Il circo del progresso tra molestatori liberi, bambini in moschea e politica surreale: che Dio ce la mandi buona, magari con Amazon Prime

Il circo, caotico, del progresso
Il circo, caotico, del progresso

Dalla giustizia che firma presenze come allo yoga alla fede ridotta a stage interreligioso, passando per fondi europei ai progetti surreali e diplomazie da bar: nel grande spettacolo del progresso, la realtà è un circo tragico e il pubblico ride per non piangere.

Siamo ufficialmente entrati nell’era post-logica. L’essere umano, quel simpatico bipede dotato di pollice opponibile e accesso a internet, ha finalmente completato l’opera: ha stravolto ogni sistema di vita universale, senza dimenticare di metterci un tocco di genialità autodistruttiva, come solo lui sa fare.

Cominciamo con un esempio di giustizia creativa: tre tunisini responsabili di molestie al Concertone del Primo Maggio? In libertà con l’obbligo di firma, che ormai vale quanto una stretta di mano su Zoom. Mentre in altre parti del mondo si discute di sicurezza, qui ci limitiamo a firmare la presenza come se fosse un corso di yoga.

Nel Trevigiano invece ci si dà al turismo spirituale precoce: una scuola materna porta i bambini in moschea, li fa prostrare verso La Mecca e chissà, magari domani tutti a meditare sul Monte Fuji. Multiculturalismo o roulette identitaria? Intanto i genitori scoprono le attività extracurricolari direttamente dalle stories di Instagram.

Nel frattempo, i seminari si svuotano come discoteche dopo l’alba. I preti sono in via d’estinzione, e la Chiesa lancia un appello disperato in stile “Cercansi operai per le messe”. Che, detta così, suona più come un’offerta su LinkedIn che un richiamo vocazionale. Papa Francesco ci ha provato, ma con un clero in smart working e una fede in cassa integrazione, la ripresa è dura.

E l’Europa? Beh, l’Europa è anch’essa un circo! Generosa con chi chiede fondi per progetti dal titolo illuminato tipo “Islam bianco: una nuova religione per gli europei” (nient’altro che un rebranding spirituale, forse per piacere all’algoritmo). Zero euro, invece, per chi muore in lista d’attesa in un pronto soccorso, o per chi ha fame. Ma vuoi mettere il fascino dell’innovazione culturale?

Nel frattempo, in un angolo dimenticato della diplomazia, Trump ci rassicura: Putin e Zelensky non si metterebbero d’accordo nemmeno su un caffè. E noi, poveri illusi, che speravamo almeno in una camomilla condivisa.

Il popolo? Tranquillo. Ipnotizzato da maxischermi, concertoni e influencer che parlano di “vibes” mentre fuori cadono bombe. Perché preoccuparsi del futuro, quando si può guardare Sanremo in 4K?

In sintesi: nulla funziona. La giustizia è un trend, la politica un talent show, la diplomazia una battuta, la religione un’eco lontana, l’economia un prestigiatore fallito, la sanità un videogioco in modalità “hard”. Sembra o è un circo del caos.

E la gente? Va avanti, come se niente fosse. Perché ormai si sopravvive a colpi di notizie assurde, come in un reality cosmico dove l’unico che ancora sembra preoccuparsi è Dio – sempre che non abbia chiuso il progetto “umanità” per manifesta inutilità.

Che Dio ce la mandi buona. E magari con Amazon Prime, ché di questi tempi, la spedizione rapida fa la differenza.

Da La Gazzetta Italo Brasiliana