I Salmonari di Oslo ci hanno fatto fuori in un tempo rivelando la solare inconsistenza di un’Italia che non ha più atleti italiani da spendere. Squadra inesistente, superata in potenza e qualità, rassegnata a un possesso palla improduttivo, mancandole uomini dei ruoli chiave che nei club sono occupati da stranieri. Non solo: vedo ombre azzurre, ragazzi spaventati che coinvolgono nel crollo anche Donnarumma, fino a ieri baluardo formidabile.
Non è nuovo, l’incubo norvegese: il 4 settembre del 2004 ero a Palermo per la prima partita di qualificazione – come questa – che cominciò con un gol-fulmine di Carew, il norvegese della Roma di Capello, e il Ct Lippi s’imbestialì; poco dopo De Rossi e Toni, firmarono la vittoria. Quel “giro” ci vide vincitori del Mondiale del 2006 nonostante l’ostracismo dei critici disfattisti. Qui non c’è disfattismo, qui c’è l’annuncio anticipato di un ridicolo “tutti a casa”. Anche perchè dopo il gol di Sorloth al 15′ ho inutilmente atteso chi pareggiasse – come De Rossi – e segnasse il gol della vittoria – come Toni. Al ’65 un palo ha impedito a Berge il 4 a 0 mentre il portiere norvegese Nyland non ha fatto una parata. Impotentia coeundi per realistica paura.
Abbiamo rivissuto – con pena affibbiata a tutti gli italiani, non ai tifosi di un club – la disfatta dell’Inter con il Psg. Ce la siamo portata a Oslo come un’infezione, o peggio, come l’ammissione di una grave crisi del calcio italiano un tempo aristocratico, oggi relegato nella fascia medio bassa e atteso alla terza storica debacle per gli stessi motivi che portarono l’Italia a disertare Svezia ’58, Russia 2018 e Qatar 2022. Sapete cosa diceva Ottorino Barassi – leader federale degli anni Cinquanta – ai Ricchi Scemi? “Bisogna ridurre l’ingaggio di calciatori stranieri nel campionato italiano e il numero delle squadre nei campionati”. Lo dico da anni e avevo ottenuto una promessa da Carlo Tavecchio. L’hanno fatto fuori per mantenere l’Italia non più nel purgatorio ma nell’inferno del ridicolo. Per interessi privati.
Ho ancora in testa le critiche ingiuriose all’Inter e a Simone Inzaghi per (disdicevoli) interessi monetari. Voglio vedere come finirà questa indegna esibizione di un’Italia in Azzurro Tenebra. Pacche sulle spalle? Consolazioni famigliari? Vacanze a Formentera o alle Maldive evitando le contestazioni nostrane? Io chiedo solamente a Gravina di prendere provvedimenti. L’unico gesto responsabile quello di Abete dopo il Brasile. E adesso mi scuso con i Salmonari applaudendoli con tutto il cuore. La (loro) partita mi è piaciuta.
Italo Cucci (italo.cucci@italpress.com)
(ITALPRESS).