Armate ucraine sono riuscite a prendere il controllo di circa 1.130 chilometri quadrati di territorio russo. Per contrastare l’avanzata ucraina, oltre alle proprie forze regolari, la Russia ha impiegato anche militari della Corea del Nord.

Attualmente, però, l’Ucraina si è ritirata dalla maggior parte di quel territorio: a metà marzo 2025, le truppe ucraine controllavano ancora circa 205 km² della regione di Kursk.

Come già accennato in precedenza, la valutazione precisa dell’estensione dei territori sotto controllo rimane complessa, a causa dell’intensa attività militare e della continua evoluzione della situazione sul campo.

Zelensky con Papa Leone XIV
Zelensky con Papa Leone XIV

Cosa pensa di Zelenski ?

Credo che Zelensky sia un ottimo comunicatore: sa trasmettere al mondo il dolore dell’Ucraina in questa guerra e riesce a trovare gli alleati giusti per resistere.

Cosa pensa di Trump ?

Purtroppo, Donald Trump non si è dimostrato coerente nella sua politica nei confronti dell’Ucraina. Ha espresso opinioni e adottato posizioni spesso contraddittorie. In campagna elettorale ha promesso di porre fine alla guerra in un solo giorno, ma non è riuscito nemmeno a ottenere un cessate il fuoco fino ad oggi.

Ci sono stati momenti in cui sembrava illudersi di poter convincere Putin alla pace, ma ora, riconoscendo che tutti i tentativi diplomatici sono falliti. ha dichiarato l’intenzione di continuare il sostegno militare all’Ucraina, sia pure addebitandone i costi alla NATO.

L’unico risultato positivo concreto finora è stato lo scambio di prigionieri tra i due Paesi.

Che rapporti avete con L’Unione Europea?

dazi trumpL’Unione Europea è il principale alleato dell’Ucraina in questo conflitto. Ha reagito in modo rapido e deciso all’aggressione russa, adottando misure restrittive.

Ha fornito oltre 88 miliardi di euro in aiuti economici, militari e umanitari, rafforzando il sostegno alla resistenza ucraina.

Sono state imposte sanzioni mirate a persone, aziende e organizzazioni legate al regime russo. Queste misure puntano a indebolire la base economica della Russia, privandola di tecnologie e mercati strategici, e a ridurre drasticamente la sua capacità di sostenere l’aggressione militare.

L’UE è impegnata anche nel contrasto alla disinformazione russa e ha istituito un Fondo di Sostegno all’Ucraina per garantire un aiuto finanziario stabile nei prossimi anni. Ha inoltre istituito un Fondo di Sostegno all’Ucraina da 50 miliardi di euro per il periodo 2024-2027, per garantire un aiuto stabile e duraturo.

Saranno in grado questi leader di guidare le parti ad un tavolo di pace?

Spero di sì. Perché l’obiettivo dell’Ucraina è una pace giusta e duratura. Noi ucraini sogniamo un cielo sereno sopra le nostre case e il ritorno dei nostri soldati dal fronte, sani e salvi.

Purtroppo, come vediamo nella realtà, la Russia comprende solo il linguaggio della forza: quello militare e quello delle sanzioni, sia economiche che personali, contro i leader del regime.

Attualmente, il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha dichiarato che l’Unione Europea, su iniziativa della Francia e in coordinamento con i senatori statunitensi, sta preparando un nuovo pacchetto di sanzioni – il più severo dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina.

Spero che queste misure producano l’effetto desiderato.

Cosa sono le terre rare?
I metalli delle terre rare sono elementi appartenenti al gruppo dei lantanidi, come cerio, olmio, neodimio, erbio e altri. Sono fondamentali in diversi settori: medicina, industria militare e tecnologia avanzata.
Ad esempio, l’olmio è impiegato nella produzione di barre per reattori nucleari, il cerio è utilizzato nell’industria automobilistica e nella raffinazione del petrolio, il neodimio nei dischi rigidi e l’erbio nelle apparecchiature per la chirurgia laser.

Secondo Forbes (2023), il valore totale delle risorse minerarie in Ucraina è stimato in circa 15.000 miliardi di dollari, oltre il 70% dei quali si concentra nelle regioni di Donetsk, Dnipro e Luhansk, attualmente interessate da pesanti combattimenti e non sotto il controllo dell’Ucraina.

Secondo lei hanno un ruolo queste terre rare nel conflitto?

Si è parlato molto delle terre rare in relazione alla guerra, ma non credo che siano la causa principale dell’invasione russa.
L’Ucraina, pur avendo individuato alcuni giacimenti, non ha mai avviato l’estrazione su larga scala. L’estrazione di terre rare è molto complessa: si tratta di metalli presenti in basse concentrazioni, che richiedono tecnologie avanzate, reagenti specifici e comportano seri impatti ambientali.

Lo sviluppo di questi giacimenti richiede investimenti ingenti e competenze altamente specializzate. In questo senso, è importante ricordare che l’Ucraina e gli Stati Uniti hanno firmato un accordo strategico per istituire un Fondo di investimento per la ricostruzione e per promuovere una partnership sui minerali critici.
Spero che questo accordo contribuisca concretamente alla rinascita economica e industriale dell’Ucraina nel dopoguerra.

Attualmente qual è la situazione e quante parti del paese sono divenute inabitabili?

Tantissime città ucraine sono state ridotte a polvere. Alla fine del 2024, il numero di abitazioni e infrastrutture distrutte dalla guerra russa in Ucraina ha raggiunto le 330.000 unità. Intere città si sono trasformate in deserti di pietra, proprio come molti altri centri urbani finiti nell’epicentro dell’aggressione russa.

Nell’Ucraina orientale esistono ormai decine di insediamenti simili, devastati dalle truppe russe. Secondo gli esperti, il livello di distruzione in molti di questi centri abitati varia dal 60% al 90%.
Questa strategia è stata definita da alcuni analisti come una forma estrema di “urbanicidio”: la distruzione sistematica e deliberata delle città.

Toretsk, Chasiv Yar, Vovchansk, Bakhmut, Soledar, Avdiivka, Maryinka, Sievierodonetsk, Lysychansk e Mariupol un tempo erano importanti città industriali. Oggi, da una vista a volo d’uccello appaiono come città gemelle, ridotte a cimiteri a cielo aperto.

Avete un conteggio delle vittime sia civili che militari?

La risposta a questa domanda avremo alla fine della guerra. Speriamo tutti che arrivi presto.

Come non condividere questa speranza?

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Avv. Fulvio Cavallari
Laureato a Padova presso la Facoltà di giurisprudenza nel 1994 con tesi di laurea in Diritto Commerciale dal titolo "I Procuratori dell’imprenditore commerciale" nel Novembre del 1997 si iscrive all’albo degli Avvocati del Foro di Padova , dal 2001 è Revisore Legale iscritto al n. 120988 del registro del Ministero dell’Economia e Finanze Ragioneria Generale dello stato. Da marzo 2020 è associato alla LAPET acquisendo la qualifica di Tributarista . Iscritto all’albo arbitri della Camera di Commercio di Padova, attualmente è responsabile Veneto dell’associazione ADUSBEF. Aree di Esperienza La qualifica di Avvocato e Revisore Legale e l’esperienza acquisita in questi settori ha consentito una formazione multidisciplinare nei seguenti campi: Diritto Civile Diritto Commerciale Diritto Bancario Diritto dei Mercati Finanziari Collegi Sindacali