Il capodanno ebraico 5.779, Shanà Tovà il 9, 10 e 11 settembre: gli auguri di Zaia. E di VicenzaPiù

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Riprendendo dagli auguri (leggi in fondo*) del presidente Luca Zaia alla Comunità Ebraica Veneta per il Capodanno ebraicoAbbiamo una lunga storia di amicizia e condivisione di valori. Shanà Tovà!” Lo confermo come è vero, che a memoria, le relazioni di Luca Zaia con Israele (per quello che ho vissuto io) risalgono a quando lui era Ministro delle Politiche Agricole e non ancora Governatore del Veneto. Gli ultimi tre ambasciatori, Gideon Meir, Naor Gilon e Ofer Sachs hanno avuto costanti relazioni, sia private, sia pubbliche con la Regione Veneto. Già nel 2014 VicenzaPiu.com ha parlato del Capodanno Ebraico. L’ultima volta che è stato celebrato ufficialmente un capodanno ebraico a Vicenza fu nel 1940, in un’abitazione privata in vicolo dei Giudei (ora Stradella dei Nodari), poì diventò troppo pericoloso e questa famiglia fu anche deportata. 

Dopo la Guerra la Comunità non si è più ricostruita e le feste sono sempre state vissute fuori città. Nell’articolo già pubblicato nel 2014 (vedi link) si parla ampiamente della tradizione vissuta in famiglia e tra amici. Per non bissare il contenuto un breve cenno al pensiero religioso: Il mese di Elul che chiude l’anno ebraico, è conosciuto come il periodo del cheshbon ha-nefesh cioè del rendiconto dell’anima, per quello che l’individuo è riuscito, o non è riuscito, a fare nell’anno che è terminato. Vivendo noi in una società non ebraica siamo abituati a considerare il Capodanno come un giorno di banchetti, danze, dove si brinda con lo spumante al nuovo anno – insomma come fanno i non ebrei.

Colui che crede una cosa del genere – sbaglia! Da noi no – non c’è lo champagne – ma ci sono le preghiere a D-o – c’è lo shofar – che con i suoi trilli richiama il pubblico a pentirsi. Rosh Ha-Shanà non è una festa del corpo ma solo dello spirito. In questo giorno stiamo nell’attesa del giudizio divino e diciamo, nelle preghiere, frasi severe come: “chi vivrà e chi morirà”. Rosh Ha-Shanà è lo yom ha-din, il Giorno del giudizio, il tempo in cui “tutto il mondo passa davanti a D-o come un gregge per essere esaminato”. D-o decreta riguardo ogni creatura quello che sarà riguardo ad essa nell’anno prossimo.La festività di Rosh ha-shanah o capo d’anno ebraico per l’anno ebraico 5779 (2018-2019) verrà celebrata i 10 e 11 settembre (1° e 2° giorno), vigilia il 9 settembre. Il 5780 sarà il 30 settembre e 1° ottobre, vigilia il 29._ Rosh Hashanah, il capodanno religioso ebraico, è una mescolanza tra uno sguardo rivolto al passato, un momento di riflessione sulle colpe di cui ci siamo macchiati nell’anno appena trascorso, e uno sguardo rivolto al futuro, affinché il nuovo anno sia dolce come il miele che viene servito a tavola fra i cibi rituali, racconta Jacques Attali nel suo “Dizionario innamorato dell’ebraismo” che alla base di tutto c’è “sempre la stessa idea: non aver paura di attraversare i tempi. Non temere il giudizio di Dio. Non aver paura dei propri errori, né della mostruosità dell’ingiustizia, né dei capricci del caso. Vivere e trasmettere fino all’ultimo secondo, qualsiasi cosa succeda”.
Shanà Tovà e felice 5779 a tutti.

 

*Capodanno ebraico. Gli auguri di Zaia alla comunita’ veneta. “abbiamo una lunga storia di amicizia e condivisione di valori. Shana’ Tova’!

“Il Veneto ha una lunga storia e un solido futuro di amicizia, collaborazione, condivisione di valori con la sua comunità ebraica, tra le più significative e attive d’Italia. E’ giusto, ed è bello, festeggiare con loro il capodanno ebraico numero 5.779 con l’augurio più sincero di prosperità, pace, serenità”.

Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto rivolge il suo augurio alla comunità veneta, nazionale e mondiale, nel giorno del capodanno ebraico.

“Shanà Tovà! – dice Zaia pronunciando l’augurio in lingua ebraica – a un popolo al quale ci accomunano grandi princìpi anche identitari e che ha una straordinaria storia di relazioni proprio in Veneto dove, a Venezia, si trova il ghetto più antico d’Europa, luogo che ogni anno ci trova fianco a fianco a ricordare l’orrore della Shoah e per rinsaldare profondi sentimenti di amicizia e stima reciproca e l’impegno comune per non dimenticare, per ricordare, per combattere il negazionismo strisciante, sul web ma non solo, per portare la vicinanza del Veneto e dei Veneti al popolo ebreo”.

Zaia ricorda che “questi sentimenti si sono tradotti anche in un’azione concreta, attraverso il protocollo di collaborazione siglato nel maggio 2016 per festeggiare i 500 anni del Ghetto, nel cui ambito la Regione ha investito 170 mila euro per le iniziative di carattere culturale e 300 mila euro per gli investimenti strutturali”.