Tragedia sul lavoro a San Biagio di Callalta (Tv): operaio muore precipitando da un tetto. Si riaccende il dibattito sulla sicurezza

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Un nuovo incidente mortale sul lavoro allunga la drammatica scia di casi in Veneto. Da ieri, giovedì 29 maggio 2025, la provincia di Treviso piange una nuova vittima: Muhammed Memishoski, operaio macedone di 63 anni, residente a Monastier. L’uomo è precipitato dal tetto della ditta Work Metal Srl con sede in via Pascoli a San Biagio di Callalta.

L’operaio era impiegato presso la ditta Eurolat di Monastier, incaricata di eseguire i lavori di manutenzione alla copertura del capannone. Poco dopo le 11 del mattino, il 63enne è caduto a terra da un’altezza di circa sette metri.

Immediato l’allarme lanciato dagli altri lavoratori che hanno assistito impotenti alla tragedia. Sul posto è intervenuto l’elicottero di Treviso Emergenza con gli operatori del Suem 118, che hanno tentato di rianimare l’uomo.

Troppo gravi, tuttavia, le lesioni riportate nella caduta: Muhammed Memishoski non ce l’ha fatta. Carabinieri e tecnici dello Spisal sono ora al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e fare luce sulle cause all’origine dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro.

La tragedia ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Paolo Benvegnù, della direzione nazionale di Rifondazione Comunista (PRC), ha commentato: “Un altro morto sul lavoro. È una tragica catena che non può avere risposte da un governo che ha nella centralità dell’impresa, del mercato e del profitto il suo mantra fondante”.

Benvegnù ha aggiunto: “Non bastano pianti di coccodrillo né inutili indignazioni: la risposta deve venire dal basso. Per questo è fondamentale il voto dell’8 e 9 giugno dove, insieme agli altri quesiti, si propone quello che ripristina la responsabilità dei committenti“.

Questo, secondo il PRC, per “finirla con la giostra della competizione al massimo ribasso dei costi che abbattono non solo i salari, ma anche le garanzie della sicurezza sul lavoro”. Il partito ha ribadito l’impegno per “rompere la catena degli omicidi nei luoghi di lavoro”.

Il PRC continua a sostenere l’introduzione del reato di omicidio nei luoghi di lavoro nei casi di accertata e grave responsabilità delle imprese. Chiede inoltre il rafforzamento delle strutture di controllo deputate a garantire la sicurezza.

Infine, il partito si batte “perché nel Parlamento venga discussa la legge di iniziativa popolare, da noi presentata, per un salario minimo a 10 euro all’ora indicizzate”.

Anche il Gruppo PD Veneto nel Consiglio regionale del Veneto ha espresso il proprio cordoglio: “Ancora un altro incidente mortale sul lavoro colpisce la nostra regione”, si legge nella nota, che definisce la situazione una “emergenza veneta”.

Il PD Veneto sottolinea che “siamo di fronte ad una casistica che non può essere spiegata attribuendo la responsabilità alla cattiva sorte”. A partire dalla Regione, “bisogna prendere atto che, di fronte a questo stillicidio, servono subito interventi straordinari e un impegno più efficace“.

La nota conclude ricordando che “la Regione ha precise responsabilità nel garantire vigilanza, controllo e prevenzione. E deve assolverle in pieno, senza ulteriori e gravi tentennamenti”.