Immigrati contagiati alla Caserma Serena di Treviso, Follesa (Veneto che Vogliamo): “incapacità di Zaia nel gestire l’accoglienza”

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Massimo Follesa portavoce Ovest vicentino CoVePa
Massimo Follesa portavoce Ovest vicentino CoVePa

Con un messaggio su tweet – scrive in un comunicato Massimo Follesa, candidato alle elezioni regionali col Veneto che Vogliamo Lorenzoni Presidente – Luca Zaia interviene sulla Caserma Serena chiedendone lo smantellamento. Non ci spiega che fare di queste persone contagiate, ma rassicura tutti sulla necessità di intervenire per curare le centinaia casi positivi al Covid-19 della Caserma Serena. Il più grande focolaio di Sars Cov2 è a Treviso. I sindaci leghisti di Treviso, il presidente leghista del Veneto Zaia, e l’ex ministro degli Interni in perenne campagna elettorale tuonano contro il sistema di immigrazione in Veneto. Zaia si vanta con fare da piazzista che «grazie a questi centri il Veneto si è beccato il famoso R con t più alto d’Italia, ma la verità è che noi non abbiamo focolai così importanti in giro per il Veneto…». Tutti quei cittadini che richiedono asilo sono ospiti della caserma in buona parte da diversi mesi. Hanno tutti lavorato da mesi nelle aziende attorno a Treviso anche in nero. La spregiudicata dichiarazione di Zaia e il coro di leghisti che si è tirato appresso indigna per la spregiudicatezza da piazzisti di piazza: dopo aver boicottato a lungo l’accoglienza diffusa, ha nei fatti portato all’apertura di questi grandi centri di accoglienza in ex caserme ed ora gridano agli untori.

Invece la responsabilità dell’R con t più altro d’Italia è solo loro e di Zaia. Ricordo bene che a Volpago del Montello nel dicembre del 2016 la fiaccolata con a capo Zaia e Dimitri Coin contro l’accoglienza aveva dei toni che dicevano che il governo del Veneto non li vuole in giro per i paesi ei i nostri territori e diceva anche di peggio a proposito di Montello che sarebbe l’inferno per gli ospiti di un centro di accoglienza.

In tre anni le omissioni di Zaia e della sua giunta, da quella manifestazione in poi, hanno prodotto compromessi ignobili con i prefetti che hanno costruito il disastro delle caserme, non solo a Treviso ma un po’ in tutto il Veneto, o non vi ricordate di Jesolo e del Polesine? Forse quell’inferno annunciato nel 2016 sono riusciti a costruirlo alla Serena grazie alla incapacità di gestire e affrontare l’accoglienza da parte di Zaia, della sua giunta e di tutti gli amministratori leghisti.

Il metodo dei 600€ dimenticati, chiesti e non chiesti è diventato il metodo con cui si gestiscono gli immigrati e il problema che dietro a loro si accompagna. E’ evidente che la smemoratezza, la superficialità e la poca dignità con cui si chiedono, è la misura con cui valutare il comportamento di Luca Zaia sugli immigrati. Questo metodo lo conosciamo benissimo l’abbiamo sperimentato sulla Pedemontana. Conosciamo bene questo metodo dei proclami e delle battute da bar del presidente Zaia. Alla prova dei fatti non ha saputo gestire un bel niente, questo lo vediamo ad esempio sull’apertura della autostrada SPV che non è un’apertura!

Quali sono le proposte che mettiamo in campo come Veneto che Vogliamo? Innanzitutto che siamo di fronte a un fatto storico da gestire e affrontare. Le migliori esperienze nei nostri territori sono quelle di accoglienza diffusa. I punti principali si basano sulla distinzione tra migrazione, asilo e rifugiati su questa base il Veneto si merita di meglio: sportelli territoriali aperti su esempio del Rar, attività nelle scuole con facilitatori/mediatori interculturali, formazione dei mediatori culturali nei servizi sociali, Linee guida per strutturare servizi socio-sanitari competenti, costruzione di progetti di accoglienza secondo le linee guida ministeriali del 2017, progetti di accoglienza secondo criteri di qualità, collaborazione tra pubblico e privato, coinvolgimento dei territori, attuare la formazione lavorativa, linguistica e culturale.

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