Maryam, cioè Maria, alla palma con il piccolo Isa (cioè Gesù) per l'Islam
Cari fratelli e sorelle nel Cristianesimo, auguri per la ricorrenza dell’Immacolata Concezione di Maria! Come imam della moschea al-Wahid di Milano ho presentato e preparato alcuni sermoni di questo mese di dicembre con riferimenti tratti dalla Rivelazione islamica sulla qualità spirituale e purezza della vergine Maria (nella foto: per l’Islam, Isa – Gesù -, figlio di Maryam, cioè Maria, è un profeta molto importante, il Messia – Al-Masih -, nato miracolosamente da Maria , ma non è il figlio di Dio, bensì un servo e un messaggero di Allah. È considerato uno dei profeti più grandi, che ha portato un messaggio – l’Injil, il Vangelo – e ha compiuto miracoli, e si crede che tornerà prima del Giorno del Giudizio, senza essere stato crocifisso, ndr). Venerdì scorso ho riportato una tradizione islamica che insegna l’elezione di Maria e di suo figlio Gesù come eccezioni già alla loro nascita rispetto a tutti gli altri uomini e donne perché il diavolo non li ha colpiti. Invece, noi credenti e comuni mortali siamo tutti colpiti già dalla nascita anche dall’avversario che cerca di tentarci alla distrazione dalla natura della vera religione. Distrazione da Dio o concentrazione nel santo ricordo di Dio, questa è la sfida comune tra religiosi.Il mondo delle responsabilità o la dottrina sociale (da non confondere con il pragmatismo e la socializzazione profana) non dovrebbero essere una distrazione dal Principio Metafisico ma un segno e un linguaggio, un sostegno e una prova di testimonianza, per fare prevalere il bene sul male e, progressivamente, far indietreggiare le distrazioni e far emergere una purezza della natura del credente che possa ritrovare e riscoprire una intimità spirituale di comunicazione con Dio. Infatti, le distrazioni dell’ignoranza e dell’orgoglio, a volte travestite da ingenuità, genialità e vittimismo, hanno fatto perdere all’uomo e alla donna un grado alto di comunione spirituale, dalla caduta di Adamo e dal fratricidio di Abele.L’Immacolata Concezione di Maria può rappresentare una benedetta occasione per cristiani cattolici, cristiani ortodossi e musulmani di meditazione sul significato universale e particolare di questo modello di grazia spirituale. Venerdì prossimo, sempre nella moschea al-Wahid di Milano, il sermone parte da una citazione del Corano tratta dal capitolo della famiglia di Imran nel quale si descrive la giovane Maria custodita dal profeta Zakaria e sostenuta direttamente da Dio, anche materialmente. Quale meraviglia e mistero spirituale per un devoto musulmano cercare di comprendere e sintonizzarsi con la qualità dei rapporti della famiglia di Imran: gli scambi tra Maria e Zakaria, la madre di Gesù e il padre di Giovanni il battista, per non parlare del ricollegamento alla famiglia di Mosè e di suo fratello Aronne fino a risalire alla famiglia del patriarca Abramo, le sue due mogli e i suoi due figli, Ismaele e Isacco.Non ci distraggano troppo i particolari provvidenziali e le differenze teologiche che hanno tutta la loro rilevanza nell’accompagnare le grammatiche della fede dei credenti. Ebrei, Cristiani e Musulmani, in modi differenti, possono riconoscere e rispettare un insegnamento che Maria continua a dare da quando viene presentata da giovane al tempio in poi, secondo le rispettive narrazioni e interpretazioni. La sua trasparenza spirituale è un esempio di consacrazione e devozione a Dio che non significa alienazione dal mondo ma è un ritiro dalle volgarità e dalle distrazioni, sia come elezione che come essenzialità nella trasfigurazione della scienza sacra e utile.
Sono appena tornato in Italia da Varsavia, da un seminario dell’OSCEche ha invitato le autorità religiose a combattere contro la violenza contro le donne e le bambine. La strumentalizzazione del patriarcato trasformato in paternalismo maschilista o del femminismo trasformato in un modello esclusivo ed arrogante della sensibilità femminile sembrano entrambi escludere la vocazione di ogni uomo e donna di vivere secondo un fondamento di pietà spirituale da non confondere con il formalismo di un abito o di un velo (tantomeno con il proibizionismo contro i simboli religiosi!).
Il dibattito sulla trasmissione e traduzione dei valori tra le generazioni è una prova complessa di comunicazione tra genitori e figli. Forse il simbolo di Maria come maestra di una vita che si rinnova nel distacco e nell’elevazione può essere una chiave fondamentale per riconoscere alcune possibilità per essere profondamente e coerentemente religiosi e saper ereditare e ispirare una familiarità nel dialogo sublime tra il Signore della creazione e l’intelletto sano di ogni credente. Questa identità sacra del dialogo resta senza corruzioni, perché è ben custodito tra coloro che sono al servizio della vera Pace e Conoscenza Santa. Non ci distraggano gli speculatori delle armi!
I sapienti musulmani approfondiscono la tradizione islamica secondo la quale Maria riceveva direttamente da Dio il nutrimento di frutti invernali d’estate e di frutti estivi d’inverno con l’insegnamento di una qualità di comunicazione e nutrimento che è effettivo ma, allo stesso tempo, dipendente da una logica superiore che si manifesta anche in questo mondo ma non dipende in misura prevalente dalle circostanze delle stagioni, della storia o dei meriti individuali. Altri maestri musulmani vedono in questo segno miracoloso un’anticipazione del ribaltamento delle proprietà delle cose rispetto alle loro origini quando il campione delle distrazioni e delle potenze d’illusione manipolerà le forme rispetto alle loro identità e funzioni. La salvezza si troverà nell’accedere al gusto dei frutti del Paradiso non nel mercato della globalizzazione.
Yahya Pallavicini
È imam della moschea centrale al-Wahid di Milano in via Meda. Vicepresidente della CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana, dal 2006 è consigliere del Ministero dell’Interno nella Consulta per l’Islam italiano e presidente del Consiglio ISESCO per l ‘educazione e la cultura in Occidente. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui Contemplare Allah. Regole sulla via interiore di maestri musulmani e I cinque pilastri. Fondamenti del culto musulmano.
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