
(Adnkronos) – Scagionato dall'accusa di bullismo, ma comunque criticato per aver litigato in pubblico: è un'assoluzione a metà quella che la Charity Commission ha deciso di dare al principe Harry, 'reo' di aver permesso che una lite con la presidente della sua associazione benefica africana si svolgesse pubblicamente. L'ente benefico Sentebale, fondato dal duca di Sussex nel 2006, è stato al centro di un'esplosiva disputa a marzo e aprile, quando la presidente Sophie Chandauka accusò pubblicamente il secondogenito di re Carlo III, di "bullismo". Pochi giorni prima, Harry e il co-fondatore, il principe Seeiso del Lesotho, avevano annunciato le dimissioni dall'organizzazione benefica, dopo che i fiduciari si erano dimessi quando la Chandauka aveva rifiutato la loro richiesta di mettersi da parte.
Harry ha fondato l'organizzazione benefica in onore di sua madre, la principessa Diana, per aiutare i giovani affetti da Hiv e Aids in Lesotho e, in seguito, in Botswana. Dopo un'indagine durata mesi, la Charity Commission ha reso noto che "non ha trovato prove di bullismo o molestie diffuse o sistemiche, tra cui misoginia o misoginia all'interno dell'ente benefico". Ma ha criticato tutte le parti in causa per "aver permesso che la controversia si svolgesse pubblicamente", affermando che la "dannosa controversia interna" ha "gravemente danneggiato la reputazione dell'ente benefico". Ha riscontrato inoltre "una mancanza di chiarezza nelle deleghe" e ha aggiunto che questo ha portato a "una cattiva gestione nell'amministrazione dell'ente di beneficenza". Dopo che le dimissioni di Harry sono state rese pubbliche, la Chandauka aveva commentato di essere stata vittima di persone che "giocano a fare le vittime". Aveva spiegato che si trattava della "storia di una donna che ha osato denunciare questioni di cattiva amministrazione, debole gestione esecutiva, abuso di potere, bullismo, molestie, misoginia, misogynoir (discriminazione contro le donne nere)". Nella sua sentenza, l'autorità di regolamentazione ha criticato tutti i soggetti coinvolti nella controversia per "averla lasciata di pubblico dominio". Ha affermato che l'incapacità degli allora amministratori fiduciari di risolvere le controversie in privato ha "gravemente danneggiato la reputazione dell'ente benefico e rischiato di minare la fiducia del pubblico nelle organizzazioni benefiche in generale". In risposta al rapporto, un portavoce del principe Harry, ha descritto il rapporto come "carente in maniere preoccupante". —internazionale/royalfamilynewswebinfo@adnkronos.com (Web Info)