Indennizzi per ponte di Messina più alti che per Tav Tac al nord est. Strizza l’occhio al Sud lo smemorato di Pontida. Veneti silenti…

Nel Sud piovono milioni, nel Nord Est (dove la Lega è nata) briciole e un po' di silenzio. Opportunismo o semplice geografia?

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Il ministro della Lega ammira il modello del Ponte di Messina
Il ministro della Lega ammira il modello del Ponte di Messina

Cosa non si farebbe per un voto. Anche se sei nato come partito anti-Sud, puoi sempre innamorartene col tempo. E così il vicepremier Salvini, Ministro delle Infrastrutture e leader della Lega — una volta “Nord” — ora pare essersi preso a cuore soprattutto le sorti del Mezzogiorno. A dimostrarlo? I ricchi indennizzi previsti dal governo per le aree interessante agli espropri per il Ponte di Messina e maggiorati rispetto alla media, lo dice il ministro.

Una giusta attenzione per i disagi e le rinunce affettive e pratiche, si dirà. Ma c’è un problema (anzi, due): Vicenza e il Nord Est. Qui passano la TAV TAC, ma di indennizzi altrettanto privilegiati non se ne parla. Al massimo qualche albero salvato o un po’ di retorica sulla mobilità sostenibile.

Nel silenzio più assoluto, non una parola per i cittadini veneti che da mesi (anzi, anni) convivono e per anni conviveranno con cantieri infiniti, strade interrotte, crolli misteriosi di sottopassi e polveri più sottili delle promesse elettorali. Eppure Salvini qui ci passava spesso. Ma ora, chissà perché, il GPS del consenso elettorale punta a Sud sognando di attraversare il… Ponte di Messina.

Certo, viene il sospetto: che non da oggi la Lega di oggi abbia smesso di guardare al Nord, che la parola “Padania” sia stata cancellata persino dal file storico della propaganda. Perché se al Sud si indennizza, al Nord si sopporta. Sarà un caso?

Intanto a Vicenza si continua a costruire la TAV TAC, a realizzare bretelle e sottopassi, ad abbattere case per le infrastrutture, senza che il Ministero di Salvini preveda alcun ristoro strutturale “maggiorato”, nessun “patto per lo sviluppo”, nessun piano per rigenerare i quartieri danneggiati o per migliorare i servizi di chi subisce il disagio.

Opportunismo politico? Calcolo elettorale? Doppia morale? Non ci è dato sapere. Ma la sensazione è che chi una volta inneggiava al Nord ora parli molto più spesso non con accento campano o calabrese ma con l’accento dell’opportunismo.

Il tutto mentre a Vicenza, tra Tav e Tac, i cittadini ringraziano con entusiasmo… e silenzio.