
Villa Lattes ospita l’incontro di ANPI VICENZA con storici, attivisti e studiosi. Tre le motivazioni centrali: no alla militarizzazione della città, denuncia del sostegno USA al genocidio a Gaza, proposta di un vero Festival della pace e dell’amicizia tra i popoli

Mercoledì 10 settembre alle 20.30 a Villa Lattes (via Thaon di Revel 11, Vicenza) la sezione Anpi “Nello Boscagli” organizza un convegno dal titolo “Perché l’Anpi è contraria all’Italia–America Friendship Festival”.
L’iniziativa si inserisce nel percorso di mobilitazione che porterà alla manifestazione del 13 settembre, alla quale l’associazione dei partigiani ha aderito insieme ad altre realtà pacifiste e civiche.
All’incontro interverranno Danilo Andriollo, Cinzia Bottene, Miriam Gagliardi, Mario Faggionato, Marta Passarin, Pino Dato, Giovanni Marangoni, Giancarlo Puggioni e lo storico Emilio Franzina, che presenterà anche il suo nuovo libro “America sorella? Italiani e italo discendenti in Brasile e nelle altre Americhe”, in libreria e acquistabile online dal 5 settembre.

La posizione dell’Anpi provinciale, già illustrata in un documento diffuso nei giorni scorsi, giudica il Festival “incomprensibile, inopportuno e sbagliato”. Tre le ragioni principali: innanzitutto il rifiuto della militarizzazione della città, che secondo i partigiani genera impatti ambientali, economici e urbanistici negativi e rischia di normalizzare la guerra, soprattutto agli occhi delle giovani generazioni. In secondo luogo, l’Anpi denuncia le responsabilità degli Stati Uniti nel genocidio a Gaza, ricordando come il sostegno politico, militare e logistico a Israele sia stato rivendicato con forza dal presidente Donald Trump. Infine, l’associazione propone un’alternativa: non un Festival che celebri la presenza militare americana, ma un Festival della pace, del diritto internazionale e dell’amicizia tra i popoli, in linea con la storia di Vicenza, città antifascista e solidale.
Con questo convegno l’Anpi ribadisce che la vocazione della città deve restare quella di luogo di dialogo e cooperazione tra i popoli, non di vetrina per logiche di potenza militare.